Batata: un tesoro di micronutrienti

Un nuovo appuntamento alla scoperta di un “tubero” prezioso: la batata. Non è un errore di battitura o un refuso! Viene comunemente chiamata patata dolce o americana e si sta diffondendo sempre di più nelle ricette di tutto il mondo. Forse perché, grazie ai suoi componenti nutrizionali, è stata classificata come il miglior alimento salutare? Scopritelo insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda! 

Le patate fanno parte dell’alimentazione mondiale da innumerevoli anni. Anche se associate a una dieta povera, questa pianta erbacea si distingue per il valore nutrizionale che possiede.

Esiste però una patata particolare che si discosta dalla tradizionale soprattutto per i suoi innumerevoli benefici. Stiamo parlando della Batata, comunemente conosciuta come patata dolce o americana.

Nonostante il nome veramente simile, la batata non ha molto in comune con la patata tradizionale.

ORIGINE

Appartengono a due famiglie diverse: la prima a quella delle Convolvulaceae, la seconda a quella delle Solanacee (come melanzane e pomodori).

La batata infatti non è un vero e proprio tubero, ma è una radice tuberosa o rizotubero.

Entrambi gli ortaggi hanno però origine dall’America meridionale e centrale. Il consumo di quella dolce si concentrava soprattutto ad Haiti.

CARATTERISTICHE

La batata ha un sapore dolce e gradevole che ricorda da una parte quello della patata, dall’altro quello della zucca.

Ma oltre a questo sapore particolare, è proprio grazie all’elevata concentrazione di sostanze nutritive che è stata collocata al primo posto nella classifica dei 10 alimenti più salutari.

NUTRIENTI

La batata è un concentrato di micronutrienti. È ricca di:

  • Fibre
  • Vitamina A e C
  • Flavonoidi
  • Antociani
  • Sali minerali, come calcio, potassio, ferro e magnesio.

A differenza della patata comune, non contiene una concentrazione elevata di fitati e saponine.

È un molto digeribile.

APPLICAZIONI ALIMENTARI TERAPEUTICHE

La batata ha tre principali applicazioni alimentari terapeutiche:

  1. Obesità. La batata dona immediatamente una sensazione di sazietà, prolungata nel tempo. Riduce inoltre i picchi glicemici.
    La buccia contiene cajapo, una sostanza in grado di agire sul metabolismo di alcuni zuccheri abbassandone il livello nel sangue. Abbassa il colesterolo, la glicemia e l’emoglobina glicata. Prima di consumare la buccia è però necessario un lavaggio molto accurato.
    Come tutti gli alimenti, l’importante è non esagerare mai con le dosi!
  2. Arteriosclerosi e problemi circolatori. Ricca di bioflavonoidi e sostanze antiossidanti, la batata è un alleato del sistema cardiovascolare e del microcircolo venoso. Inoltre, è priva di grassi saturi e sodio.
  3. Corretto funzionamento dell’intestino. Grazie all’elevata quantità di fibre, il suo consumo è molto utile in caso di stipsi.

UTILIZZO IN CUCINA

Arrostita al forno, purè, creme per condire risotti o farcire pasticcini.

La batata può anche essere consumata cruda, perfetta per insalate miste autunnali. Due accortezze: lavare profondamente la buccia e masticare ripetutamente la polpa prima di ingerirla.

Il periodo migliore per trovare e acquistare la batata è proprio da ottobre a marzo.

CURIOSITA’

Viene utilizzata anche per produrre farine, fecola, alcolici, creme antiruge e come…colorante rosso!

Dieta anticellulite? 🍊

Oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci insegna a combattere contro uno dei nemici principali della popolazione femminile: la cellulite. In alto scudi e spade. Siete pronte a scoprire una strategia per sconfiggere uno degli inestetismi più temuti?

Il suo nome scientifico è quasi impronunciabile: pannicolopatia edemato fibro sclerotica. Il suo aspetto ha il tipo aspetto della scorza di un agrume. La sua presenza non è affatto gradita.

Avete capito di cosa stiamo parlando?

Oltre il 70% delle donne lamenta di avere cellulite, cuscinetti, cute a buccia d’arancia, pelle fredda e pallida a livello di fianchi, gambe e caviglie.

RIMEDI CONTRO LA CELLULITE

Per poterla gestire, è fondamentale iniziare a combattere la cellulite il più precocemente possibile, prima che inizi ad espandersi e solcarsi maggiormente nella vostra pelle.

Ecco alcuni accorgimenti:

  1. Attività fisica quotidiana
  2. Massaggi linfodrenanti eseguiti da professionisti esperti.
  3. Correzione della postura.
  4. Smettere di fumare.
  5. Evitare indumenti eccessivamente attillati – specialmente i jeans molto stretti.
  6. Limitare l’uso di tacchi altissimi.
  7. Ridurre lo stress (più facile a dirsi che a farsi!).
  8. Ridurre il più possibile l’utilizzo di sale in cucina; meglio sostituirlo con spezie.
  9. Usare buone creme per il corpo.
  10. Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, optando per quelle con PH alcalino e basso residuo fisso.
  11. Assumere integratori naturali drenanti sotto forma di capsule o tisane, prestando sempre attenzione agli allergeni presenti.
  12. Impostare una sana alimentazione.

DIETA ANTICELLULITE

Uno stile di vita sano basato su attività fisica giornaliera e alimentazione bilanciata aiuta sicuramente a combattere gli inestetismi della cellulite. Tuttavia, esistono alcuni alimenti più potenti di altri nel controllarla.

  • Alimenti ricchi di sali minerali e vitamine, soprattutto vit. C e bioflavonoidi. Questi oltre a regolare la permeabilità, la resistenza e l’elasticità dei vasi capillari, svolgono un’importante azione antiossidante (contro l’invecchiamento cellulare). Via libera a broccoli, peperoni, lattuga, cavoli, carote, agrumi, ribes, lamponi, mirtilli, kiwi, ananas e tè verde.
  • Frutta e verdura in generale non dovrebbero mai mancare dalla nostra dieta. Fonte di fibre, soprattutto quelle solubili (non digeribili dall’organismo), favoriscono il senso di sazietà e aiutano la regolarità intestinale. Contengono naturalmente vitamine, acqua e potassio.
    Frutta e verdura anticellulite per eccellenza:

    • Pomodori, zucchine, cetrioli, finocchi; fragole, anguria e melone. Stimolano la diuresi contrastando la ritenzione idrica.
    • Cavoli, finocchi, spinaci, cipolle; banane, ciliegie, prugne, albicocche e ananas. Fonte di potassio che contrasta l’azione del sodio, principale responsabile della ritenzione idrica.
  • Alimenti ad alto contenuto di aminoacidi essenziali, come carni magre, pesce, uova e legumi. Questi sono necessari per lo sviluppo della massa muscolare che, quando è tonica, permette una migliore circolazione di sangue e ninfa.
  • Utilizzare grassi buoni, come oli vegetali e biologici, ottenuti da spremitura a freddo e consumati preferibilmente a crudo. Questi svolgono un ruolo importante nella costituzione delle membrane cellulari e nella prevenzione dell’invecchiamento cellulare.
  • Alimenti ricchi di zuccheri complessi, integrali e privi di grassi aggiunti – come riso, kamut, orzo, farro e grano. Saziano e aiutano a limitare il desiderio di zuccheri semplici.
  • Bere centrifugati di frutti rossi e di frutti di bosco, soprattutto i mirtilli.

Con questi accorgimenti l’aspetto della vostra pelle migliorerà sicuramente. Ma non disperate se avete un po’ di cellulite: l’importante è avere una pelle sana e idratata, così da risultare anche più tonica!

 

Uova: sì o no?

Uova sì, uova no? Un dilemma che affligge tantissimi consumatori al giorno d’oggi. Il consumo di uova è stato demonizzato per anni senza motivi scientifici fondati. Sono state e vengono tutt’oggi associate troppo spesso a un contenuto eccessivo di colesterolo. Ma sapevate che, principalmente, è l’organismo umano stesso a produrre la maggiore quantità di colesterolo ematico? Scoprite tutte le caratteristiche di questo prodigioso alimento insieme alla nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda.

Rucola, lattughino, pomodorini ciliegino, julienne di carote e zucchine… Cosa rende un’insalatona estiva perfetta?
Le uova!

Per anni sono state demonizzate, inserite in quella branca di alimenti destinati a un consumo molto limitato. Questo a causa del contenuto di grassi saturi e colesterolo, nutrienti troppo spesso associati a problemi cardiovascolari.

Numerosi studi sulla nutrizione hanno rilevato come l’assunzione di grassi saturi non sia collegata in modo significativo a questo tipo di patologie. Inoltre, si è scoperto che la quasi totalità del colesterolo ematico deriva da sintesi a livello del fegato, non dall’assunzione tramite l’alimentazione.

Oggi le uova sono viste come alimento che dona benessere e salute (sempre escludendo possibili allergie manifeste!).

Quindi via libera al loro consumo, fonte di proteine, vitamine e numerosi nutrienti.

VALORI NUTRIZIONALI

Le uova contengono acido stearico, un grasso saturo che viene convertito in monoinsaturo dal fegato con effetti positivi nella prevenzione di patologie cardiovascolari.

Il tuorlo in particolare è ricco di proteine, vitamine e micronutrienti alleati del benessere dell’organismo:

1) vitamina D, vitamina E, K, A, B6, B12

2) antiossidanti

3) colina, precursore dell’acetilcolina, (neurotrasmettitore) e modulatore del metabolismo lipidico.

L’albume è principalmente un composto di acqua e proteine; contiene pochi nutrienti in piccole quantità.

Grazie alla combinazione albume e tuorlo, il contenuto proteico di questo alimento prodigioso è il più alto a valore biologico. Forniscono tutti gli aminoacidi necessari al corpo umano in quantità estremamente simili a quelle richieste.

UOVA IN CUCINA

Le uova non dovrebbero mai mancare nella dieta di ciascuno di noi.

È importante verificarne l’origine controllata, prediligendo quelle biologiche provenienti da galline allevate a terra. Il codice riportato su ogni singolo uovo in commercio indica la tracciabilità del prodotto, riportando informazioni relative all’origine e all’allevamento.

Come ogni alimento, sano o meno che sia, non bisogna eccedere nel consumo per trarne correttamente tutti i benefici.

Sono un alimento estremamente versatile, protagonista e co protagonista di numerose ricette in tutto il mondo. Non resta che cucinarle secondo i gusti personali!

Meglio evitare frittura o preparazioni che richiedono l’utilizzo di olio o burro in cottura. Meglio utilizzare una buona padella antiaderente per cucinare le famose uova strapazzate o all’occhio di bue. Attenzione a non esagerare anche con i condimenti, specialmente per la preparazione di uova sode, alla coque, in camicia o al forno.

Abbinate ad altri alimenti, rendono il pasto sano e completo a tutti gli effetti.

E voi quante uova mangiate?

Caffè Mon Amour

Come faremmo a combattere quella fastidiosa sensazione di stanchezza senza il caffè mattutino? I prossimi due appuntamenti insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda sono dedicati alla scoperta del caffè, partendo dalle sue origini fino alle tipologie più diffuse e bizzarre. La giornata odierna è dedicata alle origini e alle proprietà dei chicchi di caffè e delle loro sostanze nutritive. 

“Per prima cosa Dio creò il caffè, altrimenti non ce l’avrebbe fatta a fare tutto il resto…”

Frase ironica che forse si avvicina un po’ troppo alla reale sensazione provata ogni mattina della settimana lavorativa. Appena suona la sveglia, chi non desidera una bollente tazza di caffè energizzante?

Scopriamo qualcosa di più su questa droga così diffusa – se, per droga, intendiamo una pianta o parte di essa utilizzata direttamente, allo stato fresco o essiccato, per estrarne i principi attivi a scopo terapeutico.

ORIGINI

Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcuni piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, famiglia delle Rubiacee.

Fino al XIX secolo non era certo quale fosse il luogo d’origine della pianta del caffè; si ipotizzavano Etiopia, Persia, Turchia e Yemen.

Ma fu Pellegrino Artusi a sostenere che il miglior caffè conosciuto fosse quello di Mokha, città dello Yemen. Da allora è stato proprio lo Yemen a essere identificato come paese d’origine di questa bevanda ormai bevuta e apprezzata in tutto il mondo.

Secondo la leggenda più conosciuta e simpatica riguardo le origini del caffè, un pastore etiope, Kaldi, vide le sue capre cibarsi di strane bacche durante il pascolo. La stessa notte, anziché dormire, le caprette vagabondarono tutta la notte con un’energia e una vivacità mai vista fino ad allora.

A seguito di questa reazione, Kaldi decise di provare a raccogliere quelle bacche, abbrustolirle, macinarle e ricavarne una infusione. Ed ecco una delle presunte origini della prima tazza di caffè!

I POTERI DEL CAFFE’

La caffeina è un alcaloide che esercita una funzione nervina sul sistema nervoso; si tratta di una psicotropa, cioè una sostanza con effetti sulle funzioni psichiche.

Nello specifico, la caffeina ha il potere di migliorare il livello di attenzione, stimolare la veglia e migliorare la reattività muscolare.

Agisce anche sul sistema cardio-circolatorio come vasodilatatore e acceleratore del battito cardiaco. A livello cerebrale ha una funzione vasocostrittrice, utile per combattere alcuni tipo di emicrania.

Il caffè contiene inoltre metilxantina, una sostanza che sembra influire sul metabolismo dei lipidi, incrementando il rilascio di acidi grassi da parte delle cellule adipose.

Per questo motivo molti prodotti dimagranti, come integratori o creme per corpo, contengono elevate dosi di caffeina che non agiscono solamente a livello locale, ma anche sistemico. Bisogna prestare attenzione a non esagerare con tali prodotti poiché potrebbero causare nervosismo e tachicardie.

Il caffè ha pure una spiccata funzione diuretica!

LE TIPOLOGIE

Esistono numerose tipologie di caffè, dalle più comuni alle più pregiate e meno diffuse, alle note aromatiche e dolci a quelle acide.

Si contano oltre 60 specie di piante di caffè diffuse nel mondo, dall’arabico all’excelsa, alla robusta, alla liberica e via dicendo, con aromi e sapori distintivi.

Anche se non siete amanti del caffè, è quasi impossibile non condividerne una tazzina in compagnia. È diventato, infatti, un appuntamento quotidiano per milioni di persone al mondo!

Sapete quante varianti di caffè esistono oltre a quelle tradizionalmente consumate dai più?

Non perdetevi il prossimo appuntamento per scoprirle tutte!

 

Gli pseudocereali: la quinoa

Una mini rubrica insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda. Tre appuntamenti alla scoperta di tre pseudocereali che, negli ultimi tempi, sono diventati protagonisti delle tavole italiane: quinoa, grano saraceno e amaranto.
Scopriamoli insieme. 

Sapete qual è la differenza tra riso e quinoa? Tra orzo e grano saraceno?

O tra farro e amaranto?

Avete mai sentito parlare di pseudocereali?

 

CEREALE O PSEUDOCEREALE?

La parola cereale non fa direttamente riferimento alla classificazione botanica, quanto all’uso che si fa di un determinato alimento.

Il termine deriva dal latino e significa appartenente a Cerere, dea della fertilità e dei campi.

I cereali appartengono per lo più alla famiglia delle graminacee. Queste piante erbacee producono frutti dai quali si ricavano farine o altri cibi.

I più conosciuti sono grano, riso, mais, avena, farro e orzo, ma vi sono anche sorgo, bulgur, miglio e tanti altri ancora. Possono essere con o senza glutine.

 

Gli pseudocereali possiedono numerose caratteristiche simili ai cereali, sia per il loro utilizzo e consumo che per i valori nutrizionali.

Tuttavia, gli pseudocereali provengono da famiglie botaniche diverse e hanno delle caratteristiche particolari.

I più conosciuti sono la quinoa, il grano saraceno e l’amaranto.

Questi sono naturalmente privi di glutine, quindi ottimali per le persone affette da celiachia o da gluten-sensitivity.

 

Oggi vediamo insieme la quinoa.

 

LA QUINOA

La quinoa deriva dai semi di una pianta erbaceaa appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae (come le spinaci e la barbabietola), originaria dell’America del Sud.

Questi semi contengono però saponine, glicosidi terpenici dal sapore molto amaro.

I semi vengono lavorati per rimuovere il rivestimento fibroso contenente le saponine che, altrimenti, comprometterebbero la commestibilità del prodotto stesso.

Le foglie di quinoa vengono consumate come verdura, esattamente come quelle di barbabietola e spinaci.

Purtroppo, la loro disponibilità commerciale è molto limitata.

 

LE CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI

Coltivata soprattutto in Boliva, Perù, Cile ed Equador, la quinoa viene raggruppata in tre categorie a seconda del colore: bianca, nera e rossa.

Ha un apporto energetico significativo fornito principalmente da carboidrati, proteine e da un piccolo apporto di lipidi. La ricca presenza di fibre rende questo pseudocereale idoneo a una dieta per diabetici, evitando la formazione di picchi glicemici.

Inoltre, contiene sali minerali con buone concentrazioni di fosforo, ferro, magnesio, calcio e zinco. Contiene anche omega3 e omega6.

La quinoa è naturalmente priva di colesterolo, glutine e istamina. Per questo motivo la quinoa è un alimento ben tollerato da tutti.

 

IN CUCINA

La quinoa è un alimento molto versatile in cucina, perfetta per la preparazione di piatti sani e nutrienti, sia dolci che salati.

Oltre alle classiche insalate a base quinoa, condite con verdure e proteine vegetali/animali a piacere, si possono creare polpette, hamburger, biscotti o torte!

CONTROINDICAZIONI

Le situazioni di intolleranza alla quinoa sono molto rare ma presenti.

In caso di ripetuti episodi di formazione di calcoli renali, è meglio evitare un consumo eccessivo di quinoa.


Non perdetevi una fantastica ricetta a base di quinoa che uscirà martedì 21.02 sui nostri social!

Ci vediamo mercoledì 22.02 per scoprire insieme il prossimo pseudocereale.

Radicchio rosso, un potente antiossidante

Amaro, dolce, pungente. Croccante, succoso e soddisfacente. Striature violacee e bianche.

Avete capito di quale ortaggio stiamo parlando?

Esatto, del radicchio rosso!

ORIGINI

Ortaggio dal sapore speciale, il radicchio rosso può essere trovato in diverse varianti.

In Italia il più noto è quello di Treviso, tutelato dalla certificazione IGP – Indicazione Geografica Protetta.

Il radicchio rosso di Treviso può essere precoce o tardivo. Il primo presenta una foglia larga, ha un sapore più amaro ed è meno pregiato; il secondo ha un piacevole sapore amarognolo, una consistenza più croccante ed è più pregiato.

Ortaggio del periodo autunnale e invernale, è un must have delle cucine e delle tavole italiane che non dovrebbe mai mancare.

PROPRIETA’ E BENEFICI

Appartiene alla famiglia delle cicorie, insieme a puntarelle e catalogna. Contiene acido cicorico, responsabile del retrogusto amaro tipico di questo ortaggio, in grado di stimolare i succhi gastrici e di facilitare la digestione e la secrezione di bile.

L’acido cicorico, inoltre, è un composto fenolico che possiede proprietà antitrombotiche e antiinfiammatorie.

Nel radicchio rosso sono presenti elevate quantità di antocianine, pigmenti responsabili del colore vivace delle foglie. Le antocianine sono polifenoli che aiutano a mantenere la salute dei vasi sanguigni e migliorare quella del cuore.

Oltre ad acido cicorico e antocianine, il radicchio rosso è ricco in sali minerali, tra cui potassio, fosforo, sodio, ferro e magnesio.

Contiene vitamina C, nota per le sue funzioni antiossidanti e contrastanti l’azione dannosa dei radicali liberi.

Sono presenti anche fibre e acqua in grande quantità, cosa che permettono di migliorare le funzioni del transito intestinale.

Grazie al basso introito calorico e alla consistenza croccante è in grado di aumentare il senso di sazietà, cosa che lo rende particolarmente indicato alle persone che stanno seguendo un regime dimagrante.

IL RADICCHIO IN CUCINA

È un ortaggio molto versatile in cucina.

Il radicchio rosso IGP di Treviso è ideale per risotti, salse da primo piatto (buonissimi pesti di radicchio rosso e noci) o sulla pizza.

Il radicchio di Verona è invece buonissimo alla griglia, gratinato o come ripieno per paste fresche quali crespelle e ravioli.

Il radicchio di Chioggia è perfetto per un consumo a crudo, per arricchire insalate o da gustare in un ricco pinzimonio.

Non temete per la dimensione di un cespo! Dopo previa e leggera cottura, il radicchio può essere surgelato e conservato per parecchio tempo.

Voi come utilizzate il radicchio rosso in cucina?

Una zuppa, mille zuppe

Le temperature rigide mettono a dura prova il nostro corpo. Per sostenerlo e confortarlo, la nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda consiglia di cimentarsi in cucina per realizzare il comfort food autunnale-invernale per eccellenza: la zuppa. Scoprite i benefici e le numerose ricette. 

Rimedi contro le temperature rigide e l’avvicinarsi della stagione invernale?
Una zuppa calda e fumante, pronta a riscaldare corpo e mente.

COMFORT FOOD DELLA STAGIONE FREDDA

Comfort food per eccellenza della brutta stagione, le zuppe sono in grado di regalare un momento di pace sia per la mente che per l’organismo.

La loro stessa preparazione assume l’aspetto di un rituale rilassante… Pensate al rumore della zuppa che sbolle, il vapore che esce dalla pentola e il profumo che ne viene rilasciato, che riempie la cucina e le narici.

Ma sapete qual è l’aspetto più bello delle zuppe?

Sono estremamente versatili.

Il vostro palato non si stancherà mai perché potrete mettere tutta la fantasia che volete per creare nuove ricette.

Aromi, profumi e gusti sempre diversi, in grado di conservarsi per più giorni e pronti a scaldarvi il cuore all’occorrenza.

PROPRIETA’ E NUTRIENTI

Le zuppe sono ricche di nutrienti con effetti benefici sul nostro organismo.

Sali minerali, vitamine, fibre, proteine, antiossidanti sono solo alcuni dei nutrienti che apportano al nostro corpo.

La parte migliore sapete qual è?

Sono leggere ma sazianti, ottime alleate di un regime alimentare dimagrante soprattutto se si monitora attentamente il condimento. Per renderle ancora più leggere, è meglio evitare l’aggiunta di pasta o riso che aumenterebbero consistentemente l’apporto calorico.

MILLE ZUPPE

Per arricchire la vostra zuppa potete accompagnarla con fette di pane tostato o crostini fatti in casa. Il contrasto di consistenze stimola infatti sensazioni sorprendentemente piacevoli per il palato.

Se siete tra i più golosi, aggiungete una spruzzata di Olio Evo e Parmigiano Reggiano a piacere.

Per insaporirle ulteriormente, potete anche aggiungere uno spicchio d’aglio, toccasana per la salute. A fine cottura, aggiungete un pizzico di curcuma… sorprenderà i vostri ospiti!

Per la stagione autunnale-invernale potete provare ricette diverse, ottime ma soprattutto salutari. Le nostre zuppe preferite sono a base di:

  • Patate e porri
  • Zucca e/o zucchine
  • Cipolle e pane raffermo
  • Sedano rapa
  • Lenticchie
  • Cavolo nero
  • Cavolfiore
  • Carote e patate
  • Fagioli e castagne
  • Farro e ceci

Il segreto per la zuppa perfetta?

Tanta fantasia e un pizzico di amore!

ESTATE… PASTASCIUTTA SÌ, PASTASCIUTTA NO

Pastasciutta sì, pastasciutta no… come decidere?
Ce lo spiega la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda nel nostro appuntamento settimanale della rubrica FOOD IS LIFE!

PASTASCIUTTA IN ESTATE

Chi l’ha detto che la pastasciutta in estate non si mangia?
Si mangia eccome!
Anzi, è il periodo in cui ci si può sbizzarrire con i vari sughi e condimenti (naturalmente quelli non “pesanti” per la digestione e non troppo ricchi in calorie), anche se secondo me la pasta per eccellenza rimane quella al pomodoro.

Esiste, secondo voi, un piatto nella nostra alimentazione che possa essere l’emblema della cucina italiana nel mondo, paragonabile alla pastasciutta?
Un piatto di pastasciutta ben cucinato, con il condimento giusto è decisamente un supporto funzionale al nostro organismo.
Ognuno ha le proprie idee, ma secondo me la “pasta al pomodoro”, può tranquillamente piazzarsi al primo posto delle preferenze di tanti di noi.
Appagante, allegra, profumata, nutriente, saziante, semplice e dispensatrice di buonumore!
E mai come in questa stagione in cui i pomodori sono quasi al culmine della loro produzione, rappresenta il modo giusto per rallegrare le nostre tavole.

IL POMODORO

Il pomodoro (solanum lycopersicum) è la pianta più diffusa tra le Solanacee, è infatti coltivato in tutto il mondo.
Fu introdotto in Europa dagli spagnoli che lo portarono dal Messico e dal Perù nel sedicesimo secolo, anche se ci sono voluti più di due secoli prima di essere pienamente accolto sulle nostre tavole.
Questo perché era molto somigliante col frutto della Belladonna, pianta tossica e velenosa.
Al contrario ora è considerato molto più di un ingrediente per le insalate o le salse.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Le proprietà terapeutiche del pomodoro si applicano a tutta una serie di malattie, così come la sua azione preventiva si esplica su certi tipi di cancro, come quello della prostata ad esempio. Per questo è universalmente riconosciuto quale alimento medicinale.
Il pomodoro fresco contiene molta acqua (quasi il 94% del suo peso), piccole quantità di carboidrati, di proteine, di grassi.
Questi nutrienti garantiscono un apporto calorico di 21 kcal/100grammi, uno dei più bassi tra i vegetali.
Il grande valore nutrizionale è determinato dall’alto contenuto di vitamine, sali minerali, e altre sostanze nutritive, fra cui spicca il licopene.
Per quanto riguarda le vitamine, la più abbondante è la vit. C, seguita da vit. B1 B2 B6, niacina e folati.
Ricco anche di potassio, magnesio e fosforo. E anche di ferro!!
Molto importante anche il contenuto di fibra che si trova nella polpa, più precisamente nella mucillagine che circonda i semi.
Grazie a questa sostanza il pomodoro ha effetto lassativo ed abbassa il colesterolo.

Contiene anche acidi malico e ossalico che conferiscono al pomodoro il suo sapore caratteristico.
Il colorante principale è un pigmento detto licopene, sostanza importantissima, appartenente al gruppo dei carotenoidi.
Ha spiccate proprietà antiossidanti, ed è utile per combattere l’invecchiamento e le malattie cardiovascolari.
Oltre che essere usati per il sugo per con dire la pastasciutta, esistono svariati modi per gustare questo dono della natura.
Il modo migliore di prepararli secondo voi?
A me piacciono tantissimo spadellati nell’olio caldissimo per pochissimi minuti… se piace, è buona cosa aggiungere dell’aglio e, naturalmente, basilico o prezzemolo alla fine della cottura.

CETRIOLO COME ESTATE

L’estate è la stagione in cui la frutta e la verdura appare sulle nostre tavole, donando colori, sapori e allegria!
Una delle verdure più utilizzate è il cetriolo.
Abbiamo scelto questo argomento per il nostro appuntamento settimanale con la dottoressa nutrizionista Chiara D’adda.

IL CETRIOLO

È estate! Alzi la mano chi non mette nelle insalate un rinfrescante cetriolo a fettine!
Oppure lo combina con succosi e rossi pomodori.
O ancora lo usa per preparare dissetanti centrifugati o un goloso Tzatziki.

Il cetriolo è il frutto di una pianta che ha origine nel sud est asiatico, più di 10000 anni fa.
Si chiama Cucumis Sativus e appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e i suoi tralci possono superare il metro di estensione.
I frutti sono lunghi da 15 a 25 cm, salvo eccezioni, e hanno un diametro di massimo 5 cm.
Si mangiano acerbi perché troppo maturi perdono la loro croccante fragranza e diventano spugnosi, giallognoli e amari.

BENEFICI

Mangiare un cetriolo è come bere un bicchiere d’acqua! Infatti è composto al 96 % da acqua. Questo non significa però che abbia uno scarso valore nutrizionale…anzi, quei restanti 10 g di materiale solido hanno un grande valore biologico e notevoli proprietà curative.
Il suo alto valore dietetico e terapeutico è dato soprattutto dal fatto che contiene minerali che hanno una azione altamente alcalina, atta a combattere l’acidosi generalizzata del nostro organismo.

Contiene: potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio e anche zolfo.
È quindi:
depurante, facilita cioè l’eliminazione delle sostanze di scarto dal circolo sanguigno attraverso urine e la pelle
diuretico, cioè incrementa il volume dell’urina.
alcalinizzante, cioè neutralizza le sostanze residue in eccesso prodotte dall’organismo per il troppo consumo di cibi di origine animale.
lassativo, perché ha un alto contenuto di acqua e di fibra solubile.

COME MANGIARLO

Il cetriolo si mangia solitamente crudo.
Dato che lo si coglie quando non è ancora maturo, occorre masticarlo bene per prevenire indigestioni.
È sempre meglio sbucciarlo per evitare i residui dei pesticidi usati nel caso non sia di origine bio.
Se invece avete la fortuna di avere un orto dove coltivarlo, la buccia si può benissimo tenere… anzi! La buccia si può impiegare in tante ricette e sappiate che la buccia appena appena scottata, si può aggiungere a gustose insalate.
È pure utile nel campo di rimedi medici naturali per alleviare le scottature e le irri

FAVOLOSE FAVE

Lo sapete che le fave sono probabilmente il più antico legume mai coltivato?
Ebbene sì, l’umanità mangia fave da millenni!
Tutte le informazioni sulle fave ce le elenca la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

LE FAVE

Le fave sono il seme del frutto che nasce dalla pianta Vicia faba, un’erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose, il cui stelo può arrivare fino ad un metro d’altezza.
Da un punto di vista botanico, il frutto consiste in un legume formato da un baccello carnoso di colore verde, lungo da 15 a 25 cm e all’interno del quale possono esserci 6- 7 semi, le fave stesse.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Hanno una notevole quantità di proteine di alta qualità biologica, carboidrati soprattutto in forma di amido e praticamente non contengono grassi. Tra le vitamine troviamo la B1, i folati (così preziosi) e la vitamina C.
Contiene anche molti minerali, ma quello più abbondante è il ferro, con una percentuale vicina a quella della carne. Si tratta di ferro non eme, la cui assimilazione è però favorita dalla contemporanea presenza della vit. C.
Sono ricche di fibre e questo contribuisce ad abbassare e stabilizzare il livello nel sangue del colesterolo. Soprattutto sono efficaci per abbassare il colesterolo LDL (quello cosiddetto cattivo).

BENEFICI

Aiutano a favorire il buon funzionamento dell’intestino e possono aiutare a contrastare malattie cardiovascolari e il diabete.
Anche il cervello ne trae beneficio, perché le fave contengono L-dopa, un precursore di alcune sostanze presenti a livello cerebrale.
Contengono manganese e, si sa, che una dieta ricca di manganese può aiutare a prevenire artrite, artrosi e osteoporosi.

CONTROINDICAZIONI

Esiste però una seria controindicazione al consumo delle fave: non devono essere assolutamente mangiate da chi soffre di favismo, patologia in cui è presente un difetto congenito di un enzima normalmente contenuto nei globuli rossi del sangue.
Questo difetto enzimatico si trasmette per via ereditaria tramite il cromosoma X.
La malattia compare dopo12-48 ore dall’assunzione di fave fresche. Nei casi più gravi circa la metà dei globuli rossi viene distrutta.
È una malattia diffusa soprattutto in Sardegna.

COTTE O CRUDE?

Si possono mangiare crude, ma attenzione, solo se fresche e tenere.
Cotte è il modo più sicuro, perché il calore neutralizza una proteina tossica detta lectina (contenuta anche in altri legumi).
Sono molto curiosa… Voi come le preparate?