COMINCIA LA GIORNATA CON IL PORRIDGE

Nella rubrica FOOD IS LIFE, la nostra affezionata nutrizionista Chiara D’Adda, ci spiega spesso l’importanza della colazione.
Sapete cosa è il porridge?
È il piatto tipico della colazione anglosassone, a base di fiocchi d’avena, sano e gustoso!
Ecco cosa c’è da sapere.

BENEFICI DEL PORRIDGE

È un’ottima preparazione da consumarsi a colazione.
Un piatto molto nutriente e sostanzioso, che permette al nostro organismo di avere a disposizione energie da consumare nel corso della mattinata.
Avendo un elevato potere saziante, consente di non avvertire lo stimolo della fame durante la mattinata, al contrario delle classiche colazioni dolci, che ci fanno venire fame dopo poco dall’assunzione.
È un’utile fonte di proteine di buon valore e una miniera di fibre alimentari, che garantiscono anche la regolare funzionalità del nostro intestino.

Da sempre diffuso è nei paesi anglosassoni, dove è un iconico alimento della tradizione, ma fortunatamente sta prendendo piede anche da noi.
Consente di cominciare la giornata con una marcia in più!
È una colazione ricca e sostanziosa, seppur dietetica.
Si tratta di una zuppa dolce, facile da fare, pronta in pochi minuti e adatta a tutti!

LA RICETTA

Per la preparazione si usano fiocchi di avena.
Vi ricordo che l’avena non è soltanto ricchissima di nutrienti energetici, ma aiuta anche a mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue.
I fiocchi di avena si fanno cuocere a fuoco lento per 5 minuti bastano nel latte, mescolando fino a quando si addensano.
Si otterrà una deliziosa crema che verrà servita, a seconda del gusto personale con frutta fresca di stagione, semi oleosi, cannella, uvetta, nocciole, scaglie di mandorle.
In una sola ciotola avrete proteine, zuccheri, vitamine e tante altre sostanze nutritive importanti per il nostro organismo.

Ideale per celiaci, in quanto l’avena è priva di glutine e se si sostituisce il latte vaccino con acqua o con latti vegetali (mandorla, riso, cocco, soia) è perfetto anche per gli intolleranti al lattosio o per chi segue la filosofia vegana.

Da provare immediatamente, non potrete più farne a meno!

DILLO CON I FIORI

Si sente odore di primavera nell’aria!
La temperatura mite di questi giorni ci fa pensare proprio a questo!
E cosa rappresenta la primavera meglio dei fiori? Colori, profumi, gioia per gli occhi e per l’anima, la sensazione stupenda che la vita stia riprendendo.
Oggi la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda non ci parlerà dei fiori che usiamo per abbellire case e giardini, ma di quelli che si possono mangiare, i fiori edibili.

I FIORI EDIBILI

L’uso in cucina dei fiori risale a migliaia di anni fa.
Dalla civiltà cinese a quella romana, passando per quella greca, se vi documentate, ci si rende conto che molte culture hanno usato e usano queste meraviglie della natura nelle loro ricette tradizionali, pensiamo ai fiori di zucca utilizzati da noi italiani o ai petali di rosa usati in molte preparazioni indiane. È bello dare colore, sapore, fantasia e poesia ai nostri piatti!
Alcuni sono fragranti, altri speziati o erbacei, alcuni solo colorati, ma che gioia per gli occhi e per il palato! E quanta allegria ed eleganza pur nella semplicità!
L’uso creativo non ha limiti, anche se spesso sono utilizzati in insalate, nei dessert o nei cocktail o surgelati nei cubetti di ghiaccio da mettere nei bicchieri più raffinati. Ottimi in frittate, nelle zuppe, nei minestroni.

QUALI FIORI USARE E DOVE TROVARLI

Sono circa una quarantina i fiori che si possono utilizzare in cucina ma ATTENZIONE: mangiare fiori in modo inusitato potrebbe essere molto pericoloso, se non addirittura in casi estremi, mortale! Per cui, senza particolari allarmismi, bisogna adottare alcune precauzioni nel consumarli in perfetta sicurezza…ma niente panico!
Ovviamente non tutti i fiori possono essere utilizzati in cucina, per cui per prima cosa leggete e informatevi, tramiti appositi elenchi, su quali sono i fiori cosiddetti EDIBILI, cioè “mangiabili “e poi seguite alcuni accorgimenti.

L’ideale sarebbe mangiare fiori coltivati personalmente.
È certo che i fiori venduti dai fioristi sono trattati chimicamente e quindi non adatti a finire nel vostro stomaco e neppure ad essere usati come decorazione (attenzione alle contaminazioni).
Non rubate i fiori nei giardini pubblici! C’è l’inquinamento e lo smog e i trattamenti disinfestanti (pesticidi) e concimanti (agenti chimici) sono in agguato.
E allora dove si possono trovare dei fiori edibili da consumare in modo sicuro?
Per fortuna nei supermercati oppure nella vendita on line, potete trovare vaschette con una selezione di fiori freschi, garantiti in tutto e per tutto.

Se soffrite di qualche allergia è consigliabile un approccio molto cauto, utilizzate i fiori in cucina per gradi, ma in ogni caso accertatevi prima di non avere allergie preesistenti a qualche fiore in particolare. Piuttosto rinunciate e teneteli solo per la gioia degli occhi!

LISTA FIORI EDIBILI

La parte edibile dei fiori sono i petali, meglio rimuovere i pistilli e i gambi.
E per l’elenco dei fiori consultate un buon libro o fate ricerche in internet, ma sappiate in anticipo che dall’Allium alla Viola ci sono tanti fiori pronti a finire nei vostri piatti!
Per esempio: achillea, arancio, aglio selvatico, basilico, camomilla, caprifoglio, crisantemo, dente di leone, dalia, erba cipollina, fiordaliso, garofano, geranio, girasole, iris, lavanda, lillà, malva, magnolia, mirto, margherita e molti altri.
Imparate a stupire e a stupirvi!
La mia parola d’ordine preferita, oramai mi conoscete bene, è “SPERIMENTARE” e aprirsi alle novità che ci fanno star bene, in tutti i campi della vita.

I BENEFICI DELLA CURCUMA

Parliamo oggi della curcuma.
Racchiude veramente molti benefici, oppure è una moda del momento?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, che ci ha tolto ogni dubbio al riguardo.

COS’È LA CURCUMA

La curcuma è una polvere dal colore giallo intenso ottenuta dalla frantumazione del rizoma (modificazione del fusto delle piante erbacee con principale funzione di riserva) di una pianta tropicale della famiglia dello zenzero, la CURCUMA LONGA, che cresce prevalentemente in India e Indonesia.
In questi paesi è una spezia sacra e ha sempre occupato un posto importante nelle tradizioni sociali, culinarie e medicinali. Si calcola che la curcuma fa parte dell’alimentazione quotidiana degli indiani che ne consumano in media 2 grammi al giorno.
Ma è bene dire che ai nostri giorni il consumo della curcuma ha preso piede largamente anche nell’alimentazione dei popoli occidentali, in virtù anche delle proprietà medicamentose che le sono proprie.

PROPRIETÀ E CONTROINDICAZIONI

La curcuma ha proprietà coleretica e colagoga, pertanto è capace di migliorare la produzione della bile e del flusso nell’intestino. Così si permette un funzionamento dello stomaco e dell’intestino a favore di una migliore digestione.
È anche un aiuto contro il meteorismo e la digestione lenta.
Ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunostimolanti, utili anche in caso di malattie infiammatorie e degenerative croniche.
Non ultimo, la curcumina possiederebbe numerose proprietà antitumorali, e numerosi e seri studi sono tuttora in corso per approfondire il meccanismo d’azione di queste proprietà.

Ma attenzione! È meglio evitarla in caso di ipersensibilità o allergie.
È da evitare anche in caso di ostruzione delle vie biliari (come nel caso dei calcoli biliari).
In gravidanza e allattamento è ammesso l’uso molto saltuario, ma sconsigliata l’assunzione sotto forma di estratti.
Può interferire con alcuni farmaci, per cui è sempre meglio consultare il medico.

IL GUSTO

La curcuma è molto buona e piacevole al palato, con il suo gusto delicato e l’intenso profumo.
L’aggiunta di un cucchiaino da caffè nelle zuppe, nella pasta, nelle verdure, sulla carne o sul pesce, rappresenta un modo semplice per fare scorta delle sue preziose qualità.
In cucina viene anche utilizzata come colorante alimentare privo di tossicità.

SPRECO ALIMENTARE: PICCOLI GESTI, GRANDE RISULTATO!

La sensibilità verso il tema “spreco alimentare” è senza dubbio cresciuta negli ultimi anni, insieme alla consapevolezza che bastano poche accortezze per ridurre il problema.
Ce ne parla oggi la dottoressa Chiara D’Adda, per la nostra rublica FOOD IS LIFE!

SPRECO ALIMENTARE

Lo spreco alimentare è il fenomeno per cui, cibo buono per essere consumato, viene perso.
Questo succede sia lungo la catena di produzione, sia lungo la catena del consumo del cibo; dalla produzione agricola alla lavorazione degli alimenti, al trasporto, alla vendita, fino alla conservazione e all’uso del cibo nelle nostre case.

Lo spreco alimentare sembra essere una prerogativa dei paesi ricchi, in quelli in via di sviluppo infatti questa voce è quasi nulla.
Si calcola che ogni anno circa un terzo di tutto il cibo prodotto, vada purtroppo sprecato.
I numeri sono veramente spaventosi, visto che nel 2020 sono state buttate via 1.661.107 tonnellate di cibo in casa e 3.624.973 tonnellate se si includono le perdite e gli sprechi di filiera.

Le cause dello spreco sono veramente tante, ma bisogna dire che rispetto agli anni passati, siamo decisamente migliorati, cresce molto la consapevolezza e l’impegno dei consumatori.
Ma non è certo abbastanza e si può fare di più.

PICCOLI GESTI, PER UN GRANDE RISULTATO

Cosa possiamo fare?
Primo, non esagerare.
Per evitare che il cibo finisca nella spazzatura fare una spesa oculata al supermercato, partendo da una lista dettagliata di quello che manca.
Recarsi al supermercato dopo i pasti, in questo modo la fame non ci indurrà in tentazione!
Fare un check up della dispensa e del frigorifero.
Disporre le confezioni per data di scadenza, facendo attenzione a consumare per prime quelle con scadenza più vicina.
Conservare bene gli alimenti.
Mangiare verdura e frutta anche quando l’aspetto non è perfetto
Fare ordinazioni attente al ristorante.

Imparare a cucinare con alimenti che vengono considerati gli scarti del cibo: bucce, gambi, foglie esterne degli ortaggi.
Ci sono tantissime ricette molto golose, innovative, gustose e salutari!
Per avere idee su come cucinare potete curiosare nel web oppure dare sfogo alla vostra creatività in cucina.
Infine un consiglio: perché non regalare il cibo, se non si può consumare in data ottimale?

Piccoli gesti, per un grande risultato!

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA

La gravidanza è un momento molto atteso da tante donne.
Le neo mamme dovranno fare attenzione a tutto ciò che permetterà loro di avere una gravidanza serena: controlli periodici, esami scrupolosi, esercizio fisico adeguato e soprattutto alimentazione ad hoc.
Ecco i preziosi consigli della Dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

CONTROLLO DEL PESO IN GRAVIDANZA

Il bimbo in crescita nel corpo della mamma si nutre anche in base all’alimentazione della madre stessa, quindi diventa molto importante scegliere nel modo adeguato gli alimenti da portare in tavola.
Per prima cosa sfatiamo la convinzione che bisogna mangiare per due!
Non è assolutamente necessario assumere nutrimento supplementare.
Anzi, è essenziale salvaguardare il benessere della madre e di conseguenza anche del bambino, evitando di aumentare di kili non necessari.
Sarà molto importante anche valutare il peso di partenza della futura mamma e le eventuali patologie di cui soffre, per poi monitorare nei vari controlli ginecologici anche le fluttuazioni del peso.

In linea di massima il peso in una donna dalla corporatura normale dovrebbe aumentare fisiologicamente dagli 11 kg, fino ad un massimo di 16 kg.
Se la donna è in sovrappeso sarebbe consigliabile aumentare dai 7 kg a 12 kg circa
Se la donna è in obesità severa deve fare attenzione a non superare 7 kg.
Mantenendo un peso ottimale sarà molto più semplice il parto e il successivo puerperio.

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA

Attenzione però che anche un’alimentazione insufficiente o incompleta può provocare altri disagi.
Al di là del puro conteggio delle calorie, sarà fondamentale garantire qualitativamente e quantitativamente alla mamma e al nascituro tutte le sostanze essenziali:
– proteine ad alto valore biologico (carne, pesce, uova, latte e derivati)
– gli aminoacidi essenziali, anche contenuti nei cereali e legumi
– le vitamine (attenzione ad assumere acido folico in giusta quantità, caso mai integrarlo! attenzione alla vit. B12)
– tutti i minerali (attenzione al ferro!)
– giusta idratazione

È cosa molto importante distribuire cibo e bevande in modo equilibrato nel corso della giornata.
Alcune accortezze:
– lavare accuratamente frutta e verdura
– non mangiare carne e pesce crudi o poco cotti (carpaccio, sushi, salumi)
– evitare i formaggi molli, semi molli, con crosta o erborinati
– attenzione ai dolci a base di crema.

Queste sono solo alcuni cenni sull’alimentazione che una mamma deve seguire in gravidanza… se vi interessano delucidazioni, chiedete pure!

L’ALIMENTAZIONE PER CHI DONA SANGUE

Essere donatori di sangue è senza dubbio un grande gesto, oltre che un atto di umanità.
È un’azione volontaria, ma per diventare donatori di sangue è necessario soddisfare determinati requisiti di età, peso e stato di salute, che viene valutato dal medico competente.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega come regolare l’alimentazione per chi decide di compiere questo bel gesto.

L’ALIMENTAZIONE PER CHI DONA SANGUE

Un’alimentazione corretta è molto importante per essere un buon donatore di sangue, sia per quanto riguarda il giorno precedente la donazione, sia nel giorno stesso, sia dopo.
È come essere un atleta scrupoloso: preparazione, non improvvisazione!
Per prima cosa è importante mettere in rilievo che durante la donazione il nostro corpo subisce una importante fuoriuscita di liquidi a cui il nostro corpo potrebbe reagire in maniera anomala.
Vediamo come prepararci.

PRIMA DELLA DONAZIONE

Nelle 24 ore precedenti la donazione è preferibile mangiare pasta (meglio se integrale) o riso, naturalmente con condimento leggero. Alternativo un buon minestrone o comunque passato di verdura (abbondante).
Preferire carne bianca (pollo o tacchino), cucinata nel modo più semplice, senza grassi aggiunti.
Pesce, al forno o al vapore.
Assumere abbondanti verdure, sia crude che cotte.
No ad insaccati, salse, fritture, uova, latticini, bevande zuccherate, formaggi, alcolici, panna, gelati.
Bere molta acqua o tisane, permessa l’aggiunta di centrifugati di frutta.
In generale si devono preferire cibi ricchi di liquidi e ferro, ma con pochi grassi.

IL GIORNO DELLA DONAZIONE

Colazione con tè o caffè, biscotti secchi, fette biscottate con miele o marmellata, centrifugato di frutta.
No cioccolato, panna, yogurt, frutta con molti zuccheri (tipo banana e fichi).
Non bisogna affrontare la donazione a digiuno, ma bando agli zuccheri eccessivi!
Evitare di assumere latticini e alimenti a base di uova.

POST DONAZIONE

È necessario recuperare le forze adeguatamente e reintegrare le energie spese.
Che ne dite di un bel cornetto con cioccolato?
Assumere diversi liquidi bevendo acqua e succhi di frutta, mangiare zuppe, minestre, verdura.
È necessario raddoppiare le dosi di liquidi solitamente assunti.
Meglio non esagerare con cibi solidi, perché si potrebbe alzare la pressione del sangue.
No alcol, no fumo: l’alcol da fenomeni di disidratazione, il fumo può causare sbalzi pressori e conseguenti vertigini e svenimenti.

Naturalmente continuare sempre con una sana alimentazione nella vita di tutti i giorni, per essere dei super donatori!

CONOSCI IL TUO FEGATO?

Ci sono molte espressioni di uso comune in cui viene citato il fegato, come “rodersi il fegato”, cioè essere pieno di astio, oppure “avere fegato”, quindi essere coraggiosi.
Gli antichi Greci consideravano il fegato la sede dei sentimenti. Nel corso dei secoli questa credenza ha continuato a vivere e il fegato è stato sempre collegato, nell’opinione popolare, a manifestazioni del carattere e dell’umore.

La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla oggi proprio del nostro fegato, e di come l’alimentazione lo condizioni, portando talvolta a steatosi epatica.

FEGATO E ALIMENTAZIONE

Lo sapete che il nostro fegato può aumentare di volume per colpa di un’alimentazione sbagliata? Questa condizione prende il nome di “steatosi epatica”, ovvero “fegato grasso”.
Le steatosi epatica è una condizione caratterizzata dall’abnorme accumulo di grassi all’interno degli epatociti (le cellule del fegato).
Di solito il grasso epatico rappresenta il 5% del peso di questo organo.
In percentuale variabile fino al 20% la steatosi può evolvere verso processi infiammatori e/o necrotici (NASH), di questo organo essenziale per la nostra sopravvivenza.

La steatosi (esclusa quella derivante da un’assunzione massiva di alcol) è più frequentemente causata da obesità, aumento del colesterolo e dei trigliceridi, diabete, malattie metaboliche e virali, e da numerosi farmaci.
Ma nella maggior parte dei casi è l’alimentazione sbagliata la causa regina di questa condizione.
Se si assumono troppi grassi, il fegato non riesce a smaltirli e a trasformarli in energia, è così costretto ad accumularli.

COSA MANGIARE

Purtroppo la steatosi epatica non presenta sintomi o disturbi specifici e viene individuata solo in sede di visita ecografica e/o di esami specifici.
Un fegato che funziona male è dannoso per il nostro benessere e può portare a malattie molto severe.
Bisogna volersi bene ed evitare questa possibilità.
Come?
Mettendo in pratica un’alimentazione corretta, non incentrata su grassi, carboidrati raffinati, zuccheri, dolci e alcol, ma ricca di verdura e frutta.
Preferire le carni bianche, il pesce, da alternare ai legumi.
Sostituire i grassi animali con i corrispettivi vegetali.
Diminuire drasticamente i formaggi grassi.
Ogni giorno mangiare tre porzioni di verdura e due di frutta fresca.
Eliminare l’alcol!
Non abusare di farmaci.
Praticare abitualmente esercizio fisico.
Non fumare.
Informarsi presso il proprio medico della possibilità di usare prodotti fitoterapici utili per supportare la funzionalità epatica.

È SEMPRE TEMPO DI RISO

È sempre tempo di riso.
Il riso non ha stagione, non ha età, non ha paese… lo mangiano proprio tutti!
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di darci qualche informazione circa questo cibo.

STORIA DEL RISO

Oggi vi parlo di un alimento che viene portato tantissime volte sulle nostre tavole, talmente versatile che si può utilizzare in mille modi e del quale si parla troppo poco: il RISO!
Gli antichi greci e i romani conoscevano molto poco il riso.
Sono stati gli arabi che lo introdussero in Europa, attraverso la penisola iberica.
Gli olandesi lo portarono poi nel Nord America nel XVII secolo e in seguito anche in Africa.
La sua diffusione era ed è massima nell’Asia, dove a tutt’oggi è inconcepibile un pasto senza riso.

BENEFICI

È un cereale appartenente alla famiglia delle graminacee (oryza sativa).
Come tutti gli alimenti ha delle caratteristiche peculiari.
Per iniziare possiamo far presente che è privo di glutine, per cui il consumo è indicato per chi soffre di celiachia.
A dispetto della sua popolarità, è il meno nutriente tra i cereali, soprattutto quello raffinato.
Contiene poche proteine, ma consumandolo insieme ai legumi, questo problema si risolve felicemente e gustosamente.
È privo di grassi e ricco di amido (amilopectina), ma in forma molto assorbibile; povero di vitamine e di sali minerali.
È facile da digerire, cosa che ne fa un alimento utile per bambini, anziani, soggetti fragili.
Si assimila velocemente, bastano 1-2 ore.

CONTROINDICAZIONI

Possiede un elevato indice glicemico, soprattutto il riso bianco e raffinato.
Con il riso l’insulina è prodotta in quantità elevata e si rischia di ingrassare se ne consumiamo molto, ma per fortuna ci sono tante varianti di riso, con comportamenti metabolici diversi e migliori.
Per esempio il riso basmati, quello tailandese e integrale, sono meno zuccherini perché più ricchi di amilosio. Sono perciò a più basso indice glicemico e non danno sbalzi insulinici.
È consigliato portare questi tipi di riso sulle vostre tavole, stando attenti agli abbinamenti.

ABBINAMENTI

Quando mangiate riso, non mangiate frutta, ma via libera alle verdure, ai legumi, a un secondo di carne o pesce, ma state lontani dalle patate!
Cercate di mantenere la cottura sempre al dente, più è cotto e meno è digeribile!
Attenzione al falso mito del piattone di riso in bianco …non fa dimagrire
Ma sarà utilissimo nei casi abbiate avuto episodi di diarrea o comunque di gastroenterite, perché aiuta a ripristinare la mucosa intestinale in sofferenza ed ha un’azione astringente.
Come potete vedere è un alimento molto leggero, e di facile digeribilità, ma non bisogna impostare il proprio regime alimentare esclusivamente sul riso da solo, bisogna abbinarlo ad altri alimenti ricchi di quel che manca a questo cereale.

LA VITAMINA C

Spesso associamo l’idea di vitamina C, con il frutto dell’arancia.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci ha spiegato la scorsa settimana che ci sono altri alimenti ricchi di questa vitamina, e ce ne parla oggi nella rubrica FOOD IS LIFE!

VITAMINA C

Nel mio precedente contributo vi ho parlato dell’importanza della vitamina C per il benessere del nostro organismo e vi ho promesso di dirvi in quali alimenti è contenuta, oltre che nelle arance, naturalmente.

Vi ricordo anche che la vitamina C è idrosolubile e termolabile e che i lavaggi prolungati degli alimenti che la contengono possono alterarne le quantità, così come la cottura.
Per questo i cibi in questione vanno cotti velocemente oppure mangiati crudi, il calore infatti tende a disperderne la quantità.

Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono alcuni frutti freschi, come ananas, agrumi, kiwi, fragole, ciliegie; alcune verdure fresche come lattuga, spinaci, radicchi, broccoletti; alcuni ortaggi come cavoli, peperoni, broccoli, cavolfiori, pomodori; alcuni tuberi come le patate, soprattutto quelle novelle.

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA C

Ma vediamo ora la classifica dei cibi più ricchi di vitamina C.
KIWI: una vera e propria miniera di acido ascorbico. Basta un kiwi al giorno per soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina. In 100 gr di frutto ce ne sono circa 90 mg.
RIBES: cento grammi di ribes contengono circa 40 mg di vitamina C, una quantità paragonabile a quella degli agrumi.
BROCCOLI: hanno più vitamina c delle arance!!! Bisogna cuocerli brevemente e al vapore o saltati in padella.
RUCOLA: contiene 110 mg di vitamina ogni 100gr
SPINACI: mangiateli sia crudi in insalata o saltati in padella.

Ricordatevi sempre di mettere in tavola abbondanti quantità di questi alimenti e la vostra salute sarà assicurata, insieme ad un ottimo funzionamento del sistema immunitario, che tanto ci deve aiutare in questo periodo!

Arance: proprietà nutrizionali

Quanto sono buone le arance?
Questo lo pensiamo tutti, come è risaputo che fanno bene alla nostra salute.
Scopriamo il perché con la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

ARANCE E PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Sono decisamente il frutto simbolo dell’inverno e vengono assunte sia a spicchi, sia sotto forma di succo, che è diventato molto popolare come bevanda da colazione e dissetante.
Bisogna però dire che il succo ha un minore contenuto di calcio e fibra, che sono due nutrienti che si trovano principalmente nella polpa.
Altre sostanze contenute nell’arancia sono:
• Minerali (potassio, calcio, ferro, magnesio)
• Zuccheri
• Acido folico
• Fibra vegetale
• Acidi organici (acido citrico)
• Carotenoidi
• Elementi fitochimici come flavonoidi e limonoidi
• Vitamine

LA VITAMINA C

La regina delle vitamine contenute è senz’altro la vitamina C, che, mai come in questo momento, è essenziale per rinforzare le difese del sistema immunitario contro le infezioni virali.
Ma lo sapete che la vit. C ha anche altre proprietà?
È antiossidante, cioè neutralizza i radicali liberi, sostanze che fanno invecchiare le cellule e che provocano il deterioramento del DNA.

È antitossica, ossia neutralizza l’azione di una serie di sostanze tossiche, come le nitrosamine (carni stagionate).
Contribuisce alla formazione del collagene, migliora la consistenza di denti e ossa, rinforza i capillari e le pareti arteriose
Facilita l’assorbimento del ferro non eme, quello presente negli alimenti vegetali, nelle uova ecc.

Un adulto necessita di almeno 60 mg di vit C al giorno.
Va tenuto conto che questa vitamina non si trova immagazzinata nelle cellule e deve essere assunta quotidianamente.
L’unica fonte sicura sono la frutta fresca e i vegetali.
Una carenza di questa vitamina può causare abbassamento delle difese immunitarie di fronte alle infezioni, apatia, dolori articolari.
Nella gravidanza, allattamento, sforzo fisico estremo, periodo influenzale è necessario un surplus di questa vitamina.

Oltre alle virtù essenziali per il benessere, bisogna ammettere che le arance sono talmente buone e versatili nell’uso…che non si smetterebbe mai di usarle in cucina!
È un piacere anche solo toccarle e guardarle.
Nel prossimo appuntamento della nostra affezionata rubrica “FOOD IS LIOFE”, vi dirò in quali altri favolosi alimenti è contenuta la vitamina C!