I BENEFICI DELLA CURCUMA
Parliamo oggi della curcuma.
Racchiude veramente molti benefici, oppure è una moda del momento?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, che ci ha tolto ogni dubbio al riguardo.
COS’È LA CURCUMA
La curcuma è una polvere dal colore giallo intenso ottenuta dalla frantumazione del rizoma (modificazione del fusto delle piante erbacee con principale funzione di riserva) di una pianta tropicale della famiglia dello zenzero, la CURCUMA LONGA, che cresce prevalentemente in India e Indonesia.
In questi paesi è una spezia sacra e ha sempre occupato un posto importante nelle tradizioni sociali, culinarie e medicinali. Si calcola che la curcuma fa parte dell’alimentazione quotidiana degli indiani che ne consumano in media 2 grammi al giorno.
Ma è bene dire che ai nostri giorni il consumo della curcuma ha preso piede largamente anche nell’alimentazione dei popoli occidentali, in virtù anche delle proprietà medicamentose che le sono proprie.
PROPRIETÀ E CONTROINDICAZIONI
La curcuma ha proprietà coleretica e colagoga, pertanto è capace di migliorare la produzione della bile e del flusso nell’intestino. Così si permette un funzionamento dello stomaco e dell’intestino a favore di una migliore digestione.
È anche un aiuto contro il meteorismo e la digestione lenta.
Ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunostimolanti, utili anche in caso di malattie infiammatorie e degenerative croniche.
Non ultimo, la curcumina possiederebbe numerose proprietà antitumorali, e numerosi e seri studi sono tuttora in corso per approfondire il meccanismo d’azione di queste proprietà.
Ma attenzione! È meglio evitarla in caso di ipersensibilità o allergie.
È da evitare anche in caso di ostruzione delle vie biliari (come nel caso dei calcoli biliari).
In gravidanza e allattamento è ammesso l’uso molto saltuario, ma sconsigliata l’assunzione sotto forma di estratti.
Può interferire con alcuni farmaci, per cui è sempre meglio consultare il medico.
IL GUSTO
La curcuma è molto buona e piacevole al palato, con il suo gusto delicato e l’intenso profumo.
L’aggiunta di un cucchiaino da caffè nelle zuppe, nella pasta, nelle verdure, sulla carne o sul pesce, rappresenta un modo semplice per fare scorta delle sue preziose qualità.
In cucina viene anche utilizzata come colorante alimentare privo di tossicità.
DONNE CHE ISPIRANO DONNE
Essere donna, lavoratrice, moglie, madre.
In occasione della “Festa della donna” abbiamo intervistato Roberta Tusi, Amministratrice Delegata di Alcass SpA, azienda che ha dato vita al brand Amica Natura.
Ci ha parlato di come sia fondamentale la conoscenza e la formazione, il credere in sé stesse, ma anche potersi dare tempo.
Le abbiamo chiesto di parlarci della sua esperienza lavorativa e abbiamo scoperto che è possibile disegnare la propria strada, perseguendo ambizioni e desideri, che le soddisfazioni arrivano, ma che servono anche sacrificio e determinazione.
Mi sono laureata nel 1992 in Economia e Commercio presso l’Università degli studi di Brescia e, da sempre, ho avuto a che fare con il mondo dell’impresa provenendo da una famiglia di imprenditori. In verità ho cercato di coniugare la dimensione imprenditoriale con quella della formazione e della scuola poiché, sin da bambina, ho sempre visto il ruolo della maestra e dell’insegnante come una figura di riferimento, positiva ed in grado di trasmettere certezze. Non senza difficoltà visto che i genitori avrebbero desiderato vedermi immersa al 100% in Azienda, ho iniziato a fare le mie prime supplenze alle scuole superiori e, nello stesso tempo, ad occuparmi di amministrazione e finanza nell’impresa industriale di famiglia. In modo testardo e convinto, sostenendo non pochi sacrifici soprattutto dopo essere divenuta madre di due splendidi ragazzi, ho continuato a portare avanti le mie convinzioni. Da un lato le aule degli Istituti Tecnici, dall’altro l’ufficio e sempre maggiori responsabilità in ambito aziendale. Nel mezzo: la mia famiglia. Le soddisfazioni ricevute a scuola, ove mi accorgevo di consegnare un “valore aggiunto” anche per via della utilissima e parallela esperienza aziendale, mi hanno dato enorme forza ed entusiasmo, anche quando, dovendo portare avanti una famiglia con Renato, il mio amato marito, abbiamo sacrificato quasi tutto il nostro tempo libero per far funzionare bene il nostro progetto di vita. Oggi sono decisamente soddisfatta del mio percorso, mi ritengo una persona fortunata e devo ringraziare la mia famiglia, a cui ho dato e continuerò a dare tanto perché, aldilà di tutto, credo sia la cosa più importante, quella che giustifica i grandi sacrifici ma che concorre a godere delle soddisfazioni che il lavoro dà a chi si impegna e porta avanti i propri valori.
Il lavoro femminile è un argomento molto dibattuto, in un contesto socio culturale in cui ci sono ancora molti stereotipi da abbattere, affinché il ruolo della donna sia efficace e inclusivo.
Cosa ne pensa?
L’importanza del ruolo della donna nel mondo del lavoro è un fatto riconosciuto. Numerosi sono infatti gli studi che dimostrano come il ruolo femminile, sia in ambito lavorativo, sia in ambito economico, finanziario e sociale, abbia un impatto fondamentale sullo sviluppo e sulla crescita di un Paese. In Italia l’impianto normativo esistente “sembra” garantire una sostanziale parità giuridica, almeno per quanto riguarda le regole di accesso al mondo del lavoro. Sappiamo però che non è così. Le norme, infatti da sole non bastano. Serve una reale e concreta volontà civica per garantire le famose pari opportunità ed il pari trattamento. Serve quindi ancora molto “lavoro culturale” per addivenire all’indispensabile cambiamento e per combattere tutti gli atteggiamenti non inclusivi nel mondo del lavoro e della Società in genere. Sono tuttavia convinta che l’equilibrio all’interno delle relazioni passa attraverso la composizione di gruppi misti. Non si può infatti parlare del ruolo della donna senza parlare anche di quello dell’uomo. Il tasso di formazione universitaria è, come noto, più alto nelle donne rispetto agli uomini. Dobbiamo renderci conto dello spreco di talento che si concretizza quando non mettiamo a valore il prezioso contributo femminile nel mercato del lavoro, soprattutto dopo l’arrivo di un figlio. Inoltre è risaputo come le donne siano portatrici di valori importanti, di esperienze, sensibilità complementari rispetto all’uomo. È infatti dimostrato come le Aziende con buone pratiche in materia di diversità di genere godono anche di migliori indici di sostenibilità finanziaria e gestionale. Le donne sono infatti portatrici di abilità e attitudini complementari a quelle maschili ed è la combinazione di esse a produrre maggiore efficienza, produttività e innovazione. La donna deve credere prima di tutto in sè stessa e nelle proprie capacità in modo da trasmettere questo potenziale nel proprio agire. La cosa certa è che non sarà mai facile, ma ciò deve essere uno stimolo a perseverare.
Un altro tema molto importante è l’ingresso nel mondo del lavoro, che mai come oggi risulta competitivo. Che consigli si sente di dare a una ragazza che, terminati gli studi, si presta ed inserirsi nel mondo del lavoro?
Credo che il mio migliore consiglio sia contenuto in questa “ricetta di valori e priorità”:
• Guardare. Guarda il mondo con occhi curiosi cercando gli stimoli per affinare impegno e professionalità dove più si addensano i fermenti di trasformazione.
• Conoscere. La conoscenza è la base di tutto, come una guida deve aiutare a sintetizzare i saperi, gli sguardi e le sensibilità di chi ci sta intorno, donne e uomini, con la convinzione che tutto ciò porta innovazione in ogni campo.
• Fissarsi obiettivi raggiungibili. Darsi obiettivi senza demordere quando si incontrano ostacoli ma trasformando il fallimento in opportunità e credendo in sé stesse e nella attività che si sta portando avanti.
• Darsi il tempo. Impegnarsi per conoscere l’ambiente e non avere paura cogliendo ritmi, linguaggi, relazioni, stati emotivi collettivi e individuali per elaborare una strategia relazionale e professionale efficace. Dire qualche “no” si può! Così come prendere il coraggio di presentare un’idea che magari non va bene subito, ma chissà… prima o poi si concretizza. A me è successo.
L’8 Marzo è l’occasione per confrontarci con la realtà quotidiana delle donne, dove ci sono certo difficoltà (basti pensare che il tasso di occupazione è inferiore al 50% per le donne e prossimo al 70% per gli uomini, dati OCSE), ma dove troviamo anche esempi di donne che hanno voluto seguire i propri obiettivi, che hanno una marcia in più, che hanno saputo affermarsi.
Donne che ispirano donne.
COTOLETTE DI SOIA CON CAVOLO CAPPUCCIO STUFATO E SALSA ALLO YOGURT
Hai detto cotolette di soia? Buone e sane, croccanti e genuine!
Surgelate senza l’aggiunta di conservanti!
La nostra food blogger Alida ha preparato un piatto dove colori, sapori e profumi si combinano alla perfezione.
Cucinare è semplice: segui la ricetta e porta in tavola questo piatto unico!
INGREDIENTI PER DUE PERSONE
2 Cotolette di soia Amica Natura
un cavolo cappuccio viola
4 cucchiai di olio Evo
tre cucchiai di aceto di mele
due scalogni
cumino
100 g di yogurt greco al naturale
uno spicchio d’aglio
una fetta di limone
Sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE
Fate scaldare in una padella ampia due cucchiai di olio con lo scalogno finemente tritato.
Aggiungete poi il cavolo cappuccio viola tagliato a striscioline sottili, sfumate con l’aceto di mele, salate e pepate e cuocete per 40 minuti a fuoco basso con il coperchio, terminata la cottura aggiungete un pizzico di cumino.
Nel frattempo cuocete le cotolette di soia Amica Natura in forno per 10 minuti, girandole a metà cottura.
Preparate la salsa allo yogurt amalgamandolo a due cucchiai d’olio, il succo di mezzo limone, sale e pepe e uno spicchio d’aglio tritato finemente.
Mettete il cavolo cappuccio ormai cotto in una ciotola, adagiatevi sopra le cotolette di soia che avrete tagliato a striscioline e guarnite il tutto con un po’ di salsa allo yogurt… Buon appetito!
SPRECO ALIMENTARE: PICCOLI GESTI, GRANDE RISULTATO!
La sensibilità verso il tema “spreco alimentare” è senza dubbio cresciuta negli ultimi anni, insieme alla consapevolezza che bastano poche accortezze per ridurre il problema.
Ce ne parla oggi la dottoressa Chiara D’Adda, per la nostra rublica FOOD IS LIFE!
SPRECO ALIMENTARE
Lo spreco alimentare è il fenomeno per cui, cibo buono per essere consumato, viene perso.
Questo succede sia lungo la catena di produzione, sia lungo la catena del consumo del cibo; dalla produzione agricola alla lavorazione degli alimenti, al trasporto, alla vendita, fino alla conservazione e all’uso del cibo nelle nostre case.
Lo spreco alimentare sembra essere una prerogativa dei paesi ricchi, in quelli in via di sviluppo infatti questa voce è quasi nulla.
Si calcola che ogni anno circa un terzo di tutto il cibo prodotto, vada purtroppo sprecato.
I numeri sono veramente spaventosi, visto che nel 2020 sono state buttate via 1.661.107 tonnellate di cibo in casa e 3.624.973 tonnellate se si includono le perdite e gli sprechi di filiera.
Le cause dello spreco sono veramente tante, ma bisogna dire che rispetto agli anni passati, siamo decisamente migliorati, cresce molto la consapevolezza e l’impegno dei consumatori.
Ma non è certo abbastanza e si può fare di più.
PICCOLI GESTI, PER UN GRANDE RISULTATO
Cosa possiamo fare?
Primo, non esagerare.
Per evitare che il cibo finisca nella spazzatura fare una spesa oculata al supermercato, partendo da una lista dettagliata di quello che manca.
Recarsi al supermercato dopo i pasti, in questo modo la fame non ci indurrà in tentazione!
Fare un check up della dispensa e del frigorifero.
Disporre le confezioni per data di scadenza, facendo attenzione a consumare per prime quelle con scadenza più vicina.
Conservare bene gli alimenti.
Mangiare verdura e frutta anche quando l’aspetto non è perfetto
Fare ordinazioni attente al ristorante.
Imparare a cucinare con alimenti che vengono considerati gli scarti del cibo: bucce, gambi, foglie esterne degli ortaggi.
Ci sono tantissime ricette molto golose, innovative, gustose e salutari!
Per avere idee su come cucinare potete curiosare nel web oppure dare sfogo alla vostra creatività in cucina.
Infine un consiglio: perché non regalare il cibo, se non si può consumare in data ottimale?
Piccoli gesti, per un grande risultato!
ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA
La gravidanza è un momento molto atteso da tante donne.
Le neo mamme dovranno fare attenzione a tutto ciò che permetterà loro di avere una gravidanza serena: controlli periodici, esami scrupolosi, esercizio fisico adeguato e soprattutto alimentazione ad hoc.
Ecco i preziosi consigli della Dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.
CONTROLLO DEL PESO IN GRAVIDANZA
Il bimbo in crescita nel corpo della mamma si nutre anche in base all’alimentazione della madre stessa, quindi diventa molto importante scegliere nel modo adeguato gli alimenti da portare in tavola.
Per prima cosa sfatiamo la convinzione che bisogna mangiare per due!
Non è assolutamente necessario assumere nutrimento supplementare.
Anzi, è essenziale salvaguardare il benessere della madre e di conseguenza anche del bambino, evitando di aumentare di kili non necessari.
Sarà molto importante anche valutare il peso di partenza della futura mamma e le eventuali patologie di cui soffre, per poi monitorare nei vari controlli ginecologici anche le fluttuazioni del peso.
In linea di massima il peso in una donna dalla corporatura normale dovrebbe aumentare fisiologicamente dagli 11 kg, fino ad un massimo di 16 kg.
Se la donna è in sovrappeso sarebbe consigliabile aumentare dai 7 kg a 12 kg circa
Se la donna è in obesità severa deve fare attenzione a non superare 7 kg.
Mantenendo un peso ottimale sarà molto più semplice il parto e il successivo puerperio.
ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA
Attenzione però che anche un’alimentazione insufficiente o incompleta può provocare altri disagi.
Al di là del puro conteggio delle calorie, sarà fondamentale garantire qualitativamente e quantitativamente alla mamma e al nascituro tutte le sostanze essenziali:
– proteine ad alto valore biologico (carne, pesce, uova, latte e derivati)
– gli aminoacidi essenziali, anche contenuti nei cereali e legumi
– le vitamine (attenzione ad assumere acido folico in giusta quantità, caso mai integrarlo! attenzione alla vit. B12)
– tutti i minerali (attenzione al ferro!)
– giusta idratazione
È cosa molto importante distribuire cibo e bevande in modo equilibrato nel corso della giornata.
Alcune accortezze:
– lavare accuratamente frutta e verdura
– non mangiare carne e pesce crudi o poco cotti (carpaccio, sushi, salumi)
– evitare i formaggi molli, semi molli, con crosta o erborinati
– attenzione ai dolci a base di crema.
Queste sono solo alcuni cenni sull’alimentazione che una mamma deve seguire in gravidanza… se vi interessano delucidazioni, chiedete pure!
L’ALIMENTAZIONE PER CHI DONA SANGUE
Essere donatori di sangue è senza dubbio un grande gesto, oltre che un atto di umanità.
È un’azione volontaria, ma per diventare donatori di sangue è necessario soddisfare determinati requisiti di età, peso e stato di salute, che viene valutato dal medico competente.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega come regolare l’alimentazione per chi decide di compiere questo bel gesto.
L’ALIMENTAZIONE PER CHI DONA SANGUE
Un’alimentazione corretta è molto importante per essere un buon donatore di sangue, sia per quanto riguarda il giorno precedente la donazione, sia nel giorno stesso, sia dopo.
È come essere un atleta scrupoloso: preparazione, non improvvisazione!
Per prima cosa è importante mettere in rilievo che durante la donazione il nostro corpo subisce una importante fuoriuscita di liquidi a cui il nostro corpo potrebbe reagire in maniera anomala.
Vediamo come prepararci.
PRIMA DELLA DONAZIONE
Nelle 24 ore precedenti la donazione è preferibile mangiare pasta (meglio se integrale) o riso, naturalmente con condimento leggero. Alternativo un buon minestrone o comunque passato di verdura (abbondante).
Preferire carne bianca (pollo o tacchino), cucinata nel modo più semplice, senza grassi aggiunti.
Pesce, al forno o al vapore.
Assumere abbondanti verdure, sia crude che cotte.
No ad insaccati, salse, fritture, uova, latticini, bevande zuccherate, formaggi, alcolici, panna, gelati.
Bere molta acqua o tisane, permessa l’aggiunta di centrifugati di frutta.
In generale si devono preferire cibi ricchi di liquidi e ferro, ma con pochi grassi.
IL GIORNO DELLA DONAZIONE
Colazione con tè o caffè, biscotti secchi, fette biscottate con miele o marmellata, centrifugato di frutta.
No cioccolato, panna, yogurt, frutta con molti zuccheri (tipo banana e fichi).
Non bisogna affrontare la donazione a digiuno, ma bando agli zuccheri eccessivi!
Evitare di assumere latticini e alimenti a base di uova.
POST DONAZIONE
È necessario recuperare le forze adeguatamente e reintegrare le energie spese.
Che ne dite di un bel cornetto con cioccolato?
Assumere diversi liquidi bevendo acqua e succhi di frutta, mangiare zuppe, minestre, verdura.
È necessario raddoppiare le dosi di liquidi solitamente assunti.
Meglio non esagerare con cibi solidi, perché si potrebbe alzare la pressione del sangue.
No alcol, no fumo: l’alcol da fenomeni di disidratazione, il fumo può causare sbalzi pressori e conseguenti vertigini e svenimenti.
Naturalmente continuare sempre con una sana alimentazione nella vita di tutti i giorni, per essere dei super donatori!
PANINO MILLE GUSTI
Volete sbizzarrirvi con un panino super gustoso?
Chef Livio ha unito in un solo panino ingredienti diversi, spaziando dall’hamburger Amica Natura, al pesce, alle verdure, ai formaggi.
Il risultato? Provatelo per una cena in famiglia e fateci sapere la vostra opinione!
INGREDIENTI
2 Hamburger Amica Natura
2 panini per burger
Radicchio pan di zucchero
Pomodori San Marzano
Uova strapazzate
Salmone affumicato
Carciofi freschi
Bacon a fette sottili
Mozzarella filone
Maionese
PREPARAZIONE
Per prima cosa lavare i carciofi e togliere la parte esterna più dura.
Tagliare la parte centrale più morbida a listarelle fini.
Scaldare un filo d’olio in una pentola, far saltare i carciofi con il salmone affumicato, anch’esso tagliato a listarelle.
Quando il salmone diventa di colore più chiaro, il preparato è pronto.
Prendere le fette di bacon e porle in una teglia antiaderente ben calda.
Scaldare per pochi minuti, fino a che diventano belle croccanti.
Metterle da parte e nella stessa pentola strapazzare le uova.
Procedere preparando tutti gli ingredienti che andranno messi a crudo: tagliare a fette i pomodori, il radicchio pan di zucchero e la mozzarella a fettine sottili.
Per ultimi cuocere gli hamburger Amica Natura a fuoco medio, ponendoli ancora surgelati in una padella ben calda, 4 minuti per lato.
Scaldare nella stessa pentola il pane per burger, bastano un paio di minuti.
Siamo pronti per comporre il nostro panino!
Prendiamo una fetta di pane, adagiamo uno strato di maionese e poi a piacere gli altri ingredienti.
Chiudere con l’altra fetta di pane e assaporare questo panino dai mille gusti!
CONOSCI IL TUO FEGATO?
Ci sono molte espressioni di uso comune in cui viene citato il fegato, come “rodersi il fegato”, cioè essere pieno di astio, oppure “avere fegato”, quindi essere coraggiosi.
Gli antichi Greci consideravano il fegato la sede dei sentimenti. Nel corso dei secoli questa credenza ha continuato a vivere e il fegato è stato sempre collegato, nell’opinione popolare, a manifestazioni del carattere e dell’umore.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla oggi proprio del nostro fegato, e di come l’alimentazione lo condizioni, portando talvolta a steatosi epatica.
FEGATO E ALIMENTAZIONE
Lo sapete che il nostro fegato può aumentare di volume per colpa di un’alimentazione sbagliata? Questa condizione prende il nome di “steatosi epatica”, ovvero “fegato grasso”.
Le steatosi epatica è una condizione caratterizzata dall’abnorme accumulo di grassi all’interno degli epatociti (le cellule del fegato).
Di solito il grasso epatico rappresenta il 5% del peso di questo organo.
In percentuale variabile fino al 20% la steatosi può evolvere verso processi infiammatori e/o necrotici (NASH), di questo organo essenziale per la nostra sopravvivenza.
La steatosi (esclusa quella derivante da un’assunzione massiva di alcol) è più frequentemente causata da obesità, aumento del colesterolo e dei trigliceridi, diabete, malattie metaboliche e virali, e da numerosi farmaci.
Ma nella maggior parte dei casi è l’alimentazione sbagliata la causa regina di questa condizione.
Se si assumono troppi grassi, il fegato non riesce a smaltirli e a trasformarli in energia, è così costretto ad accumularli.
COSA MANGIARE
Purtroppo la steatosi epatica non presenta sintomi o disturbi specifici e viene individuata solo in sede di visita ecografica e/o di esami specifici.
Un fegato che funziona male è dannoso per il nostro benessere e può portare a malattie molto severe.
Bisogna volersi bene ed evitare questa possibilità.
Come?
Mettendo in pratica un’alimentazione corretta, non incentrata su grassi, carboidrati raffinati, zuccheri, dolci e alcol, ma ricca di verdura e frutta.
Preferire le carni bianche, il pesce, da alternare ai legumi.
Sostituire i grassi animali con i corrispettivi vegetali.
Diminuire drasticamente i formaggi grassi.
Ogni giorno mangiare tre porzioni di verdura e due di frutta fresca.
Eliminare l’alcol!
Non abusare di farmaci.
Praticare abitualmente esercizio fisico.
Non fumare.
Informarsi presso il proprio medico della possibilità di usare prodotti fitoterapici utili per supportare la funzionalità epatica.
È SEMPRE TEMPO DI RISO
È sempre tempo di riso.
Il riso non ha stagione, non ha età, non ha paese… lo mangiano proprio tutti!
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di darci qualche informazione circa questo cibo.
STORIA DEL RISO
Oggi vi parlo di un alimento che viene portato tantissime volte sulle nostre tavole, talmente versatile che si può utilizzare in mille modi e del quale si parla troppo poco: il RISO!
Gli antichi greci e i romani conoscevano molto poco il riso.
Sono stati gli arabi che lo introdussero in Europa, attraverso la penisola iberica.
Gli olandesi lo portarono poi nel Nord America nel XVII secolo e in seguito anche in Africa.
La sua diffusione era ed è massima nell’Asia, dove a tutt’oggi è inconcepibile un pasto senza riso.
BENEFICI
È un cereale appartenente alla famiglia delle graminacee (oryza sativa).
Come tutti gli alimenti ha delle caratteristiche peculiari.
Per iniziare possiamo far presente che è privo di glutine, per cui il consumo è indicato per chi soffre di celiachia.
A dispetto della sua popolarità, è il meno nutriente tra i cereali, soprattutto quello raffinato.
Contiene poche proteine, ma consumandolo insieme ai legumi, questo problema si risolve felicemente e gustosamente.
È privo di grassi e ricco di amido (amilopectina), ma in forma molto assorbibile; povero di vitamine e di sali minerali.
È facile da digerire, cosa che ne fa un alimento utile per bambini, anziani, soggetti fragili.
Si assimila velocemente, bastano 1-2 ore.
CONTROINDICAZIONI
Possiede un elevato indice glicemico, soprattutto il riso bianco e raffinato.
Con il riso l’insulina è prodotta in quantità elevata e si rischia di ingrassare se ne consumiamo molto, ma per fortuna ci sono tante varianti di riso, con comportamenti metabolici diversi e migliori.
Per esempio il riso basmati, quello tailandese e integrale, sono meno zuccherini perché più ricchi di amilosio. Sono perciò a più basso indice glicemico e non danno sbalzi insulinici.
È consigliato portare questi tipi di riso sulle vostre tavole, stando attenti agli abbinamenti.
ABBINAMENTI
Quando mangiate riso, non mangiate frutta, ma via libera alle verdure, ai legumi, a un secondo di carne o pesce, ma state lontani dalle patate!
Cercate di mantenere la cottura sempre al dente, più è cotto e meno è digeribile!
Attenzione al falso mito del piattone di riso in bianco …non fa dimagrire
Ma sarà utilissimo nei casi abbiate avuto episodi di diarrea o comunque di gastroenterite, perché aiuta a ripristinare la mucosa intestinale in sofferenza ed ha un’azione astringente.
Come potete vedere è un alimento molto leggero, e di facile digeribilità, ma non bisogna impostare il proprio regime alimentare esclusivamente sul riso da solo, bisogna abbinarlo ad altri alimenti ricchi di quel che manca a questo cereale.
BURGER DI CHIANINA IN FONDUTA
Una succulenta cena da consumare in queste serate invernali, chiusi in casa, magari con un buon bicchiere di vino?
Ce la propone Stefany! Food blogger di successo che unisce gusto e fantasia in ogni ricetta!
Potete seguirla sulla sua pagina Instagram dolcementestefany.
Per questa ricetta ha utilizzato i burger con carne di Chianina, della linea premium Amica Natura.
Surgelati senza l’utilizzo di conservanti, per un’alimentazione sana e ricca di gusto!
INGREDIENTI
2 burger Chianina Amica Natura
200 ml di panna
1 spicchio di fontina (quella con la buccia rossa)
1 crescenza intera
4 sottilette
mezzo cucchiaino di sale
PREPARAZIONE
Potrebbe sembrare semplice ma ci sono un paio di trucchetti per una fonduta perfetta: ci vuole una padella bassa e larga, antiaderente!
Per prima cosa mettere in padella la panna.
Aggiungere la fontina tagliata a quadratini, una crescenza intera, 4 sottilette e mezzo cucchiaino di sale.
Accendere il fuoco a fiamma bassa, e mescolare continuamente per circa 10 minuti, quando i formaggi saranno ben sciolti spegnere il fuoco.
Nel frattempo cuocere due hamburger di Chianina, mettendoli ancora surgelati su una piastra, e scottarli 5 minuti per lato.
Prepariamo il nostro piatto mettendo prima la fonduta, adagiare sopra i due hamburger e condire con un pizzico di sale grosso.
Un’esplosione di gusto!