NATALE: POCHE PERSONE ATTORNO AL TAVOLO, MA MOLTO CIBO

Natale è passato, purtroppo è stato un Natale come non avremmo pensato di vivere.
Ma anche se lo abbiamo trascorso in compagnia di un numero ristrettissimo di persone, le nostre tavole sono state comunque imbandite con ottimo e tanto cibo.
Cibo, cibo e ancora cibo!
Purtroppo, poco movimento fisico per via delle ormai note limitazioni e, diciamocelo pure, anche un po’ per pigrizia.

Il nostro palato ne sarà contento, ma chiediamoci se anche il nostro organismo lo sia.
Quindi cosa fare?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda!

IMPARARE A SELEZIONARE IL CIBO

Cosa fare per non uscire rotolanti e pieni di sensi di colpa da questo periodo di giusto relax?
Come evitare di affacciarci a gennaio con qualche chilo in più?
Diventiamo dei fini strateghi e poniamo subito rimedio!
Il cibo non è un nemico, se impari ad amarlo ti renderà felice.
Puoi imparare a selezionare del cibo sano, senza minacciare la linea.

COLAZIONE, PRANZO, CENA E SPUNTINO

Dimenticate per questi giorni che seguono il Natale e la vigilia, i pasti ricchi di carboidrati, sembra difficile ma vi assicuro che ci si riesce benissimo.
Abolite pane, pasta, grissini, stuzzichini, risotti…insomma, tutto ciò che contiene cibi fatti con farine di vario tipo.
È importante mantenere una dose di carboidrati a colazione (vi ricordate l’importanza della colazione, vero?).
Si può spaziare dalle fette biscottate rigorosamente integrali o senza glutine, ad un toast, a biscotti (pochissimi mi raccomando) integrali o senza glutine, a cialde soffiate di riso o di cereali vari.
Un bel centrifugato depurante o drenante completerà il tutto.

Non esagerate però con la frutta! È buonissima e salutare, ma ricca di zuccheri e in questo periodo è ottima cosa ridurre l’apporto di zucchero, che purtroppo è onnipresente, anche in cibi non sospetti.
Ai pasti principali diamo via libera a tutto ciò che è proteico, facciamo cioè uso di proteine animali o vegetali (naturalmente No agli affettati di qualsiasi tipo e alle preparazioni di cibi fritti e/o molto unti).
Via libera anche ad abbondanti porzioni di verdure di tutti i tipi (crude o cotte), eliminando naturalmente le patate che contengono troppi amidi.

Via libera a tutto ciò che “zuppa, passato di verdure, minestroni (senza aggiunta di pasta, naturalmente), tenendo presente che col freddo aumenta fisiologicamente il desiderio di cibi caldi e liquidi.
Niente dolci, dolcini, dolcetti, cioccolata.
Niente bevande alcooliche: i brindisi non ci mancheranno nei prossimi giorni!
Solo una buona e trasparente acqua, in grandi quantità.
Per i più motivati: potete benissimo consumare 1 pasto sostitutivo al giorno. Sono ben fatti, completi, non vi tolgono forza e li trovate un po’ dappertutto oramai, anche nei supermercati.

Come fuori pasto, uno yogurt, una manciata di semi oleosi, una barretta confezionata.
Dopo cena…stop! Non si mangia più nulla!

CAMMINARE FA BENE

Ultima raccomandazione: bastano 10 minuti di camminata dopo i pasti per tener sotto bada la glicemia. Meglio una breve camminata (10 minuti, ripeto) tutti i giorni dopo i pasti, che mezz’ora o un’ora di movimento ogni tanto, quando abbiamo voglia o ce ne ricordiamo.
E questo secondo studi recentissimi, seri e ben monitorati.

LA TRADIZIONE IN TAVOLA

Natale vuol dire famiglia, e famiglia è cibo fatto in casa!
Quello tradizionale, che si tramanda di generazione in generazione.
Molte tradizioni non vengono rispettate, ma alcune resistono e anzi, con questa bruttissima crisi emergenziale, si stanno riscoprendo e apprezzando i sapori tipici.

Ad ogni regione spetta la sua tradizione culinaria.
Dalle montagne, al mare, passando per la campagna, da anni e anni si seguono bellissime e buone abitudini.
Mi limiterò ad elencare alcune ricette tradizionali, in quanto non sarà mai possibile scrivere tutte le pietanze della cucina Italiana, che ha un patrimonio immenso di prodotti e ricette.
Questi primi piatti vengono spesso metti a tavola durante le feste natalizie.

PRIMI PIATTI TRADIZIONALI

Parlando dei primi piatti, che sono abbondanti e il più delle volte plurimi, ecco un rapido elenco:

Piemonte: dominano gli agnolotti ripieni di carne, o un risotto al Barolo
Lombardia: tortellini in brodo o casoncelli di vario tipo (zucca, carne, ricotta e spinaci)
Emilia Romangna: tortelli tradizionali, al burro e salvia o di zucca, pasta fatta a mano (tagliatelle o lasagne), passatelli in brodo
Alto Adige: canederli in brodo o asciutti, polenta
Friuli Venezia Giulia: trippa con sugo e formaggio, brovada e muset
Liguria: maccheroni in brodo, ravioli alla genovese
Val d’Aosta: zuppa alla Valpellinentze, carbonara valdostana
Veneto: brodo di cappone, gnocchi al sugo d’anatra, polenta e baccalà
Toscana: cappelletti in brodo, caciucco
Umbria: cappelletti ripieni di cappone, spaghetti alla nursina
Marche: maccheroni allo stoccafisso, spaghetti al sugo di mare
Abruzzo: minestra di cardi, timballo di scripelle
Lazio: cappelletti in brodo, pasta ai broccoli
Puglia: orecchiette alle cime di rapa, cavatelli ai frutti di mare
Basilicata: minestra di scarola, strascinari con ragù
Campania: spaghetti con le vongole, linguine all’astice
Calabria: spaghetti con le alici e mollica di pane, minestre di verdure
Sardegna: linguine ai ricci, culurgiones
Sicilia: pasta con le sarde, timballo di riso

Vi è già venuta l’acquolina in bocca?

PANDORO O PANETTONE?

L’eterna lotta tra pandoro e panettone!
Sono da sempre i dolci tradizionali natalizi, presenti sulle tavole di tutti gli italiani.
In questo Natale, che dovremo passare in casa tra molte limitazioni, ci aiuteranno a creare un po’ di atmosfera, con un tocco di dolceza.
Cosa scegliere? Pandoro o panettone?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

PANDORO O PANETTONE

Al di là dei gusti personali e delle varie marche preferite, ci sono alcune differenze nutrizionali fondamentali.
Nel panettone tradizionale ci sono più uova, contiene canditi e uvetta e questo è quello che salta più agli occhi, ma ci sono altre differenze che ora vi racconterò.

Il PANETTONE è fatto con lievito madre e deve lievitare per circa 2-3 giorni.
È un prodotto dolciario da forno a pasta morbida.
Ha base rotonda con crosta superiore screpolata e tagliata in modo caratteristico.
Contiene farina di frumento, zucchero, uova di categoria A, materia grassa butirrica, uvetta, scorze di agrumi canditi.
Il produttore può aggiungere in modo facoltativo: latte e derivati, miele, burro di cacao, zuccheri, lievito, aromi naturali, il conservante acido sorbico, il conservante sorbato di potassio, aromi fruttati.
Il panettone possiede tra le 330-360 calorie per 100 grammi.

IL PANDORO ha un impasto che deve lievitare per 18 o 36 ore al massimo.
Ha una forma caratteristica a tronco di cono con sezione ottagonale e una superficie esterna non crostosa, una struttura soffice e setosa, con una alveolatura minuta e uniforme.
Ha un aroma molto caratteristico di burro e vaniglia e in effetti contiene molto burro e vanillina o aromi di vaniglia.
Nel pandoro il burro è inserito con la “sfogliatura”, mentre nel panettone è inserito direttamente nell’ultimo impasto.
Il pandoro ha una pasta più gialla, è più morbido…e sa di brioche.
Le calorie possono arrivare a 410 per 100 grammi.

TANTE CALORIE

Come avete letto pandoro e panettone hanno entrambi un elevato contenuto calorico e non possono essere certo catalogati nei cibi dietetici.
Il pandoro però vince in termini di attentatore alla nostra linea!
Ma Natale viene una volta sola, quindi come regolarci?
Il trucco per non rinunciare a questi dolci caratteristici, è di ridurre le calorie del resto del pranzo o della cena, oppure di limitare la porzione, o ancora aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.

Soprattutto in questo Natale, sediamoci a tavola e concediamoci delle dolci coccole culinarie, ne abbiamo tutti un po’ bisogno.

UOVA IERI E OGGI

Le uova: un alimento nutriente, facile da cucinare ed economico.
Ce ne parla la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

UOVA IERI E OGGI

Le uova sono state demonizzate per anni, adducendo motivazioni che oramai sono superate, per merito di studi nutrizionali aggiornati.
Tempo addietro si vedeva solo la necessità di limitare l’assunzione di grassi saturi e di colesterolo, contenuti all’interno delle uova, il tutto per prevenire il rischio di patologie cardiovascolari.
Oggi si è studiato a fondo questa relazione e si è visto che i grassi saturi non incrementano in modo significativo questo rischio e che la quasi totalità del colesterolo ematico deriva da sintesi a livello del fegato e non da quanto se ne assume con l’alimentazione.
Oggi le uova sono viste come un alimento che dona benessere, a patto naturalmente che non si soffra di allergie manifeste.
Per cui, piena riabilitazione di questo splendido cibo, fonte versatile di proteine e vitamine.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Le uova contengono acido stearico, che è un grasso saturo che viene convertito in monoinsaturo dal fegato, con effetti positivi nella protezione dalle patologie cardiovascolari.
Il tuorlo contiene tante proteine, numerose vitamine e micronutrienti molto utili al benessere dell’organismo:
1) vitamina D, vitamina E, K, A, B6, B12
2) antiossidanti
3) colina, che è un precursore dell’acetilcolina (neurotrasmettitore) e modulatore del metabolismo lipidico.
L’albume è un’ottima fonte di proteine, ma è composto sostanzialmente solo da queste, acqua e pochi nutrienti in piccole quantità.
Il contenuto proteico delle uova è quello a più alto valore biologico, infatti fornisce tutti gli aminoacidi necessari al nostro corpo e in quantità estremamente simili a quelle richieste dal corpo umano.

LE UOVA IN CUCINA

Le uova non devono mancare nella dieta di ciascuno di noi, senza abusarne, naturalmente e verificando l’origine controllata.
Il codice che viene apposto su tutte le uova in commercio indica la tracciabilità del prodotto e riporta le informazioni relative all’origine.
È consigliato prediligere uova biologiche provenienti da galline allevate a terra.
Ci sono molte ricette, ognuno può cucinarle nel modo preferito!
Meglio evitare le uova fritte o preparazioni che richiedano l’utilizzo di oli in cottura.
Se si amano strapazzate o all’occhio di bue, utilizzare una buona padella antiaderente, in modo da eliminare olio e burro.
Sode o alla coque, in camicia o al forno sono alcuni dei modi salutari per cucinare e gustare questo prodigioso cibo.

IMPASTARE FA BENE

Fare il pane in casa, ma anche la pasta, i dolci, la pizza, la focaccia, è oramai diventato un ottimo antidoto allo stress di questo periodo.
Ma può essere anche una scelta salutare.
Ci spiega il perché la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

IMPASTARE FA BENE

Cercare di mantenere questa tendenza sarà un’ottima cosa anche quando questo brutto periodo sarà passato.
Impastando in casa sapremo quali materie prime sono usate e le loro qualità nutrizionali, utilizzeremo meno sale e meno grassi, tutto a vantaggio di ingredienti di qualità, che hanno un buon impatto sul mantenimento della nostra salute.

FARINE ALTERNATIVE

Oggi vi voglio scrivere di farine “alternative” alla classica farina di frumento, quella più comunemente usata.

Farina di farro monococco o farina di enkir:
è un cereale antico, il suo utilizzo risale a più di 10000 anni fa, in zona Mesopotamia.
È adatta per quasi tutti i prodotti da forno.
Questa farina ha un colore giallo intenso, dovuto al notevole contenuto di carotenoidi.
Contiene antiossidanti come tocoferolo, minerali quali ferro, zinco, manganese.
Contiene glutine ed ha un indice glicemico abbastanza elevato.

Farina di amaranto o di Kiwicha:
è molto aromatica e la sua origine è da collocarsi nelle civiltà precolombiane, dove veniva considerato un cibo sacro.
Non contiene glutine, per cui va bene anche per chi soffre di celiachia.
Contiene tante fibre, calcio, ferro, triptofano, proteine, acido linoleico (lipide buono).
È indicata nella preparazione di biscotti o pane indiano.

Farina di segale:
viene usata per preparare il pane nero, ma anche tagliatelle.
Contiene buone percentuali di potassio, ferro, fosforo, vitamine dei gruppi B e E, acidi grassi polinsaturi.
Ha un indice glicemico moderato e poco glutine.

Farina di teff:
è un cereale che non contiene glutine ed è di origine antichissima.
Molto diffuso in Etiopia e Eritrea, ne esistono due tipi: bianco e rosso.
Fonte di niacina, tiamina, Vit B6, lisina, proteine. Si usa per preparare pizza, pane, dolci.

Le farine del futuro?
Sono le farine di legumi, tipo di lenticchie, ceci, soia.
Inoltre le farine di spinaci, patate, carote…

Molte di queste farine e di conseguenza i prodotti da loro ricavati, sono già ampiamente commercializzate. Non resta che provarle e vedere se soddisfano il vostro gusto.
Siate curiosi anche in cucina, sperimentate, soprattutto se questi “esperimenti” fanno del bene alla vostra salute!

CASTAGNE, IL SIMBOLO DELL’AUTUNNO

Vi piacciono le castagne?
Se le adorate, questo è il periodo giusto per gustarle nei vari modi in cui possono venir cucinate.
In effetti si può dire che la castagna è il simbolo dell’autunno ed è molto amata anche dai più piccoli, per merito del suo sapore dolce e zuccherino e della sua morbida consistenza.
Nel nostro appuntamento settimanale con la rubrica FOOD IS LIFE, la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega le caratteristiche delle castagne.

LE ORIGINI

Sono i frutti della pianta “Castanea sativa”, che appartiene alla famiglia delle Fagacee.
Questa pianta cresce spontaneamente nei boschi e i frutti allo stato selvatico possono avere varie forme, dimensioni e sfumature di colori diversi.
I cosiddetti “marroni” invece provengono da alberi coltivati e proprio per questo sono più grandi e con forme più precise.
Dentro una buccia marrone, grande e resistente, c’è una polpa straordinaria per caratteristiche energetiche e nutritive.
Attenzione! La castagna del castagno europeo non deve essere confusa con la castagna dell’ippocastano. Quest’ultima è un seme e non è commestibile!

COME SI CONSUMANO

In passato la castagna trovava impiego nella produzione di farina di castagne.
Con gli anni questo utilizzo è andato diminuendo, ma rimane ancora, fortunatamente, diffusa la destinazione al consumo diretto: castagne al forno, bollite, in padella, arrosto, al vapore… e la produzione di confetture e marmellate.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Ricordo che la castagna è una delle più ricche fonti naturali di carboidrati, paragonabile solo ai legumi e ai cereali, ma il suo indice glicemico è inferiore di più del 50% di quello della farina bianca e pari a quello della farina integrale.
Questo vuol dire che una castagna sarà molto meglio di un cracker o di un grissino!
Bisogna solo mangiarle in quantitativi ragionevoli, senza eccedere.

All’interno di un pasto possono essere considerate un’alternativa ai cereali, non un frutto come d’abitudine di molte persone.
In effetti, una volta erano anche chiamate “il pane dei poveri
La castagna possiede inoltre contenuti in proteine, grassi mono e polinsaturi e a sorpresa contiene pure vitamina C e vitamine del gruppo B.
È ricca in potassio e povera di sodio.
Contiene abbastanza ferro, magnesio, calcio, fosforo, rame, zinco, manganese, acido folico
Si rivela un ottimo alleato del sistema nervoso, aiuta a contrastare l’ansia e lo stress e viene consigliate anche in caso di anemia.
È riccha di fibre e particolarmente adatta in caso di stipsi ostinata.

Non ci sono particolari controindicazioni al consumo di castagne, vengono però sconsigliate a chi soffre di diabete, colite, aerofagia e patologie legate al fegato.

VOLERCI BENE CON TISANE, INFUSI E DECOTTI

Le temperature si sono visibilmente abbassate e le nuove disposizioni ci vincolano a stare a casa.
Un modo per prendersi cura di sé e coccolarsi è sorseggiare una bevanda calda.
Parliamo di tisane, infusi e decotti, che ci tengono compagnia quando ci tuffiamo sul divano, avvolti da una calda coperta, un buon libro o la serie tv preferita.
Cosa ne pensa la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di queste bevande?

TISANE, INFUSI E DECOTTI

Sono ricche di profumo, sapore e virtù!
Si tratta di bevande molto diluite a base di erbe, realizzate a partire da acqua e piante officinali. Grazie all’effetto solvente dell’acqua calda o fredda, vengono estratte le sostanze benefiche presenti negli ingredienti vegetali.
Una volta preparate possono essere dolcificate con un po’ di zucchero oppure con del miele, ma questo passaggio non è obbligatorio, è solo questione di gusto personale.

CONOSCIAMO LE DIFFERENZE

TISANA: si ottiene tramite infusione o bollitura di varie parti come fiori, foglie, frutti, radici, corteccia, semi. Gli infusi e i decotti sono quindi due tipologie di tisane.

INFUSO: è una bevanda ottenuta facendo macerare in acqua bollente erbe o spezie.
Solitamente per preparare un infuso si usano le parti più delicate della pianta, soprattutto, fiori foglie, frutti.
Queste parti vengono immerse nell’acqua precedentemente portata ad ebollizione. Il tempo di infusione varia da erba a erba.
Prima di essere bevuto, l’infuso deve essere filtrato. Si parla di infuso anche quando l’infusione di erbe, spezie e simili viene effettuata in alcol.

DECOTTO: a differenza di ciò che accade per l’infuso, il decotto si ottiene facendo bollire le parti più dure della pianta: radici, corteccia, semi.
vengono immerse nell’acqua ancora fredda e poi portata ad ebollizione a fiamma bassa e lasciata sobbollire dolcemente per un tempo variabile.
Anche il decotto deve essere filtrato prima di essere assunto.

Riassumendo ci sono delle ottime ragioni per assumere una bevanda calda:
Riscalda le ossa
Aiuta ad idratarsi
Fa bene alla salute
È un ottimo antistress
Ti permette di fare il pieno di gusto con zero calorie
È un invito a volersi bene… e tutti noi dobbiamo volercene!

L’ANSIA CHE C’È

Che ansia!
Quante volte pronunciamo queste parole, soprattutto in questo particolare periodo in cui i media ci propongono in modo insistente aggiornamenti circa la pandemia Covid-19, notizie che poco ci confortano.
La dottoressa Chiara D’Adda affronta il tema dell’ansia, una patologia sempre più diffusa.

L’ANSIA CHE C’È

L’ansia sta diventando purtroppo parte integrante del nostro modo di essere, anche se rimane in molti casi nascosta bene.
Se necessario la nascondiamo anche a noi stessi, ma c’è.
Dobbiamo cercare di tenere i livelli di ansia sotto controllo, per evitare che tutto questo malessere sfoci in patologie ben più gravi.

In tempi normali è colpa della vita piena di stress, delle corse continue, dei pasti saltati, della stanchezza, della demotivazione, dell’irritabilità, del non riposare nel modo adeguato, delle richieste sempre più pressanti da parte di altri, ma anche da parte di noi stessi, oltre che (in alcuni casi) originantesi da una predisposizione familiare e genetica.
Comunque sia, l’ansia accompagna sgradevolmente la vita di molti di noi.
E se non si sta attenti, la testa e il fisico cominciano a cedere e non reggono più.

NUTRIRSI NEL MODO ADEGUATO

In qualità di medico nutrizionista è mia premura informare che gli stati d’animo che rendono faticosa la vita di tutti i giorni e che possono nascondere un inizio di depressione, nascono anche a tavola.
Certe carenze nutrizionali sono dannose per la salute del nostro cervello, che consuma molta più energia per attivare i suoi circuiti nervosi.
È doveroso, soprattutto in questo periodo, aver cura di ciò che mettiamo in tavola.

Attività fondamentali come il pensiero, l’elaborazione delle emozioni e il sonno, hanno bisogno che l’essere umano apporti un preciso e giusto quantitativo di carboidrati e proteine, sia derivanti dalla carne che dai vegetali, e grassi.
Sono i 3 macronutrienti che ci permettono di vivere.

L’ESSENZIALE

Bisogna sempre ricordare che sono i carboidrati e gli aminoacidi essenziali che si trovano nelle proteine a svolgere un ruolo fondamentale per il corretto rilascio della serotonina, il principale neurotrasmettitore il quale ha un effetto sedativo e tranquillizzante.
La serotonina viene in gran parte prodotta a livello del nostro apparato gastroenterico, da qui l’estrema importanza di avere cura di questo apparato.
Cosa a cui non tutti pensano!

Inoltre è necessario (sempre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) non fare mai mancare nel nostro piatto vitamine e minerali, le cui carenze possono provocare perdita di memoria, affaticamento mentale, instabilità emotiva.
Vitamina A e le vitamine del gruppo B (B1, B3, B9, B 12) sono determinanti sia per il passaggio di informazioni fra le cellule del sistema nervoso, sia per mantenere intatta la membrana dei neuroni, che garantiscono una corretta elaborazione delle informazioni.

Essenziale che la vitamina D non sia in carenza!
Sapete che stati depressivi di ansia si curano anche con un giusto apporto di vitamina D?
Non vi siete mai chiesti perché la vacanza e l’esposizione al sole ci aiutano così tanto a star bene, a sentirci meglio?
Tutto merito della vitamina D!
Importantissimi anche minerali come rame e magnesio.
Una loro carenza può diminuire l’ossigenazione cerebrale e l’eccitabilità nervosa, ossia la reazione agli stimoli esterni.
E non dimentichiamoci dello iodio, del ferro, dello zinco.

Ricordiamoci sempre che un regime alimentare vario, basato su una dieta sana ed equilibrata, è sufficiente a fornire all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno.
La salute, anche quella psichica, dobbiamo cercarla e conservarla anche nel nostro piatto!

LA VITAMINA D E LA SUA AZIONE PROTETTIVA

Sull’argomento Coronavirus si leggono quotidianamente molte notizie.
Attenzione, perché alcune hanno un fondo di verità accertato e confermato, ma altre sono soltanto fake news.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Chiara D’Adda di fare chiarezza circa le notizie che circolano sul beneficio della vitamina D.

LA VITAMINA D E LA SUA AZIONE PROTETTIVA

L’azione protettiva della vitamina D è data dal fatto che favorisce l’azione dell’interferone di tipo 1, uno dei più potenti mediatori della risposta antivirale dell’organismo.
Uno studio recente ha coinvolto un numero elevato di individui testati per verificare il rapporto tra l’infezione da Sars-CoV-2 e deficit di vitamina D.
Ebbene è emerso un doppio rischio di risultare positivi al virus per coloro che avevano una carenza di vitamina D nel sangue (una concentrazione plasmatica inferiore a 20 nanogrammi per millilitro) rispetto a chi aveva concentrazione elevata di questa vitamina.

La scoperta della vitamina D risale al 1919, quando ci si accorse che le condizioni dei bambini ammalati di rachitismo miglioravano notevolmente se i bimbi venivano esposti ai raggi solari. Successivamente gli studi proseguirono fino a quando non si identificò esattamente quale fosse il composto responsabile della salute delle ossa, cosa che avvenne nel 1930 da parte di Windaus.
Gli studi sono proseguiti, continuando fino ai giorni nostri e permettendo di dare sempre più valore a questa vitamina e alle sue molteplici funzioni.

Noi siamo abituati a conoscerla solo in questo ambito: niente sole = niente vitamina D = rachitismo.
Ma non è affatto così! Pensate che ultimamente si è definita la vitamina D una STAR EMERGENTE!

I BENEFICI DELLA VITAMINA D

La vitamina D è fondamentale anche per molti altri processi metabolici dell’organismo: per mantenere sano il cuore, per difendersi dallo stress e dalle malattie degenerative, persino per rimanere in linea e non accumulare peso.
È un vero e proprio scudo naturale che protegge il nostro organismo in vari modi.
Stimola il sistema immunitario e quindi le difese naturali del corpo e la capacità di resistere alle infezioni.
Aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di tumore.
Serve ad avere un metabolismo attivo, prevenendo la resistenza insulinica (e quindi l’accumulo di grasso addominale) e il diabete.

La vitamina D è antistress: ansia, fatica, ritmi intensi, ogni giorno siamo sottoposti ad un forte carico di stress. Aiuta a fronteggiare meglio gli eventi perché contribuisce all’equilibrio del sistema nervoso (metabolismo della serotonina).

I processi che regolano la coagulazione del sangue e la pressione arteriosa dipendono anche dai valori del calcio e della vitamina D per funzionare al meglio. Si ipotizza che fra carenza di vit D e ipertensione ci possa essere addirittura una relazione di causa-effetto. Di certo l’equilibrio di questo valore è utile per avere un cuore sano.

A dosaggi adeguati la vitamina D è in grado di diminuire le riacutizzazioni di asma, allergie, malattie del tratto respiratorio, sindromi influenzali.
Negli ultimi anni ha mostrato la sua importanza anche per ciò che riguarda la proliferazione cellulare nell’ambito dello sviluppo dei tumori, attraverso la sua azione inibitrice relativa alla crescita delle cellule malate.
La vitamina D interviene anche nel funzionamento dell’apparato gastroenterico.

Purtroppo la carenza di vitamina D è molto diffusa, per il fatto che non passiamo abbastanza tempo all’aria aperta come succedeva una volta.
I ricercatori stimano che il 50% della popolazione è a rischio di carenza, con effetti negativi sulla nostra salute fisica ed emotiva.
Ma non sempre ci si rende conto di essere soggetti ad una possibile carenza di vitamina D, fino a quando essa non viene diagnosticata con un semplicissimo esame del sangue.

Allora è tempo di correre ai ripari con una integrazione di questa preziosa vitamina, unita possibilmente all’assunzione di vitamina K2.
Riassumendo, soprattutto in questo periodo, dosate la vitamina D plasmatica e INTEGRATE, INTEGRATE, INTEGRATE !!!!

CORPO E PSICHE, L’EQUILIBRIO CONSAPEVOLE

Cosa ti dice il peso di una persona?
A prima vista sembra una domanda strampalata, ma leggendola fra le righe, si apre un mondo e scaturiscono tante riflessioni
Quante persone (donne e uomini, ragazzi e ragazze indifferentemente) idealizzano la magrezza e/o il corpo perfetto, spostando sul soma (corpo) disagi che nulla o poco hanno a che vedere con la fisicità?
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega come corpo e psiche siano strettamente collegati.

BODY CHECKING E DISTURBI ALIMENTARI

Quante persone non si piacciono e dedicano sempre più azioni e pensieri al controllo del corpo, si pesano, si misurano, si specchiano, si documentano sul web, chiedono rassicurazioni con assiduità.
Spesso si affidano a persone poco raccomandabili per trovare risposte.
Purtroppo, più una persona non si piace, più è insoddisfatta del proprio corpo, più pensieri dedica ad esso: body checking!

Da qui l’insorgenza dei cosiddetti “disturbi alimentari” (DCA), che purtroppo sono in grande aumento, a tutte le età e in tutte le sfere sociali
Si spazia dai più noti disturbi come anoressia e bulimia, alla fame notturna, allo scambio della fame fisica con quella emotiva, allo scambio della fame con la sete, al food craving (desiderio irresistibile di cibo), all’ortoressia, all’ansia sociale, alla rinuncia di riunioni con gli amici al ristorante o in casa privata, alla depressione, all’ansia, alla dipendenza dal giudizio altrui e molto altro.

Tutti questi disturbi comportano un peggioramento, sfumato o evidente, delle relazioni sociali, soprattutto nel momento della condivisione dei pasti: un momento che dovrebbe essere di gioia, si tramuta in un momento ansiogeno.

CORPO E PSICHE

Io non sono laureata in psicologia, ma anni di esperienza mi inducono a vedere il paziente che si rivolge a me, con occhi che vanno oltre la misura del peso o le varie misurazioni.
Certo, sono importanti anche le calorie e il tipo di alimentazione, ma non sono tutto.
Bisogna ascoltare quello che il paziente non ti dice con le parole, ma ti urla con il corpo.

E quante IBS (la cosiddetta colite nervosa o sindrome dell’intestino irritabile), quante stipsi o diarree, quante gastriti sono miracolosamente sparite o attenuate, dalla prescrizione di una dieta personalizzata unita alla cura dell’anima della persona.
Con la consapevolezza che non è facile aiutare chi soffre di un problema così complesso.
Anzi, a volte nell’intento di sostenere e aiutare, si possono dire frasi che feriscono, anche se non volutamente.

È nostro compito aiutare, nel percorso di guarigione, chiedendo l’aiuto e la collaborazione di professionisti preparati quali psicologi.
Motivare chi si rivolge a noi nutrizionisti affinché la persona possa essere consapevole che non è cambiando il corpo che si cambia automaticamente l’immagine di sé o si migliorano le relazioni con gli altri.
Non è così, non è automatico. Può senz’altro essere un primo passo… ma la strada è lunga.
E qualcuno deve prenderci per mano, se vogliamo proseguire in piena e sana autonomia fino a raggiungere un equilibrio corpo e psiche sano e consapevole.