Organizzare il frigorifero in pochi passi
Anche oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda fornisce preziosi consigli su come organizzare il frigorifero domestico per riuscire non solo a conservare in maniera ottimale gli alimenti, ma anche per ridurre inutili sprechi energetici.
Cosa accomuna la vostra cucina con tutte le altre?
No, non è la presenza o meno di una lavastoviglie, un fornello con piastra a induzione o a gas, un piano di lavoro spazioso o un’isola perfetta per la colazione.
Pensate all’unica cosa di cui tutte le cucine sono necessariamente fornite.
Cosa faremmo infatti senza frigorifero?
LE ORIGINI
Il frigorifero è uno di quegli elettrodomestici che hanno cambiato radicalmente le abitudini alimentari e non solo degli esseri umani. La sua introduzione nelle cucine ha modificato la gestione e la conservazione degli alimenti, incidendo positivamente anche sulla qualità del nostro tempo.
Il nome deriva dal latino frigus (freddo) fero (portare). Il primo brevetto risale al XIX secolo, uno sviluppo delle antiche ghiacciaie sotterranee che venivano caricate di neve e ghiaccio durante i mesi invernali.
I frigoriferi moderni, sempre più accattivanti esteticamente e performanti, sono diventati ormai degli elementi d’arredamento. Le loro caratteristiche e funzioni variano in base al modello e al prezzo di mercato.
Vediamo qualche suggerimento per organizzare alla perfezione l’interno del frigorifero in modo tale da sfruttare al meglio tutte le capacità tecniche.
LA TEMPERATURA
La temperatura ottimale di un frigorifero varia in base alla sezione considerata. Alcune aree sono infatti più fredde di altre. La corretta disposizione degli alimenti è quindi essenziale per una conservazione ottimale.
La parte centrale dovrebbe mantenere una temperatura interna di circa +4°/+5°, con una variabile di 2-10 gradi nelle altre zone.
Le confezioni non devono entrare in contatto con la parete di fondo del frigorifero. Questa è infatti una zona umida, soggetta a creazione di condensa con goccioline di acqua e brina. Il contatto diretto con gli alimenti potrebbe provocare un deperimento precoce dell’alimento, intaccando le sue proprietà organolettiche e i valori nutrizionali.
I PIANI DEL FRIGORIFERO
Vediamo ora una corretta disposizione degli alimenti nei vari ripiani del frigorifero. Come accennato prima, infatti, la temperatura del vano interno varia in base alla zona di interesse e un’adeguata disposizione del cibo garantisce una migliore conservazione.
I CASSETTI
I cassetti sono generalmente dedicati alla conservazione di frutta e verdura, che vanno accuratamente rimosse dalle loro confezioni e pulite grossolanamente.
Possono essere avvolte in carta da cucina o conservate negli appositi sacchetti. Questo permette di evitare la formazione di umidità e conseguente condensa, cosa che ne provocherebbe un rapido e precoce deperimento.
Questi cassetti devono essere puliti frequentemente per evitare la formazione e la proliferazione di batteri potenzialmente dannosi non solo per gli alimenti, ma anche per il nostro organismo.
PRIMO RIPIANO
Il primo ripiano, quello posto direttamente sopra i cassetti, è dedicato generalmente alla collocazione di carne e pesce, freschi e crudi.
Tuttavia, alcuni modelli di frigorifero consigliano di porli nel ripiano più alto. Ecco perché è fondamentale prestare attenzione alle etichette illustrative del proprio frigorifero che permettono di indicare la collocazione più idonea dell’alimento.
RIPIANI CENTRALI
I ripiani centrali sono riservati a salumi aperti, piatti pronti come paste già cotte e condite, carne e verdure cotte, avanzi, minestroni e zuppe.
È consigliabile porli in appositi e pratici contenitori trasparenti che, oltre a garantire una migliore conservazione, semplificano e riducono i tempi di identificazione dell’alimento.
ULTIMO RIPIANO
L’ultimo ripiano è dedicato alla conservazione di latticini, come formaggi e yogurt, affettati confezionati e uova fresche.
In caso di assenza di spazio, latticini, latte e uova possono essere sistemati anche nei ripiani della controporta, generalmente dedicati a bibite e burro.
TIPS!
Ecco alcuni consigli semplici utili a migliorare la funzionalità dei nostri frigoriferi:
- Assicurare sempre la circolazione dell’aria interna del vano non ammassando troppo cibo all’interno.
- Pulire e igienizzare con regolarità il frigorifero e sbrinare il freezer. Ricordarsi di staccare la corrente elettrica durante queste operazioni!
- Non sostare a lungo di fronte al frigorifero con la porta aperta. Le nuove tecnologie hanno installato un apposito allarme che avvisa quando viene superato il tempo massimo consigliato.
- La temperatura interna ideale è tra i +4° e i +6°. Superati i +6°, non è possibile garantire una corretta conservazione degli alimenti e risulta inoltre più dispendiosa a livello economico. Un piccolo accorgimento che può incidere sulla bolletta!
Radicchio rosso, un potente antiossidante
Amaro, dolce, pungente. Croccante, succoso e soddisfacente. Striature violacee e bianche.
Avete capito di quale ortaggio stiamo parlando?
Esatto, del radicchio rosso!
ORIGINI
Ortaggio dal sapore speciale, il radicchio rosso può essere trovato in diverse varianti.
In Italia il più noto è quello di Treviso, tutelato dalla certificazione IGP – Indicazione Geografica Protetta.
Il radicchio rosso di Treviso può essere precoce o tardivo. Il primo presenta una foglia larga, ha un sapore più amaro ed è meno pregiato; il secondo ha un piacevole sapore amarognolo, una consistenza più croccante ed è più pregiato.
Ortaggio del periodo autunnale e invernale, è un must have delle cucine e delle tavole italiane che non dovrebbe mai mancare.
PROPRIETA’ E BENEFICI
Appartiene alla famiglia delle cicorie, insieme a puntarelle e catalogna. Contiene acido cicorico, responsabile del retrogusto amaro tipico di questo ortaggio, in grado di stimolare i succhi gastrici e di facilitare la digestione e la secrezione di bile.
L’acido cicorico, inoltre, è un composto fenolico che possiede proprietà antitrombotiche e antiinfiammatorie.
Nel radicchio rosso sono presenti elevate quantità di antocianine, pigmenti responsabili del colore vivace delle foglie. Le antocianine sono polifenoli che aiutano a mantenere la salute dei vasi sanguigni e migliorare quella del cuore.
Oltre ad acido cicorico e antocianine, il radicchio rosso è ricco in sali minerali, tra cui potassio, fosforo, sodio, ferro e magnesio.
Contiene vitamina C, nota per le sue funzioni antiossidanti e contrastanti l’azione dannosa dei radicali liberi.
Sono presenti anche fibre e acqua in grande quantità, cosa che permettono di migliorare le funzioni del transito intestinale.
Grazie al basso introito calorico e alla consistenza croccante è in grado di aumentare il senso di sazietà, cosa che lo rende particolarmente indicato alle persone che stanno seguendo un regime dimagrante.
IL RADICCHIO IN CUCINA
È un ortaggio molto versatile in cucina.
Il radicchio rosso IGP di Treviso è ideale per risotti, salse da primo piatto (buonissimi pesti di radicchio rosso e noci) o sulla pizza.
Il radicchio di Verona è invece buonissimo alla griglia, gratinato o come ripieno per paste fresche quali crespelle e ravioli.
Il radicchio di Chioggia è perfetto per un consumo a crudo, per arricchire insalate o da gustare in un ricco pinzimonio.
Non temete per la dimensione di un cespo! Dopo previa e leggera cottura, il radicchio può essere surgelato e conservato per parecchio tempo.
Voi come utilizzate il radicchio rosso in cucina?
Cuor di carciofo
CURIOSITA’
Il carciofo, cynara scolymus, è una pianta della famiglia delle Asteracee (o Composite), le cui origini risalgono al primo secolo d.C. Nonostante la pianta a carattere selvatico fosse conosciuta da greci e romani, documentazioni storiche sembrano trovare le prime tracce di domesticazione del carciofo negli orti famigliari siciliani.
La leggenda che balena intorno a questa pianta attribuisce l’origine del nome a una ragazza che, una volta sedotta da Giove, venne trasformata in un carciofo.
La diffusione dell’ortaggio passa dalla Sicilia alla Toscana, fino ad arrivare in Francia grazie a Caterina de’ Medici.
Oggi il carciofo viene coltivato in Italia e nel mondo non solo per il suo gusto particolare e versatile, che lo rendono perfetto per molte ricette, ma anche per le sue proprietà medicinali e benefiche.
Sin dai primi utilizzi, infatti, gli vennero attribuiti effetti straordinari sul nostro organismo, tra cui poteri afrodisiaci.
PROPRIETA’
Oltre ad avere una palatabilità straordinaria, i carciofi sono fonte preziosa di importanti nutrienti. Ricchi in calcio (addirittura più del latte!) e esenti da grassi, i carciofi contengono numerosi e minuscoli composti che, grazie alla loro azione fisiologica, sono fondamentali per la salute del nostro organismo.
Nel carciofo possiamo trovare:
- CINARINA: agisce sulle cellule del fegato, aumentando la produzione di bile, e su quelle dei reni, aumentando il filtrato glomerulare e la produzione dell’urina. Con la cinarina sono presenti anche cinarosido, cinaropicrina, acidi organici (malico, lattico, citrico, glicolico, glicemico).
- STEROLI: sostanze nella loro struttura chimica simili al colesterolo, ma di origine vegetale. Sono in grado di limitare l’assimilazione del colesterolo nell’intestino.
- INULINA: fibra alimentare che nutre i microrganismi probiotici intestinali. Contribuisce allo sviluppo di una microflora positiva, donando uno stato di benessere ed eubiosi intestinale.
Studi scientifici hanno anche dimostrato che i composti che derivano dalla fermentazione dell’inulina sembrano essere coinvolti nella prevenzione del tumore al colon.
Per poter beneficiare degli effetti benefici di questa fibra alimentare, una conservazione adeguata dei carciofi è fondamentale. Il frigorifero, o il freddo in generale, è il miglior metodo di conservazione. Meglio tenere i vostri carciofi a 4 gradi, avvolti in pellicola domopak.
ORTAGGIO MEDICINALE
Il carciofo è digeribile e ben tollerato sia da persone sane che da persone con patologie particolari. Grazie ai suoi componenti e alle sue proprietà, viene considerato un alimento medicinale, particolarmente indicato nei seguenti casi:
- malattie epatiche
- malattie biliari
- disturbi renali
- colesterolo troppo elevato
- diabete
- malattie della pelle
Il carciofo contiene, infatti, sostanze che contribuiscono a migliorare il funzionamento del fegato.
Meglio farne il pieno ora che è ancora di stagione!
MILLE RICETTE, GUSTO IMPECCABILE
Sapete che i carciofi sono un ortaggio molto versatile in cucina?
Possiamo mangiarli crudi oppure cotti, come fritti, sottolio, arrostiti e così via.
Se li cuocete, meglio optare per la cottura a vapore. In questo modo verranno conservati la maggior parte dei sali minerali e degli oligoelementi.
Esistono inoltre moltissime ricette regionali che arricchiscono l’ortaggio rendendolo ancora più goloso.
E voi avete qualche ricetta particolare?
Nella vostra Regione come si consumano di preferenza?
Se festeggi con lenticchie e cotechino…
Se festeggi con lenticchie e cotechino, l’anno tuo sarà divino!
Il 2023 è da poco cominciato e scommettiamo che il giorno di Capodanno le lenticchie saranno state presenti sulla tavola di moltissimi italiani, un po’ per scaramanzia e un po’ per tradizione. Questi legumi sono piccole miniere di proprietà benefiche non solo per il nostro organismo, ma, se crediamo veramente che possano portare denaro, anche per il nostro portafoglio! Scoprite insieme alla nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda tutte le caratteristiche e le curiosità su questi piccoli alimenti.
Chi non ha iniziato questo 2023 con delle lenticchie portafortuna?
Ma se oltre a portare fortuna, fossero anche degli splendidi legumi da proprietà nutrizionali super benefiche per il nostro orgaismo?
Scopriamone le caratteristiche.
ORIGINI STORICHE
La parola lenticchie deriva dal latino lens culinaris Medik, con riferimento alla tipica forma di piccola lente.
Sono uno dei legumi più sfruttati in cucina e non solo. I primi segni di uso alimentare risalgono a 11000 mila anni fa. Sono stati trovati carbonizzati nella grotta di Franchthi, in Grecia, e possiamo trovarli citati addirittura nella Bibbia!
La simbologia legata alla fortuna risale agli antichi romani.
Durante i festeggiamenti legati alla fine dell’anno (che cadeva il primo marzo), ai famigliari e alle persone più care veniva donata una piccola saccoccia colma di lenticchie con la speranza che queste, una volta giunto il nuovo anno, potessero trasformarsi in denaro.
TANTE VARIETA’, DIVERSE CARATTERISTICHE
Esistono diverse varietà di lenticchie che si differenziano soprattutto per il colore.
Possiamo trovarle verdi, rosse, marroni e nere.
Ogni tipologia ha proprietà organolettiche specifiche che le rendono adatte ai particolari utilizzi in cucina.
Le marroni, per esempio, sono utilizzate per accompagnare zuppe o carni lessate.
Quelle rosse sono perfette per creare spume cremose o hummus, mentre quelle nere per arricchire insalate o piatti di pesce.
PROPRIETA’ E BENEFICI
Le lenticchie sono legumi ricchi di proprietà nutrizionali con effetti benefici sul nostro organismo. Miniera di proteine, fibre, ferro, magnesio e potassio, ma anche isoflavoni, dei potenti antiossidanti.
Sono molto energetiche, ma essendo fonte di purine il loro consumo è sconsigliato ai malati di gotta e uremia.
Le proteine che possiamo trovare in questi legumi sono però carenti in aminoacidi essenziali, come la cisteina e la metionina, cosa che impedisce un’assimilazione completa di tutti gli aminoacidi. Per questo motivo è consigliabile associare il consumo di lenticchie a pasta o cereali. Ma prestate attenzione alle quantità: anche le lenticchie, come gli altri legumi, contengono carboidrati.
CURIOSITA’
Le lenticchie sono conosciute per le loro proprietà galattofore. Per questo motivo vengono spesso consigliate alle neomamme che allattano al seno.
Questi legumi hanno anche proprietà lassative e antiossidanti, agendo principalmente sul tratto gastrointestinale e digestivo. Sebbene questo aspetto porti generalmente un effetto benefico sull’organismo, in alcune persone predisposte un grande quantitativo di lenticchie può provocare severi disturbi intestinali.
E voi come cucinate le lenticchie? Che tipologia preferite e come le abbinate ai vari piatti?
Come affrontare il gonfiore post Natale
Sentirsi gonfi per giorni dopo la cena della Vigilia e il pranzo di Natale è assolutamente normale. Anche vedere la bilancia che segna 2kg in più. Vi starete domandando come sia possibile ingrassare così velocemente, quando è così difficile perdere peso. Ma si può veramente ingrassare in soli due giorni?
La nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda oggi sfaterà qualche mito sul gonfiore post Natalizio e su tutte le diete fast e detox riparatrici.
Alzi la mano chi, durante questi giorni festivi, non si è lasciato andare alle gioie della tavola.
Complice anche la compagnia di parenti e amici (e di piatti che raramente ci permettiamo di mangiare), il periodo festivo è sempre molto ricco di cibo di ogni tipologia… dolce, salato, grasso, proteico e un pesante mix di tutti.
Alzi la mano ancora una volta chi non sta provando sensi di colpa nel vedere che i jeans faticano un pochino a chiudersi ora. Ammettetelo, state cercando qualsiasi formula detox che vi permetta di sgonfiarvi in poco tempo, almeno il necessario per affrontare il cenone di Capodanno.
DIETE DETOX VELOCI, FUNZIONANO?
Diete miracolose a base di limone, mele e tisane diuretiche e digestive.
Funzionano veramente? Ma soprattutto, che effetti hanno sul nostro organismo?
Ripeterlo fino allo sfinimento non basterà, lo sappiamo. Ma proviamoci: ci vogliono ben più di due giorni per ingrassare, anche se sono stati due giorni intensi di mangiate e bevute super caloriche.
È normale sentirsi gonfi, appesantiti e costipati.
È normale anche vedere quei 2 maledetti chili di troppo sulla bilancia.
Ma non siete ingrassati: state semplicemente trattenendo molti più liquidi!
I momenti conviviali delle feste andrebbero vissuti con serenità, consapevoli sia dell’eccesso di cibo ingerito che del conseguente eccesso di nutrienti assorbiti dal nostro organismo.
Non temete: se riprenderete la vostra alimentazione quotidiana, regolare e soprattutto bilanciata, in poco tempo ritornerete al vostro peso consueto.
Infatti, per mettere un kg di grasso ci vogliono circa 7000 calorie di surplus rispetto al vostro fabbisogno quotidiano. Sfido trovare qualcuno che abbia mangiato così tanto!
RITORNARE AL PESO FORMA
Quindi keep calm and back to reality!
Abbondate con verdure e proteine in questi giorni, limitando (non eliminando) carboidrati e grassi.
Cercate di assumere molti liquidi che aiuteranno la diuresi e, di conseguenza, allevieranno quella fastidiosa sensazione di gonfiore.
Ma sapete qual è la cosa che meglio aiuta a recuperare il proprio peso forma?
Un’attività fisica regolare.
Che si tratti di corse mattutine, nuotate in piscina o di lunghe passeggiate all’aria aperta, il movimento fisico è essenziale per recuperare in fretta la tonicità e per sentirci in forma.
Quindi niente scuse! Mettete le vostre scarpe da ginnastica e preparatevi per il cenone di Capodanno.
Panettone o pandoro?
Oggi la nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci mette di fronte a uno dei dilemmi natalizi più grandi. Panettone o pandoro? Questi due prodotti dolciari da forno sono squisiti e…ricchi di burro! Ma sapete quali sono le principali differenze tra i due? Leggete l’articolo e schieratevi!
Imperatori delle festività, protagonisti delle tavolate natalizie e delle colazioni seguenti.
Sono così buoni e gustosi che rappresentano uno dei quesiti principali del menu natalizio (e non solo): pandoro o panettone?
Al di là di preferenze personali, marche e diversi gusti e farciture, vi sono alcune differenze nutrizionali fondamentali fra i due tipici dolci di Natale.
La più evidente all’occhio?
Il panettone tradizionale contiene più uova e ha una pasta costellata da canditi e uvetta.
Ci sono altre differenze sostanziali.
Scopriamole insieme.
IL PANETTONE
Prodotto dolciario da forno a pasta morbida, il panettone è fatto con lievito madre e deve lievitare per circa 2-3 giorni.
La base è rotonda, mentre la superficie presenta una crosticina screpolata e tagliata in modo caratteristico.
Gli ingredienti principali sono farina di frumento, zucchero, uova di categoria A, materia grassa butirrica, uvetta e scorze di agrumi canditi.
Il produttore può aggiungere in modo facoltativo ulteriori ingredienti.
Alcuni dei più utilizzati sono: latte e derivati, miele, burro di cacao, zuccheri, lievito, aromi naturali, conservante acido sorbico e sorbato di potassio, e aromi fruttati.
Ma quante calorie possiede una porzione di questo agglomerato delizioso di ingredienti?
Il panettone possiede tra le 330 e le 360 calorie ogni 100 grammi.
CURIOSITA’
Sapete perché si chiama Panettone?
Il nome deriva dal taglio del burro sciolto nelle vecchie latterie di paese. Il burro sciolto in grande quantità veniva tagliato secondo le necessità del cliente che ne acquistava quindi, dal grande blocco, un singolo panetto: il panettone.
Questi pani di burro avevano una forma conico-cilindrica che richiama il nostro tipico dolce milanese.
IL PANDORO
La prima differenza sostanziale che possiamo notare è la durata del processo di lievitazione.
Se il panettone lievita per circa 2-3 giorni, l’impasto del pandoro ha una lievitazione massima di 36 ore.
La seconda differenza visibile riguarda la forma caratteristica del dolce: un tronco di cono con sezione ottagonale, la superfice soffice (non crostosa come quella del pandore), una struttura setosa e morbida con una alveolatura minuta e uniforme.
L’aroma del pandoro è inconfondibile: una volta aperto, burro e vaniglia riempiono subito le narici.
Il pandoro in effetti contiene grandi quantità di burro e aromi di vaniglia/vanillina.
Il burro viene inserito con la sfogliatura, mentre nel panettone è inserito direttamente null’ultimo impasto. Il pandoro inoltre ha una pasta più gialla, è più morbido e dolce, richiama quasi l’impasto della brioche.
Ma quante calorie possiede l’amico più burroso del panettone?
Il pandoro può arrivare a 410 calorie ogni 100 grammi.
CURIOSITA’
Il nome deriva dal veneto Pan de Oro.
Il brevetto del dolce natalizio venne depositato da un certo Domenico Melegatti al ministero dell’agricoltura il 14 ottobre 1894.
PANDORO O PANETTONE?
Entrambi i dolci hanno un elevato contenuto calorico che, insieme alla tipologia di ingredienti di cui sono costituiti, li escludono dai cibi considerati dietetici.
Chi vince quindi la sfida?
Se guardiamo all’attentatore alla linea, il pandoro è sicuramente il vincitore. Ma se siete dalla sua parte, non preoccupatevi: Natale viene solo una volta l’anno!
Il trucco per non rinunciare a questi peccati di gola?
Ridurre le calorie del pranzo o della cena, limitare la porzione del pandoro o panettone e aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.
Sicuramente una fetta di pandoro o panettone non vi farà ingrassare!
Voi quale preferite?
Una zuppa, mille zuppe
Le temperature rigide mettono a dura prova il nostro corpo. Per sostenerlo e confortarlo, la nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda consiglia di cimentarsi in cucina per realizzare il comfort food autunnale-invernale per eccellenza: la zuppa. Scoprite i benefici e le numerose ricette.
Rimedi contro le temperature rigide e l’avvicinarsi della stagione invernale?
Una zuppa calda e fumante, pronta a riscaldare corpo e mente.
COMFORT FOOD DELLA STAGIONE FREDDA
Comfort food per eccellenza della brutta stagione, le zuppe sono in grado di regalare un momento di pace sia per la mente che per l’organismo.
La loro stessa preparazione assume l’aspetto di un rituale rilassante… Pensate al rumore della zuppa che sbolle, il vapore che esce dalla pentola e il profumo che ne viene rilasciato, che riempie la cucina e le narici.
Ma sapete qual è l’aspetto più bello delle zuppe?
Sono estremamente versatili.
Il vostro palato non si stancherà mai perché potrete mettere tutta la fantasia che volete per creare nuove ricette.
Aromi, profumi e gusti sempre diversi, in grado di conservarsi per più giorni e pronti a scaldarvi il cuore all’occorrenza.
PROPRIETA’ E NUTRIENTI
Le zuppe sono ricche di nutrienti con effetti benefici sul nostro organismo.
Sali minerali, vitamine, fibre, proteine, antiossidanti sono solo alcuni dei nutrienti che apportano al nostro corpo.
La parte migliore sapete qual è?
Sono leggere ma sazianti, ottime alleate di un regime alimentare dimagrante soprattutto se si monitora attentamente il condimento. Per renderle ancora più leggere, è meglio evitare l’aggiunta di pasta o riso che aumenterebbero consistentemente l’apporto calorico.
MILLE ZUPPE
Per arricchire la vostra zuppa potete accompagnarla con fette di pane tostato o crostini fatti in casa. Il contrasto di consistenze stimola infatti sensazioni sorprendentemente piacevoli per il palato.
Se siete tra i più golosi, aggiungete una spruzzata di Olio Evo e Parmigiano Reggiano a piacere.
Per insaporirle ulteriormente, potete anche aggiungere uno spicchio d’aglio, toccasana per la salute. A fine cottura, aggiungete un pizzico di curcuma… sorprenderà i vostri ospiti!
Per la stagione autunnale-invernale potete provare ricette diverse, ottime ma soprattutto salutari. Le nostre zuppe preferite sono a base di:
- Patate e porri
- Zucca e/o zucchine
- Cipolle e pane raffermo
- Sedano rapa
- Lenticchie
- Cavolo nero
- Cavolfiore
- Carote e patate
- Fagioli e castagne
- Farro e ceci
Il segreto per la zuppa perfetta?
Tanta fantasia e un pizzico di amore!
Una dieta…”ferrea”!
Sapete quanto è importante il ferro per il nostro organismo? Dove possiamo trovarlo naturalmente negli alimenti che ingeriamo?
Il nostro organismo è in grado di assorbire il ferro da ogni alimento?
In questo contributo, la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla di questo importante minerale, della sua composizione e delle possibili risposte del nostro corpo di fronte a una sua carenza.
COS’È IL FERRO
Il ferro è l’elemento chimico di numero atomico 26.
La sigla è FE.
Nel corpo umano è un componente fondamentale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno ai polmoni, e della mioglobina, la proteina che rifornisce i muscoli di ossigeno.
Ma non solo.
Partecipa all’attività di molti enzimi, alla produzione di alcuni ormoni e del tessuto connettivo.
Nel corpo umano è uno dei minerali presenti in quantità più elevate ed è quindi di fondamentale importanza avere un’assunzione corretta e livelli perfetti.
Una carenza, infatti, potrebbe evolvere in determinate patologie, come l’anemia o, semplicemente, la stanchezza.
COME ASSUMERE FERRO
L’alimentazione è il nostro fornitore primario di questo prezioso e indipensabile minerale.
Possiamo distinguere due tipologie di ferro.
Il primo è quello emico, contenuto negli alimenti di origine animale – come carne, pesce, molluschi e crostacei. Ne sono molto ricchi il fegato e le sardine.
Il secondo è quello non emico, contenuto negli alimenti di origine vegetale. Questo si trova in moltissimi alimenti come legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie e lupini), semi di zucca, cioccolato fondente e cereali (riso, mais, frumento, orzo, avena, quinoa e segale).
Ne sono ricchi anche frutta e verdura – come spinaci, cicoria, biete, lattuga, pomodori, cavoli, cavolo riccio, broccoli, avocado, lamponi, fragole e banane – e frutta secca a guscio – come nocciole, mandorle, pistacchi e noci.
ASSORBIMENTO DEL FERRO
Il ferro non emico, contenuto negli alimenti di origine vegetale, è di più difficile assorbimento rispetto a quello emico, presente nei cibi di origine animale.
Per facilitarne l’assorbimento, si può abbinare la sua assunzione ad alimenti ricchi di vitamina C, aggiungendo, per esempio, limone su verdure crude o legumi – anche su carne e pesce è ottimo – o consumando un kiwi a fine pasto.
Inoltre, la presenza di fitati nei legumi e cereali integrali, può ostacolarne ulteriormente l’assorbimento. Per ridurre la presenza di fitati, è sufficiente lasciare i legumi a bagno in acqua calda con limone per qualche ora prima di cuocerli.
Anche alcuni fattori esterni possono inibire l’assimilazione del ferro.
Latte, latticini e alimenti ad alto contenuto di tannini, come caffè, tè, vino e cioccolato, possono infatti avere un’azione ostacolante nel processo digestivo di questo minerale. È quindi consigliato consumarli in un altro pasto, lontano dal momento si assunzione di ferro.
Voi come integrate il ferro nella vostra alimentazione?
RUBINO D’AUTUNNO
Anche oggi la nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci svelerà le proprietà nascoste dietro le meraviglie della natura. Scopri proprietà, benefici e curiosità della melagrana, frutto ottobrino e novembrino che ci stupisce sin dalla sua conformazione anatomica.
Un frutto dalla particolare configurazione anatomica che spesso ne scoraggia il consumo. Grani rosso rubino che arricchiscono insalate e centrifughe mattutine.
Avete capito di cosa stiamo parlando?
Della melagrana ovviamente!
La melagrana è un scrigno di piccoli diamanti super potenti che coronano la nutrigenomica, la disciplina scientifica che studia i rapporti tra nutrizione e genoma.
Un frutto ricco di sapore e quasi portentoso per il benessere del nostro organismo al massimo delle sue potenzialità nei mesi di ottobre e novembre.
ORIGINE
Il melograno, punica granatum, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Punicaceae o Lythraceae. Originario dell’Iran e del Medio Oriente, il melograno è da sempre presente nella macchia mediterranea.
Gli antichi romani importarono il melograno dalla Tunisia scoprendone sin dall’inizio i benefici e l’uso terapeutico. Si diffuse quindi in tutta Italia come simbolo di prosperità.
Il suo nome deriva dal latino malum granatum, letteralmente mela con semi, e in diverse religioni e culture ha assunto diversi significati simbolici, come simbolo di vita e fertilità, ma anche di potere, sangue e morte.
I GRANI E IL LORO SUCCO
I grani o chicchi, in termine scientifico arilli, sono molto succosi e hanno un sapore asprigno e dolce allo stesso tempo.
Una volta spremuti si trasformano in una gradevole bevanda ricca di antiossidanti e sali diuretici.
Il consumo di succo di melagrana aumenta inoltre la digeribilità di molti alimenti, come insalata, carne e pesce.
L’abbinamento della melagrana, frutto alcalinizzante, con le proteine animali contrasta la formazione di scorie acide che favoriscono l’infiammazione dei tessuti.
VALORI NUTRIZIONALI E BENEFICI
100g di melagrana (considerando solamente la parte edibile, quindi i grani) apportano 63 calorie.
I grani sono ricchi di vitamina A, C e B, di potassio e fosforo, nutrienti che concorrono a potenziare il sistema immunitario. Grazie ai loro principi attivi, ci preparano inoltre ad affrontare l’inverno e a prevenire i classici malanni stagionali con un’azione simile a quella di un vaccino.
Da poco tempo si è scoperto che la massiccia presenza di antiossidanti e fitoestrogeni presenti nella melagrana hanno un’azione riequilibrante sul sistema ormonale e immunostimolante.
Studi recenti hanno confermato la funzione regolatrice della melagrana sugli sbalzi di umore tipici della menopausa e sul rafforzamento delle ossa.
Una ricerca dell’Università del Wisconsin ha inoltre rilevato come il consumo di melagrana è potenzialmente in grado di agire come scudo contro le cellule cancerogene in caso di tumore alla prostata.
IL SUPERPOTERE
La principale attività della melagrana sul nostro organismo riguarda gli effetti su cuore e arterie.
Grazie al consistente contenuto di flavonoidi, il frutto è un ottimo protettore di vasi sanguigni, preservandone l’elasticità e prevenendo malattie cardiovascolari.
Per usufruire al massimo di questi benefici, è consigliabile consumarla sotto forma di succo fresco, ottenuto dalla spremitura del frutto stesso.
La melagrana non porterà solamente nutrienti super potenti nella vostra dieta, ma anche colore e allegria sulla vostra tavola!
Cosa aspettate? Non lasciatevi sfuggire questa meraviglia della natura.
Il frutto degli dei
I mesi autunnali sono ricchi di alberi che ci donano frutti particolari ma estremamente ricchi da un punto di vista nutrizionale. La Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla oggi dei cachi, frutti dalle dimensioni di una mela che si distinguono per un colore molto acceso che spicca tra gli alberi spogli. Scoprine valori nutrizionali e benefici.
Arancioni o rosso brillante che siano, i cachi evocano l’immagine di un fuoco ardente proprio per i loro colori accesi.
Il loro nome scientifico deriva dal greco, diospyros kaki, ma noi siamo abituati a chiamarli con il nome giapponese kaki o semplicemente cachi.
LE ORIGINI
Il nome scientifico della pianta deriva dal greco diospyros, frutto degli dei. È una pianta esotica della famiglia delle Ebenacee, importata dall’Asia verso la metà dell’Ottocento ed originaria delle regioni calde della Cina.
Nei primi del Novecento la coltivazione di cachi si diffonde principalmente in Romagna e Campania, dove ancora oggi si hanno coltivazioni significative.
Si narra che il primo albero in Italia fu coltivato nel giardino di Boboli a Firenze nel 1871.
PROPRIETA’ E BENEFICI
Lo sapete che il caco è un valido aiutante del sistema immunitario?
Ricchissimi di betacarotene, vitamina C e sostanze ad azione antiossidante, i cachi sono dei validi aiutanti del sistema immunitario.
Possiedono inoltre proprietà antinfiammatorie e immunostimolanti.
Contengono pectina e mucillagine, carboidrati complessi che danno alla polpa la caratteristica consistenza gelatinosa.
Proprio grazie a queste sostanze, alla sua componente in fibre, acqua e zuccheri, sono un ottimo alleato della regolarità intestinale.
VALORI NUTRIZIONALI
100g di cachi apportano circa 65kcal e 16g di zuccheri.
La componente zuccherina relativamente bassa (non tanto distante da quella dei mandarini, per esempio), rende questi frutti degli ottimi alleati in un regime dimagrante ipocalorico. Inoltre la loro componente di fibre ha un ruolo di regolazione nell’assorbimento degli zuccheri.
E’ ammesso quindi il consumo anche da parte dei diabetici che lo possono mangiare tranquillamente e, anzi, possono beneficiare della loro azione positiva sull’apparato digerente, usufruendo anche dei carotenoidi e del ferro presente in questi frutti.
CONTROINDICAZIONI
Non vi sono particolari controindicazioni legate al consumo di questo frutto.
In caso di colite o sindrome del colon irritabile è consigliabile limitarne il consumo.
I cachi possono infatti accentuare la sensazione di gonfiore o di fastidio legate a queste patologie.
Voi come li consumate? Tali e quali o vi cimentate in nuove ricette?
Budino di cachi e cacao? Porridge cachi, avena e cannella?
Insalata di cachi grigliati, rucola, finocchi e mandorle?
Pane integrale tostato con ricotta e crema di cachi?
Siete più creativi?
Fateci sapere le vostre ricette!