LIMONE, RE DELL’ESTATE DALLE GRANDI PROPRIETÀ
Si utilizza durante tutto l’anno, ma è col caldo che il limone sale prepotentemente sul podio del vincitore!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega le proprietà e gli usi del limone.
LE ORIGINI DEL LIMONE
Il limone è il frutto della pianta detta Citrus Limon, un alberello spinoso e sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutacee, che ha un’altezza da 3 a 6 metri.
Secondo alcuni studi è un ibrido e deriva dall’arancio amaro incrociato con il cedro.
LE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI
Il componente predominante del limone è la vitamina C.
Non ha proteine né grassi e contiene circa l’8,23% di carboidrati.
Sono importantissimi i contenuti di acidi organici: acido citrico, acido malico, acetico e formico.
È ricco di flavonoidi contenuti sia nella polpa che nella buccia: esperidina e diosmina.
Contiene anche terpeni, cioè quelle sostanze che conferiscono agli agrumi il loro caratteristico aroma.
Si trovano prevalentemente nella buccia e il più abbondante è il d-limonene.
L’USO IN CUCINA
Si può dire che il limone si trova 365 giorni all’anno nei frigoriferi delle famiglie italiane.
In quanti modi si può utilizzare?
Io penso che siano infiniti!
Si va dalla più che famosa spremuta, alla limonata, ai sughi per la pasta, agli arrosti, al pesce, come condimento nelle insalate e nelle verdure lessate… persino nel sugo di pomodoro si può mettere la buccia grattugiata!
Vogliamo parlare dei dolci? Torte, crostate ecc ecc… E i gelati, i sorbetti, le granite?
Per quanto riguarda la nostra salute si sa che il limone ha un’azione antiossidante, protegge i capillari, ha azione anticancerogena.
È antianemico, migliora la fluidità del sangue, è depurante, elimina gli acidi urici.
Un vero re delle nostre cucine!
CARRUBE, UN TUFFO NEL PASSATO
Per la Generazione Z sarà difficile riconoscere le carrube, ma chi ha oramai qualche anno in più, le ricorda sicuramente!
La dottoressa Chiara D’Adda, ci offre un salto nel passato parlandoci proprio delle carrube.
LE CARRUBE
Le carrube sono i frutti di un albero che si chiama Ceratonia siliqua.
Sono a tutti gli effetti dei legumi, dato che il carrubo viene fatto rientrare nella famiglia delle leguminose.
È un albero sempre verde originario della Siria e oggi ampiamente diffuso in tutto il Mediterraneo.
Purtroppo le Carrube sono quasi completamente dimenticate, come uso alimentare.
Mentre per alcuni sono il ricordo dell’estate, quando da bimbi ci si divertiva a rosicchiare questi strani e dolci frutti, soprattutto durante le vacanze al mare o in campagna, mentre per i bambini di oggi sono totalmente sconosciute.
Peccato, perché le carrube hanno delle importanti proprietà.
PROPRIETÀ NUTRIZIONALI
Sono ricche di fibre, che le rendono perciò un cibo altamente saziante.
Povere di grassi, hanno un buon contenuto di proteine e di minerali, tra cui: potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, selenio, zinco, ferro.
Sono anche fonte di vitamine del gruppo B, di vit.C, vit E e K.
Sono ricche di sostanze antiossidanti, come polifenoli e flavonoidi, tannini.
Hanno perciò un effetto antinfiammatorio e antiossidante superiore a quello del cacao.
FARINA E POLPA
In effetti la farina di carrube è un ottimo surrogato del cacao.
Regolano la funzione intestinale e per ciò sono indicate sia nel caso di diarrea che di stitichezza.
La farina di carrube ha la proprietà di assorbire l’acqua e per questo ha un efficace effetto antidiarroico.
Invece la polpa di carruba, ricca di pectina e fibre è in grado di favorire il transito intestinale e ha effetto lassativo.
Altri studi ci dicono che i polisaccardi presenti nelle carrube sono efficaci nel contrastare l’ipercolesterolemia e sono pure in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri, favorendo la regolazione della glicemia.
La farina di carruba svolge pure un’azione benefica per il controllo del reflusso gastroesofageo e del colon irritabile (IBS).
Voi le conoscete? Magari ogni tanto le mangiate? Sono curiosa di saperlo…
CONOSCI LA GRANOLA?
Conoscete la “granola”?
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci racconta che è un delizioso mix tostato di cereali, frutta secca, miele, semi, frutta disidratata.
Solitamente consumata a colazione e ora molto in auge fra gli sportivi per la grande carica energetica che può fornire.
È stata ideata nel 1878 circa da John Kellogg, proprio quello dei famosi fiocchi integrali Cornflake!
I BENEFICI
Consumare granola fornisce molta energia, aiuta a combattere la stanchezza e l’affaticamento, può essere una buona strategia alimentare nei momenti di convalescenza oppure se si soffre di disturbi da affaticamento cronico o di fibromialgia.
Con tutte le fibre che contiene è un valido aiuto per il funzionamento dell’intestino, previene la stitichezza e altri eventuali disturbi.
Aiuta la funzionalità epatica ed anche le difese immunitarie.
COME CONSUMARLA
Di solito viene consumata a colazione, ma si può assumere in ogni momento della giornata, abbinata a prodotti freddi, in modo che non perda la peculiare croccantezza.
Per esempio latte vaccino o latte vegetale, o yogurt (in questo caso consiglio yogurt greco a 0 grassi).
Per rendere il pasto più completo a livello nutrizionale, aggiungete della frutta fresca tagliata a cubetti.
LA RICETTA
Ora si trovano in commercio molti prodotti già pronti, anche se l’ideale rimane sempre il prepararla a casa, con prodotti scelti da noi.
Ricettina?
200 gr di fiocchi d’avena
50gr di farro soffiato
30 gr di mandorle, nocciole, noci, mirtilli rossi o neri
80gr di cioccolato
50gr di zucchero di canna
Olio di riso
Acqua
1 cucchiaino di miele
Mescolare tutti gli ingredienti.
Distribuite la preparazione su una teglia capiente rivestita di carta forno. Per una resa ottimale assicuratevi che gli ingredienti siano ben livellati e non troppo sovrapposti. Cuocete per un’ora in forno preriscaldato a 160°.
Dopo circa 20 minuti di cottura girate la granola con un cucchiaio, senza sbriciolarla, per ottenere una cottura uniforme.
Proseguite la cottura fino a quando la granola risulterà croccante.
Lasciate raffreddare e infine rompete con le mani.
Buona granola!
ALLERGIE CROCIATE
Primavera e allergia, il bello e il brutto della stagione!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega come, anche gli alimenti che mangiamo, possono dare reazioni crociate ad allergie che apparentemente non sembrano collegate al cibo, come ai pollini, erbe, graminacee ecc.
Secondo quanto dichiarato dall’istituto Humanitas di Milano, “il 70% delle persone allergiche ai pollini soffre di reazioni crociate con gli alimenti”.
ALLERGIA E SISTEMA IMMUNITARIO
È arrivata finalmente la bella stagione!
Ma non per tutti, visto che più del 30% della popolazione italiana la teme, perché soffre di allergie di vario tipo, sinonimo di naso che cola, starnuti, tosse, solletico alla gola e occhi arrossati, lacrimazione abbondante e fastidiosa, prurito. E nei casi più gravi, attacchi d’asma!
La causa di queste manifestazioni è dovuta ad una reazione alterata del sistema immunitario verso alcune sostanze che l’organismo riconosce come non compatibili, producendo di conseguenza anticorpi particolari che provocano la liberazione di istamina e altre sostanze pro-infiammatorie dalle cellule immunitarie.
Si evidenzia cioè una risposta eccessiva del sistema immunitario nei confronti di sostanze normalmente non pericolose per l’organismo.
ALLERGIE CROCIATE
A scatenare questa risposta sono porzioni delle proteine presenti nella sostanza cui si è allergici.
In questo periodo è molto importante per i soggetti allergici porre molta attenzione alla possibilità di ALLERGIE CROCIATE con gli alimenti che si assumono.
Ciò che mangiamo è sempre di cruciale importanza per i soggetti allergici, anche se fortunatamente, per esempio, non tutte le persone allergiche ai pollini hanno necessariamente un’allergia crociata agli alimenti.
Ma nel dubbio è sempre una buona cosa procurarsi e consultare un “calendario pollinico”, cioè un elenco che vi mostra la stagionalità e di conseguenza il periodo dell’anno a rischio per le vostre allergie. E soprattutto vi elencherà gli alimenti che in quel periodo possono dare una reazione crociata, se assunti.
La raccomandazione principale rimane quella di evitare di consumare gli alimenti responsabili di sindrome orale allergica, durante il periodo di pollinazione.
ALIMENTI DA EVITARE
C’è da dire che il vostro bravo allergologo, vi avrà già fornito le informazioni necessarie, oltre che le cure mirate e giuste. E vi avrà invitato a conoscere le relazioni tra le piante e /o i pollini e gli alimenti vegetali. E di conseguenza anche una dieta opportuna, al fine di evitare anche squilibri o carenze nutrizionali.
Ora vi faccio un esempio.
Siete allergici alle betullacee? Attenzione al consumo di mela, pera, pesca, ciliegie, prugne, frutta secca, kiwi, carote, sedano, prezzemolo, finocchio, fave, soia.
Un altro esempio?
La parietaria o erba vetriola o erba muraiola, la cui fioritura dura a lungo e la quantità di polline emesso è abbondante, contiene anche molta istamina. Per questo tipo di allergia sarebbe meglio limitare: basilico, more di gelso, piselli, melone, ciliegie, ortica.
Evitare: anguria, pesche, carote, sedano, finocchio, kiwi
Vi anticipo anche che secondo l’American College of Asthma and Immunology, alcuni alimenti sono in grado di ridurre i sintomi e persino l’intensità delle allergie stagionali!
Gli studi sono in corso!
UOVA, PROPRIETÀ E CURIOSITÀ
Avete festeggiato la Santa Pasqua?
C’è un alimento che è diventato un simbolo, oltre alla classica Colomba, della Pasqua?
Le UOVA naturalmente!
Che siano di cioccolato o proprio quelle che le galline ci regalano, le uova compaiono sempre sulla tavola pasquale.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci racconta i benefici nutrizionali delle uova.
LE UOVA IERI E OGGI
Le uova sono state demonizzate per anni, adducendo motivazioni che oramai sono superate da decenni e questo per merito degli studi nutrizionali aggiornati.
Tempo addietro si vedeva solo la necessità di limitare l’assunzione di grassi saturi e di colesterolo, contenuti all’interno delle uova, il tutto per prevenire il rischio di patologie cardiovascolari.
Oggi si è studiato a fondo questa relazione e si è visto che i grassi saturi non incrementano in modo significativo questo rischio e che la quasi totalità del colesterolo ematico deriva da sintesi a livello del fegato e non da quanto se ne assume con l’alimentazione.
Anzi, ora le uova sono viste come un alimento che dona benessere, a patto naturalmente che non si soffra di allergie manifeste.
PROPRIETÀ NUTRIZIONALI
Per cui, piena riabilitazione di questo splendido cibo, fonte versatile di proteine e vitamine.
Inoltre le uova contengono acido stearico, che è un grasso saturo che viene convertito in monoinsaturo dal fegato, con effetti positivi nella protezione dalle patologie cardiovascolari.
Il tuorlo contiene tante proteine e numerose vitamine e micronutrienti molto utili al benessere dell’organismo:
1) vitamina D, vitamina E, K, A, B6, B12
2) antiossidanti
3) colina, che è un precursore dell’acetilcolina, (neurotrasmettitore) e modulatore del metabolismo lipidico.
L’albume è un’ottima fonte di proteine, ma è composto sostanzialmente solo da queste, acqua e pochi nutrienti in piccole quantità.
Il contenuto proteico delle uova è quello a più alto valore biologico, infatti fornisce tutti gli aminoacidi necessari al nostro corpo e in quantità estremamente simili a quelle richieste dal corpo umano.
LE UOVA IN CUCINA
Le uova non devono mancare nella dieta di ciascuno di noi, senza abusarne, naturalmente e verificando l’origine controllata, prediligendo uova biologiche provenienti da galline allevate a terra.
Poi, ognuno di noi le cucinerà nel modo preferito!
Meglio evitare le uova fritte o preparazioni che richiedano l’utilizzo di oli in cottura.
Se si amano strapazzate o all’occhio di bue, è meglio utilizzare una buona padella antiaderente, senza usare olio e burro.
Sode o alla coque, in camicia o al forno sono modi salutari per cucinare e gustare questo prodigioso cibo.
Il codice che viene apposto su tutte le uova in commercio indica la tracciabilità del prodotto e riporta le informazioni relative all’origine.
Chi a Pasquetta ha messo nel proprio cestino da pic-nic anche delle buonissime uova sode e insalatina fresca ?
I SUPERPOTERI DELLA RUCOLA
La rucola, con il suo sapore caratteristico, è molto usata in cucina.
Quello che forse non sapete, è che è la rucola ha molti benefici e proprietà nutrizionali.
Ce ne parla la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, nell’articolo settimanale della rubrica FOOD IS LIFE.
STORIA DELLA RUCOLA
La Rucola è conosciuta sin da tempi remotissimi, persino gli antichi Romani ne consumavano abbondantemente, anche perché era considerata una pianta con elevati poteri afrodisiaci!
Nel Medioevo invece era più apprezzata per le virtù medicamentose, in quanto considerata protettiva dello stomaco e ottimo diuretico.
LA RUCOLA OGGI
La rucola è al giorno d’oggi considerata un super food, cioè un cibo con grandi poteri nutrizionali, il cui sapore è pungente, amarognolo e croccante.
Esiste la rucola coltivata e la rucola selvatica, detta ruchetta, che si può trovare nei prati ed è una pianta erbacea perenne, con foglie piccole e sapore intenso.
La rucola che si trova nei negozi di verdure ha le foglie più larghe e chiare e si coltiva in terreni fertili e sabbiosi, appartiene alla famiglia delle Brassicacee.
Il periodo migliore per seminarla è tra la primavera e l’estate. Ma è possibile coltivarla tutto l’anno. Più il terreno è arido e la raccolta tardiva, maggiore saranno l’intensità di sapore e il grado di piccantezza
In cucina si usa come aggiunta alle varie insalate o da sola, insaporisce panini, pizze, piadine, minestre, carni e pesce.
È ottimo anche il pesto di rucola, in alternativa al pesto classico.
PROPRIETÀ E BENEFICI
Protegge il sistema cardiovascolare, abbassa la pressione arteriosa, preserva le pareti dei vasi sanguigni dai fenomeni di invecchiamento, riduce la iperglicemia e riduce il livello dei lipidi ematici.
Stimola l’appetito (indicata per chi soffre di inappetenza), favorisce la digestione, l’espulsione dei gas intestinali, possiede azione diuretica.
Contiene provitamina A, fondamentale per i nostri occhi e la nostra vista.
È pure ricca di calcio, per cui è amica della salute delle ossa.
Può essere consumata sia cruda che cotta, anche se cotta perde un po’ dei suoi superpoteri!
TUTTI MATTI PER I PISTACCHI
Negli ultimi anni è aumentato notevolmente il consumo di pistacchi. Ce ne accorgiamo quando andiamo al supermercato e nelle pasticcerie, in cui possiamo trovare numerosi prodotti al pistacchio: dolci, salati, freschi, creme, granella, gelati ecc…
Si sono diffusi anche i dolci tradizionali natalizi e pasquali al gusto pistacchio.
La dottoressa Chiara D’Adda ci parla oggi del pistacchio!
I PISTACCHI
Circa 1700 anni prima di Cristo i pistacchi erano già considerati tra i migliori prodotti della terra, unitamente a miele e mandorle. Da allora la coltivazione si è praticamente diffusa in tutto il mondo.
La pianta che li produce si chiama Pistacia vera, è un arbusto sempre verde che può raggiungere l’altezza di 12 metri e appartiene alla famiglia delle Anacardiacee.
I pistacchi sono i semi di queste piante.
In Italia i più famosi sono i celeberrimi pistacchi di Bronte, vanto dell’agricoltura siciliana.
Questi semi posseggono molte virtù nutrizionali, oltre che avere un’ottima palatabilità e una molteplicità di modi di impiego.
PROPRIETÀ BENEFICHE
Il pistacchio è un concentrato di energia e di costituenti che hanno uno straordinario effetto nutraceutico.
Contengono tantissimi elementi antiossidanti, superati solo dalle noci e dalle noci pecan. In particolare sono ricchi di caroteni come luteina e xeaxantina, molto importanti per la salute degli occhi.
È stato poi confermato che questi antiossidanti vengono pure assorbiti in modo ottimale a livello intestinale.
I pistacchi sono ricchissimi di vitamina B6, fondamentale per svariate funzioni del nostro corpo.
Hanno pure i livelli maggiori di fibre sia solubili che insolubili.
Sono ricchi di grassi insaturi che contribuiscono a mantenere un normale livello di colesterolo nel sangue.
Il fiore all’occhiello del pistacchio è il ferro, contenuto in una alta percentuale. Così come rame, potassio e magnesio. Perfetto per avere un risultato antianemico.
L’OMS consiglia di mangiare non oltre 30 gr di pistacchi al giorno (circa una quarantina di semi), ma quelli non salati e tostati, solo al naturale, semplicemente essiccati.
IL PISTACCHIO IN CUCINA
Si possono trasformare in prodotti da utilizzare in cucina:
• pasta pura, che si ottiene macinando ed emulsionando con determinati macchinari i pistacchi. È molto costosa, pregiata e raffinata.
• Crema spalmabile a base di pistacchio, accompagnato però anche da altri ingredienti (latte, zucchero, grassi vegetali, aromi, anche con aggiunta di frutta a guscio). Di solito si gusta spalmata su fette di pane o nei dolci più disparati
• Pesto, è un prodotto salato con aggiunta di formaggio, aglio, olio, erbe aromatiche. Si può usare per condire la pasta
• Olio di pistacchio, molto ricercato e raro.
• Farine di pistacchio
• Pistacchi tostati e salati, usati come snack negli aperitivi.
CONTROINDICAZIONI E COSTO
Sapete perché i pistacchi hanno un costo così elevato?
Uno dei motivi è che la pianta cresce ogni due anni quindi per un raccolto continuo i produttori devono piantarne in grandi quantità in zone diverse e in momenti diversi!
Attenzione! I pistacchi andrebbero consumati con moderazione da chi soffre di obesità e (se salati) da chi ha la pressione alta. Naturalmente l’eccesso di consumo è sconsigliato anche in presenza di particolari disordini epatici o renali
MANGIARE BENE, OTTIMIZZANDO COSTO E QUALITÀ
I portafogli degli italiani sono sempre più in crisi, per svariati motivi, tanto che a volte si fa fatica ad arrivare a fine mese.
Purtroppo una delle prime cose che ne risente in modo negativo è il nostro modo di far la spesa alimentare.
Ma è importantissimo e fondamentale mangiar bene, perché da qui deriva il nostro benessere.
CARNE E PESCE
Anche in momenti di crisi economica basterà fare le mosse giuste e giocare d’astuzia.
Vediamo quali.
Non serve mangiar carne tutti i giorni (anche se le proteine nobili sono essenziali) e anche per quanto riguarda il pesce si può scegliere fra categorie magari meno pregiate e costose, ma altrettanto ricche di proprietà nutritive.
Mai sentito parlare di pesce azzurro? Gustoso e ricco di omega 3 e molto versatile in cucina!
FRUTTA, VERDURA E UOVA
Un’altra buona pratica quando si va al supermercato nel reparto verdure e frutta è quella di non lasciarsi abbindolare dai prodotti già confezionati e lavati, che sono comodissimi, per carità, ma costano anche molto di più.
Meglio scegliere prodotti da pesare e di conseguenza da lavare a casa, avendo cura di riporli in appositi contenitori per una conservazione di lunga durata.
Se poi avete la possibilità di recarvi ai mercati generali, la vostra spesa in frutta e verdura sarà ancora più risparmiosa.
Fra gli alimenti via libera alle uova, che possono essere utilizzate in tantissimi modi, e non sono poi così pericolose per la salute come si pensava fino a pochi anni fa.
Alla larga dalla frutta fuori stagione, costa tanto di più e il più delle volte non è buonissima.
E anche la frutta esotica tenetela solo per qualche rarissimo momento di sfizio!
LA SPESA
Naturalmente siccome al supermercato si continuerà ad andare, un’altra regola semplicissima è quella di fare una lista di quello che dobbiamo acquistare anche in base alle date di scadenza dei prodotti che sono nel nostro frigorifero o nella dispensa.
Attenzione a non far scadere il cibo! E attenzione alla data riportata sui prodotti che andremo ad acquistare!
Lasciate perdere tutti quei prodotti precotti oppure le salse e i sughi pronti.
Costano di più e non sono affatto salutari.
Fate attenzione alle offerte speciali e alle confezioni risparmio. Sono una buona fonte di risparmio.
Cercate di non recarvi al supermercato prima di pranzo o cena, la fame può far fare acquisti immotivati.
CUCINA A SPRECO ZERO
La vera cucina a spreco zero utilizza al massimo tutte le parti degli alimenti!
Ora vi faccio un pratico esempio, ma penso che ognuno di voi abbia le proprie segretissime ricette.
Cavolfiore e broccoli:
parti più coriacee (più dure): eliminate lo strato più esterno con un pelapatate e poi
1. tagliate i gambi a cubetti e fate saltare in padella con altri ortaggi per preparare un ragù vegetale
2. cuoceteli in poca acqua con patate a cubetti e aromi a piacere, frullate il tutto e ottenete una salutare e morbido potage
3. Sbollentate i pezzetti di gambo, passateli al minipimer aggiungendo il condimento che più vi aggrada (aglio, olio, peperoncino, curcuma), fino ad ottenere un hummus (patè) da spalmare su crostini integrali.
4. Se i gambi sono troppo duri, tagliateli a striscioline con una mandolina e fate un carpaccio veg con scaglie di parmigiano e aceto balsamico.
Visto quante cose si possono fare?
E questo è solo un banalissimo esempio.
Voi che segreti avete?
LA CIPOLLA CHE CI FA PIANGERE
Fa piangere, ma è molto buona e salutare.
Di cosa stiamo parlando?
Della CIPOLLA, naturalmente!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ha indovinato subito, e ci parla oggi proprio delle caratteristiche nutrizionali della cipolla.
STORIA DELLA CIPOLLA
Le cipolle sono ortaggi appartenenti al genere Allium, un genere che comprende anche aglio, cipollotto, scalogno, porro, erba cipollina.
Ma è la cipolla in assoluto ad essere ad essere la più diffusa e mangiata al mondo.
I Sumeri la coltivavano già più di 4000 anni fa!
Ma furono i Romani a diffondere la cipolla in tutto l’impero.
BENEFICI E CONTROINDICAZIONI
Tutte le specie del genere Allium contengono molecole ricche di zolfo, da cui deriva l’odore e il sapore caratteristico.
Ma la cipolla ne contiene in grandissima quantità, come se fosse una potente arma chimica per difendersi da parassiti e predatori.
Vari studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra il consumo di cipolle ed effetti positivi sulla salute dell’uomo, dovuto al contenuto di flavonoidi (antocianina, quercitina ecc) e fruttani.
Purtroppo però questi elementi possono recare fastidio a chi soffre della cosiddetta Sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
TIPI DI CIPOLLA
Si possono consumare crude o cotte, a seconda del nostro piacere e di alcune intrinseche caratteristiche.
Vediamo ora i tipi di cipolla più utilizzati in cucina.
CIPOLLA ROSSA: è la migliore da mangiare cruda, ha un sapore dolce e croccante, aggiunge colore alle salse. Ideale per panini e pizza.
CIPOLLA BIANCA: croccante, molto ricca di acqua. Sapore pungente che si addolcisce con la cottura. Ottima nei sandwich, nelle zuppe, e anche lei sulla pizza. Superba lessata o cotta al forno quando è fresca di stagione.
CIPOLLA DORATA: perfetta per cucinare zuppe e stufati. Ideale da caramellare
CIPOLLA DOLCE: ideale da friggere e per fare anelli di cipolla fritti, piatti gratinati, con verdure arrostite. Buonissima anche nella frittata
SCALOGNO: sapore morbido e poco pungente, più delicato ma più aromatico. Si presta ad una cucina leggera.
E voi, avete qualche ricetta gustosa in cui la cipolla è essenziale?
E soprattutto…avete dei trucchi per non piangere copiosamente quando la affettate?
Io ce li ho…li volete conoscere?
PEPERONCINO CHE PASSIONE
Vi piace il peperoncino?
Questa bacca piccante è molto usata nella cucina italiana.
Ce ne parla oggi la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, spiegandoci la provenienza, le caratteristiche e i benefici.
STORIA DEL PEPERONCINO
Il peperoncino nell’immaginario collettivo è una bacca simile ad un corno e di colore tipicamente rosso acceso. È il frutto piccante prodotto da alcune piante del genere Capsicum (famiglia delle Solanacee). È un arboscello perenne che raggiunge mediamente 100cm di altezza.
È originario della Bolivia e di alcune parti del Brasile e si è diffuso trasportato dagli uccelli.
Il popolo degli Atzechi fu il primo ad includere il peperoncino nel proprio cibo e nei rituali religiosi (5500 a.C. circa). Giunge in Europa ai tempi di Cristoforo Colombo.
EFFETTI COLLATERALI
Il grado di piccantezza del peperoncino è dovuto alla CAPSAICINA, un composto chimico che stimola i recettori del caldo situati sulla lingua, provocando un’estrema sensazione di bruciore.
La quantità di questa sostanza viene misurata con la scala Scoville.
Il peperoncino è un irritante che causa bruciore e irritazione alle mucose.
Per questo è una buona regola maneggiarlo con guanti di lattice e non toccare comunque occhi e labbra dopo averlo spezzettato.
Oltre al forte bruciore può provocare vere e proprie paralisi (naturalmente di breve durata) delle parti con cui viene in contatto.
I BENEFICI
Ora invece vi parlo delle tante virtù.
Il peperoncino fresco è ricco di vitamina A e vitamina C e di antiossidanti come i flavonoidi, luteina, beta-carotene, come sapete in grado di contrastare i radicali liberi.
Il peperoncino aumenta la sensibilità delle terminazioni nervose e stimola il rilascio di endorfine.
Ha proprietà antinfiammatorie contro tosse, raucedine ed ha proprietà antidolorifiche se applicato sulla zona dolorante.
Ha virtù antibatteriche, antidiabetiche.
Facilità la digestione perché favorisce la secrezione dei succhi gastrici.
È un vasodilatatore e migliora quindi la circolazione, cardioprotettivo ed è in grado di ridurre la quantità del colesterolo cattivo.
Ma attenzione: non mangiarlo a stomaco vuoto
Consumarlo non più di due volte a settimana
Adoperarlo in modiche quantità, all’interno di pasti che comprendano anche verdura, latticini, frutta.