Come Lilli e il Vagabondo

Festeggiato in tutto il mondo, il giorno di San Valentino è una celebrazione all’amore in tutte le sue forme.
Uno dei film più romantici di sempre, sia per grandi che per piccini, è Lilli & il Vagabondo in cui i protagonisti scoprono il loro affetto proprio davanti a un bel piatto di spaghetti con le polpette.

Quale miglior modo di incoronare l’amore con questo piatto iconico?

Ecco la nostra ricetta degli spaghetti alle polpette al sugo, di carne o vegetariane, dedicata a tutti gli innamorati!

❤ INGREDIENTI ❤

200g spaghetti

200g polpettine di carne bovina (o polpettine vegetariane a base di soia) Amica Natura

1 carota

1 sedano

1/2 cipolla

300g passata di pomodoro

Olio Extra Vergine d’Oliva

qb basilico, sale

❤ PROCEDIMENTO ❤

Togliere dal freezer le polpette Amica Natura, disporle su una teglia e inserire in forno preriscaldato a 200° e lasciar cuocere per circa 10 minuti.

Preparare il soffritto tagliando finemente la carota, il sedano e la cipolla. In una padella scaldare un goccio di olio Extra Vergine, quindi versare il trito di verdure e lasciar cuocere per qualche minuto. Quindi aggiungere la passata di pomodoro. Salare a piacere e lasciar cuocere per 20 minuti circa.

Cuocere gli spaghetti in acqua salata*, scolarli e saltarli nella passata di pomodoro.
Aggiungere le polpette e qualche foglia di basilico a piacere.

Impattare e servire caldo.

*per degli spaghetti sempre al dente provate la cottura passiva: buttare la pasta in acqua bollente e salata, mescolare per evitare che si attacchi sul fondo e lasciar cuocere per due minuti circa. Quindi spegnere il fornello e lasciar cuocere a fuoco spento. Aggiungere 2 minuti al tempo di cottura usuale.

Oltre ad avere una pasta sempre al dente, questa tecnica di cottura vi permetterà di risparmiare un pochino sulla bolletta!

❤ Buon San Valentino a tutti ❤

Gli pseudocereali: la quinoa

Una mini rubrica insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda. Tre appuntamenti alla scoperta di tre pseudocereali che, negli ultimi tempi, sono diventati protagonisti delle tavole italiane: quinoa, grano saraceno e amaranto.
Scopriamoli insieme. 

Sapete qual è la differenza tra riso e quinoa? Tra orzo e grano saraceno?

O tra farro e amaranto?

Avete mai sentito parlare di pseudocereali?

 

CEREALE O PSEUDOCEREALE?

La parola cereale non fa direttamente riferimento alla classificazione botanica, quanto all’uso che si fa di un determinato alimento.

Il termine deriva dal latino e significa appartenente a Cerere, dea della fertilità e dei campi.

I cereali appartengono per lo più alla famiglia delle graminacee. Queste piante erbacee producono frutti dai quali si ricavano farine o altri cibi.

I più conosciuti sono grano, riso, mais, avena, farro e orzo, ma vi sono anche sorgo, bulgur, miglio e tanti altri ancora. Possono essere con o senza glutine.

 

Gli pseudocereali possiedono numerose caratteristiche simili ai cereali, sia per il loro utilizzo e consumo che per i valori nutrizionali.

Tuttavia, gli pseudocereali provengono da famiglie botaniche diverse e hanno delle caratteristiche particolari.

I più conosciuti sono la quinoa, il grano saraceno e l’amaranto.

Questi sono naturalmente privi di glutine, quindi ottimali per le persone affette da celiachia o da gluten-sensitivity.

 

Oggi vediamo insieme la quinoa.

 

LA QUINOA

La quinoa deriva dai semi di una pianta erbaceaa appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae (come le spinaci e la barbabietola), originaria dell’America del Sud.

Questi semi contengono però saponine, glicosidi terpenici dal sapore molto amaro.

I semi vengono lavorati per rimuovere il rivestimento fibroso contenente le saponine che, altrimenti, comprometterebbero la commestibilità del prodotto stesso.

Le foglie di quinoa vengono consumate come verdura, esattamente come quelle di barbabietola e spinaci.

Purtroppo, la loro disponibilità commerciale è molto limitata.

 

LE CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI

Coltivata soprattutto in Boliva, Perù, Cile ed Equador, la quinoa viene raggruppata in tre categorie a seconda del colore: bianca, nera e rossa.

Ha un apporto energetico significativo fornito principalmente da carboidrati, proteine e da un piccolo apporto di lipidi. La ricca presenza di fibre rende questo pseudocereale idoneo a una dieta per diabetici, evitando la formazione di picchi glicemici.

Inoltre, contiene sali minerali con buone concentrazioni di fosforo, ferro, magnesio, calcio e zinco. Contiene anche omega3 e omega6.

La quinoa è naturalmente priva di colesterolo, glutine e istamina. Per questo motivo la quinoa è un alimento ben tollerato da tutti.

 

IN CUCINA

La quinoa è un alimento molto versatile in cucina, perfetta per la preparazione di piatti sani e nutrienti, sia dolci che salati.

Oltre alle classiche insalate a base quinoa, condite con verdure e proteine vegetali/animali a piacere, si possono creare polpette, hamburger, biscotti o torte!

CONTROINDICAZIONI

Le situazioni di intolleranza alla quinoa sono molto rare ma presenti.

In caso di ripetuti episodi di formazione di calcoli renali, è meglio evitare un consumo eccessivo di quinoa.


Non perdetevi una fantastica ricetta a base di quinoa che uscirà martedì 21.02 sui nostri social!

Ci vediamo mercoledì 22.02 per scoprire insieme il prossimo pseudocereale.

Amico della pelle, sorgente di vita

Oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla di un frutto molto particolare che arriva da terre lontane. Conosciuto come simbolo di vita, i datteri sono ricchissimi di nutrienti che permettono di avere un effetto benefico su tutto il nostro organismo, dall’apparato digestivo a quello tegumentario. Scoprite tutti i segreti di questo frutto speciale. 

Gli sportivi li consumano durante le partite per mantenere un apporto costante di zuccheri.

Le star li usano per ringiovanire e depurare la pelle.

Si trovano in Marocco, dove vengono considerati fonte di vita.

Avete capito di cosa stiamo parlando?

Dei datteri, ovviamente!

VALORI NUTRIZIONALI 

I datteri sono il frutto della Phoenix Dactylifera, la palma da datteri, appartenente alla famiglia delle Palmacee. Questa pianta può raggiungere i 20 metri di altezza e i 300 anni di vita! Il nome dattero deriva dal greco Daktylos, letteralmente dito, per via della forma tipicamente lunga, ovale e stretta.

Il dattero è un frutto molto energetico.

100g (circa 10 frutti) forniscono 275 calorie, pari all’11% del fabbisogno giornaliero di un uomo adulto.

I nutrienti più significativi del dattero sono:

  • Zuccheri (66%), composti principalmente da glucosio e fruttosio.
  • Vitamine del complesso B, in particolare B1, B2, la B3 (niacina), B6. Queste vitamine, oltre a facilitare l’utilizzo degli zuccheri da parte delle cellule del nostro organismo, contribuiscono all’azione rinvigorente del frutto.
  • Minerali: è uno dei frutti più ricchi di potassio, ferro, magnesio, fosforo, calcio. Contiene anche rame, zinco, manganese.
  • Fibre vegetali, sia solubili (pectina) che insolubili, entrambe con un effetto positivo e benefico sull’intestino.
  • Proteine: nonostante contenga solamente il 2% di proteine, queste sono complete e facilmente assimilabili.

PROPRIETA’ E BENEFICI

I datteri sono conosciuti per le numerose proprietà che possiedono e che sono in grado di donare effetti benefici al nostro organismo. Vediamone alcuni insieme:

  • Anemia: grazie all’alto contenuto di ferro, sono utili per chi soffre di carenze del minerale o di anemia.
  • Stipsi: un consumo adeguato può aiutare a combattere la stipsi. Lasciare in ammollo dei datteri per una notte intera e la mattina seguente, a stomaco vuoto, mangiare i frutti e bere l’acqua.
  • Antinfiammatorio: i datteri sono utili per combattere infiammazioni alle vie respiratorie e raffreddore. Si possono bollire in acqua calda per qualche minuto, ottenendo così un decotto pronto per essere bevuto. Questo intruglio permette di combattere il raffreddore e alleviare l’infiammazione, contribuendo anche all’eliminazione del catarro grazie alle proprietà emollienti.
  • Colesterolo e Digestione: adatti per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue; grazie alla presenze di fibre, migliorano la digestione.
  • Energia: la presenza di zucchero naturale permette di dare energia all’organismo, soprattutto dopo periodi debilitanti a causa di influenze, cambi di stagione o forti stress fisici.
  • Equilibrio: potassio e magnesio sono utili per l’equilibrio dei liquidi corporei e per la protezione del sistema cardiovascolare. Il fosforo aiuta invece le funzioni celebrali.
  • Cosmesi: utile per combattere l’acne giovanile e donare tono alla pelle.

COME CONSUMARLI

I datteri vengono tradizionalmente consumati essiccati.

Anche se essiccati, è consigliabile lavarli sotto acqua corrente e asciugarli con cura prima di mangiarli. I datteri infatti hanno una superficie che attrae polvere e sporcizia.

La dose consigliata è di 2/3 datteri al giorno, preferibilmente a colazione o come spuntino.

CURIOSITA’

Gli arabi del deserto considerano l’albero di datteri come la sorgente di vita. Regala un frutto nutriente, una bevanda zuccherina che sgorga percuotendo il tronco, dona un’ombra rinfrescante. In India i datteri sono considerati un potente afrodisiaco, mentre la tradizione cristiana vede invece le foglie della palma da dattero come simbolo di pace.

Per gli Egizi la palma da dattero è considerata simbolo di fertilità e i frutti venivano fatti fermentare per fare il vino. Ancora oggi i datteri vengono utilizzati per la produzione di numerose bevande alcoliche.

Organizzare il frigorifero in pochi passi

Anche oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda fornisce preziosi consigli su come organizzare il frigorifero domestico per riuscire non solo a conservare in maniera ottimale gli alimenti, ma anche per ridurre inutili sprechi energetici. 

Cosa accomuna la vostra cucina con tutte le altre?
No, non è la presenza o meno di una lavastoviglie, un fornello con piastra a induzione o a gas, un piano di lavoro spazioso o un’isola perfetta per la colazione.
Pensate all’unica cosa di cui tutte le cucine sono necessariamente fornite.
Cosa faremmo infatti senza frigorifero?

LE ORIGINI

Il frigorifero è uno di quegli elettrodomestici che hanno cambiato radicalmente le abitudini alimentari e non solo degli esseri umani. La sua introduzione nelle cucine ha modificato la gestione e la conservazione degli alimenti, incidendo positivamente anche sulla qualità del nostro tempo.

Il nome deriva dal latino frigus (freddo) fero (portare). Il primo brevetto risale al XIX secolo, uno sviluppo delle antiche ghiacciaie sotterranee che venivano caricate di neve e ghiaccio durante i mesi invernali.

I frigoriferi moderni, sempre più accattivanti esteticamente e performanti, sono diventati ormai degli elementi d’arredamento. Le loro caratteristiche e funzioni variano in base al modello e al prezzo di mercato.

Vediamo qualche suggerimento per organizzare alla perfezione l’interno del frigorifero in modo tale da sfruttare al meglio tutte le capacità tecniche.

LA TEMPERATURA

La temperatura ottimale di un frigorifero varia in base alla sezione considerata. Alcune aree sono infatti più fredde di altre. La corretta disposizione degli alimenti è quindi essenziale per una conservazione ottimale.

La parte centrale dovrebbe mantenere una temperatura interna di circa +4°/+5°, con una variabile di 2-10 gradi nelle altre zone.

Le confezioni non devono entrare in contatto con la parete di fondo del frigorifero. Questa è infatti una zona umida, soggetta a creazione di condensa con goccioline di acqua e brina. Il contatto diretto con gli alimenti potrebbe provocare un deperimento precoce dell’alimento, intaccando le sue proprietà organolettiche e i valori nutrizionali.

I PIANI DEL FRIGORIFERO

Vediamo ora una corretta disposizione degli alimenti nei vari ripiani del frigorifero. Come accennato prima, infatti, la temperatura del vano interno varia in base alla zona di interesse e un’adeguata disposizione del cibo garantisce una migliore conservazione.

I CASSETTI

I cassetti sono generalmente dedicati alla conservazione di frutta e verdura, che vanno accuratamente rimosse dalle loro confezioni e pulite grossolanamente.

Possono essere avvolte in carta da cucina o conservate negli appositi sacchetti. Questo permette di evitare la formazione di umidità e conseguente condensa, cosa che ne provocherebbe un rapido e precoce deperimento.

Questi cassetti devono essere puliti frequentemente per evitare la formazione e la proliferazione di batteri potenzialmente dannosi non solo per gli alimenti, ma anche per il nostro organismo.

PRIMO RIPIANO

Il primo ripiano, quello posto direttamente sopra i cassetti, è dedicato generalmente alla collocazione di carne e pesce, freschi e crudi.

Tuttavia, alcuni modelli di frigorifero consigliano di porli nel ripiano più alto. Ecco perché è fondamentale prestare attenzione alle etichette illustrative del proprio frigorifero che permettono di indicare la collocazione più idonea dell’alimento.

RIPIANI CENTRALI

I ripiani centrali sono riservati a salumi aperti, piatti pronti come paste già cotte e condite, carne e verdure cotte, avanzi, minestroni e zuppe.

È consigliabile porli in appositi e pratici contenitori trasparenti che, oltre a garantire una migliore conservazione, semplificano e riducono i tempi di identificazione dell’alimento.

ULTIMO RIPIANO

L’ultimo ripiano è dedicato alla conservazione di latticini, come formaggi e yogurt, affettati confezionati e uova fresche.

In caso di assenza di spazio, latticini, latte e uova possono essere sistemati anche nei ripiani della controporta, generalmente dedicati a bibite e burro.

TIPS!

Ecco alcuni consigli semplici utili a migliorare la funzionalità dei nostri frigoriferi:

  • Assicurare sempre la circolazione dell’aria interna del vano non ammassando troppo cibo all’interno.
  • Pulire e igienizzare con regolarità il frigorifero e sbrinare il freezer. Ricordarsi di staccare la corrente elettrica durante queste operazioni!
  • Non sostare a lungo di fronte al frigorifero con la porta aperta. Le nuove tecnologie hanno installato un apposito allarme che avvisa quando viene superato il tempo massimo consigliato.
  • La temperatura interna ideale è tra i +4° e i +6°. Superati i +6°, non è possibile garantire una corretta conservazione degli alimenti e risulta inoltre più dispendiosa a livello economico. Un piccolo accorgimento che può incidere sulla bolletta!

 

Radicchio rosso, un potente antiossidante

Amaro, dolce, pungente. Croccante, succoso e soddisfacente. Striature violacee e bianche.

Avete capito di quale ortaggio stiamo parlando?

Esatto, del radicchio rosso!

ORIGINI

Ortaggio dal sapore speciale, il radicchio rosso può essere trovato in diverse varianti.

In Italia il più noto è quello di Treviso, tutelato dalla certificazione IGP – Indicazione Geografica Protetta.

Il radicchio rosso di Treviso può essere precoce o tardivo. Il primo presenta una foglia larga, ha un sapore più amaro ed è meno pregiato; il secondo ha un piacevole sapore amarognolo, una consistenza più croccante ed è più pregiato.

Ortaggio del periodo autunnale e invernale, è un must have delle cucine e delle tavole italiane che non dovrebbe mai mancare.

PROPRIETA’ E BENEFICI

Appartiene alla famiglia delle cicorie, insieme a puntarelle e catalogna. Contiene acido cicorico, responsabile del retrogusto amaro tipico di questo ortaggio, in grado di stimolare i succhi gastrici e di facilitare la digestione e la secrezione di bile.

L’acido cicorico, inoltre, è un composto fenolico che possiede proprietà antitrombotiche e antiinfiammatorie.

Nel radicchio rosso sono presenti elevate quantità di antocianine, pigmenti responsabili del colore vivace delle foglie. Le antocianine sono polifenoli che aiutano a mantenere la salute dei vasi sanguigni e migliorare quella del cuore.

Oltre ad acido cicorico e antocianine, il radicchio rosso è ricco in sali minerali, tra cui potassio, fosforo, sodio, ferro e magnesio.

Contiene vitamina C, nota per le sue funzioni antiossidanti e contrastanti l’azione dannosa dei radicali liberi.

Sono presenti anche fibre e acqua in grande quantità, cosa che permettono di migliorare le funzioni del transito intestinale.

Grazie al basso introito calorico e alla consistenza croccante è in grado di aumentare il senso di sazietà, cosa che lo rende particolarmente indicato alle persone che stanno seguendo un regime dimagrante.

IL RADICCHIO IN CUCINA

È un ortaggio molto versatile in cucina.

Il radicchio rosso IGP di Treviso è ideale per risotti, salse da primo piatto (buonissimi pesti di radicchio rosso e noci) o sulla pizza.

Il radicchio di Verona è invece buonissimo alla griglia, gratinato o come ripieno per paste fresche quali crespelle e ravioli.

Il radicchio di Chioggia è perfetto per un consumo a crudo, per arricchire insalate o da gustare in un ricco pinzimonio.

Non temete per la dimensione di un cespo! Dopo previa e leggera cottura, il radicchio può essere surgelato e conservato per parecchio tempo.

Voi come utilizzate il radicchio rosso in cucina?

Cuor di carciofo

Ricchi di nutrienti e minerali, antitumorali, depurativi, addirittura afrodisiaci. Involucro rude e spesso spinoso, note amare all’esterno, ma chi non ha paura di pungersi arriva dritto al cuore. Un cuore tenero, dolce e buonissimo che racchiude benefici e proprietà straordinarie per il nostro organismo.
Continuano gli appuntamenti insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda, oggi insieme a noi alla scoperta di questo meraviglio ortaggio: il carciofo.
Il carciofo, uno degli alleati più potenti per favorire la depurazione del nostro organismo. Ortaggio talmente amato dagli italiani da rendere il nostro paese primo produttore al mondo. Vengono raccolti in autunno e primavera, disponibili per un periodo molto lungo dell’anno.
I supermercati e i fruttivendoli ne sono pieni in questo periodo invernale. Quindi correte a prenderli e depuratevi con gusto dai grassi delle festività appena passate!

CURIOSITA’

Il carciofo, cynara scolymus, è una pianta della famiglia delle Asteracee (o Composite), le cui origini risalgono al primo secolo d.C. Nonostante la pianta a carattere selvatico fosse conosciuta da greci e romani, documentazioni storiche sembrano trovare le prime tracce di domesticazione del carciofo negli orti famigliari siciliani.

La leggenda che balena intorno a questa pianta attribuisce l’origine del nome a una ragazza che, una volta sedotta da Giove, venne trasformata in un carciofo.

La diffusione dell’ortaggio passa dalla Sicilia alla Toscana, fino ad arrivare in Francia grazie a Caterina de’ Medici.

Oggi il carciofo viene coltivato in Italia e nel mondo non solo per il suo gusto particolare e versatile, che lo rendono perfetto per molte ricette, ma anche per le sue proprietà medicinali e benefiche. 

Sin dai primi utilizzi, infatti, gli vennero attribuiti effetti straordinari sul nostro organismo, tra cui poteri afrodisiaci.

PROPRIETA’

Oltre ad avere una palatabilità straordinaria, i carciofi sono fonte preziosa di importanti nutrienti. Ricchi in calcio (addirittura più del latte!) e esenti da grassi, i carciofi contengono numerosi e minuscoli composti che, grazie alla loro azione fisiologica, sono fondamentali per la salute del nostro organismo.

Nel carciofo possiamo trovare:

  • CINARINA: agisce sulle cellule del fegato, aumentando la produzione di bile, e su quelle dei reni, aumentando il filtrato glomerulare e la produzione dell’urina. Con la cinarina sono presenti anche cinarosido, cinaropicrina, acidi organici (malico, lattico, citrico, glicolico, glicemico).
  • STEROLI: sostanze nella loro struttura chimica simili al colesterolo, ma di origine vegetale. Sono in grado di limitare l’assimilazione del colesterolo nell’intestino.
  • INULINA: fibra alimentare che nutre i microrganismi probiotici intestinali. Contribuisce allo sviluppo di una microflora positiva, donando uno stato di benessere ed eubiosi intestinale.

Studi scientifici hanno anche dimostrato che i composti che derivano dalla fermentazione dell’inulina sembrano essere coinvolti nella prevenzione del tumore al colon.

Per poter beneficiare degli effetti benefici di questa fibra alimentare, una conservazione adeguata dei carciofi è fondamentale. Il frigorifero, o il freddo in generale, è il miglior metodo di conservazione. Meglio tenere i vostri carciofi a 4 gradi, avvolti in pellicola domopak.

ORTAGGIO MEDICINALE

Il carciofo è digeribile e ben tollerato sia da persone sane che da persone con patologie particolari. Grazie ai suoi componenti e alle sue proprietà, viene considerato un alimento medicinale, particolarmente indicato nei seguenti casi:

  •  malattie epatiche
  •  malattie biliari
  •  disturbi renali
  •  colesterolo troppo elevato
  •  diabete
  •  malattie della pelle

Il carciofo contiene, infatti, sostanze che contribuiscono a migliorare il funzionamento del fegato.
Meglio farne il pieno ora che è ancora di stagione!

MILLE RICETTE, GUSTO IMPECCABILE

Sapete che i carciofi sono un ortaggio molto versatile in cucina?

Possiamo mangiarli crudi oppure cotti, come fritti, sottolio, arrostiti e così via.

Se li cuocete, meglio optare per la cottura a vapore. In questo modo verranno conservati la maggior parte dei sali minerali e degli oligoelementi.

Esistono inoltre moltissime ricette regionali che arricchiscono l’ortaggio rendendolo ancora più goloso.

E voi avete qualche ricetta particolare?

Nella vostra Regione come si consumano di preferenza?

Se festeggi con lenticchie e cotechino…

Se festeggi con lenticchie e cotechino, l’anno tuo sarà divino!
Il 2023 è da poco cominciato e scommettiamo che il giorno di Capodanno le lenticchie saranno state presenti sulla tavola di moltissimi italiani, un po’ per scaramanzia e un po’ per tradizione. Questi legumi sono piccole miniere di proprietà benefiche non solo per il nostro organismo, ma, se crediamo veramente che possano portare denaro, anche per il nostro portafoglio! Scoprite insieme alla nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda tutte le caratteristiche e le curiosità su questi piccoli alimenti. 

Chi non ha iniziato questo 2023 con delle lenticchie portafortuna?

Ma se oltre a portare fortuna, fossero anche degli splendidi legumi da proprietà nutrizionali super benefiche per il nostro orgaismo?
Scopriamone le caratteristiche.

ORIGINI STORICHE

La parola lenticchie deriva dal latino lens culinaris Medik, con riferimento alla tipica forma di piccola lente.

Sono uno dei legumi più sfruttati in cucina e non solo. I primi segni di uso alimentare risalgono a 11000 mila anni fa. Sono stati trovati carbonizzati nella grotta di Franchthi, in Grecia, e possiamo trovarli citati addirittura nella Bibbia!

La simbologia legata alla fortuna risale agli antichi romani.
Durante i festeggiamenti legati alla fine dell’anno (che cadeva il primo marzo), ai famigliari e alle persone più care veniva donata una piccola saccoccia colma di lenticchie con la speranza che queste, una volta giunto il nuovo anno, potessero trasformarsi in denaro.

TANTE VARIETA’, DIVERSE CARATTERISTICHE

Esistono diverse varietà di lenticchie che si differenziano soprattutto per il colore.

Possiamo trovarle verdi, rosse, marroni e nere.

Ogni tipologia ha proprietà organolettiche specifiche che le rendono adatte ai particolari utilizzi in cucina.

Le marroni, per esempio, sono utilizzate per accompagnare zuppe o carni lessate.
Quelle rosse sono perfette per creare spume cremose o hummus, mentre quelle nere per arricchire insalate o piatti di pesce.

PROPRIETA’ E BENEFICI

Le lenticchie sono legumi ricchi di proprietà nutrizionali con effetti benefici sul nostro organismo. Miniera di proteine, fibre, ferro, magnesio e potassio, ma anche isoflavoni, dei potenti antiossidanti.

Sono molto energetiche, ma essendo fonte di purine il loro consumo è sconsigliato ai malati di gotta e uremia.

Le proteine che possiamo trovare in questi legumi sono però carenti in aminoacidi essenziali, come la cisteina e la metionina, cosa che impedisce un’assimilazione completa di tutti gli aminoacidi. Per questo motivo è consigliabile associare il consumo di lenticchie a pasta o cereali. Ma prestate attenzione alle quantità: anche le lenticchie, come gli altri legumi, contengono carboidrati.

CURIOSITA’

Le lenticchie sono conosciute per le loro proprietà galattofore. Per questo motivo vengono spesso consigliate alle neomamme che allattano al seno.

Questi legumi hanno anche proprietà lassative e antiossidanti, agendo principalmente sul tratto gastrointestinale e digestivo. Sebbene questo aspetto porti generalmente un effetto benefico sull’organismo, in alcune persone predisposte un grande quantitativo di lenticchie può provocare severi disturbi intestinali.

E voi come cucinate le lenticchie? Che tipologia preferite e come le abbinate ai vari piatti?

Come affrontare il gonfiore post Natale

Sentirsi gonfi per giorni dopo la cena della Vigilia e il pranzo di Natale è assolutamente normale. Anche vedere la bilancia che segna 2kg in più. Vi starete domandando come sia possibile ingrassare così velocemente, quando è così difficile perdere peso. Ma si può veramente ingrassare in soli due giorni?
La nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda oggi sfaterà qualche mito sul gonfiore post Natalizio e su tutte le diete fast e detox riparatrici. 

Alzi la mano chi, durante questi giorni festivi, non si è lasciato andare alle gioie della tavola.

Complice anche la compagnia di parenti e amici (e di piatti che raramente ci permettiamo di mangiare), il periodo festivo è sempre molto ricco di cibo di ogni tipologia… dolce, salato, grasso, proteico e un pesante mix di tutti.

Alzi la mano ancora una volta chi non sta provando sensi di colpa nel vedere che i jeans faticano un pochino a chiudersi ora. Ammettetelo, state cercando qualsiasi formula detox che vi permetta di sgonfiarvi in poco tempo, almeno il necessario per affrontare il cenone di Capodanno.

DIETE DETOX VELOCI, FUNZIONANO?

Diete miracolose a base di limone, mele e tisane diuretiche e digestive.

Funzionano veramente? Ma soprattutto, che effetti hanno sul nostro organismo?

Ripeterlo fino allo sfinimento non basterà, lo sappiamo. Ma proviamoci: ci vogliono ben più di due giorni per ingrassare, anche se sono stati due giorni intensi di mangiate e bevute super caloriche.

È normale sentirsi gonfi, appesantiti e costipati.
È normale anche vedere quei 2 maledetti chili di troppo sulla bilancia.
Ma non siete ingrassati: state semplicemente trattenendo molti più liquidi!

I momenti conviviali delle feste andrebbero vissuti con serenità, consapevoli sia dell’eccesso di cibo ingerito che del conseguente eccesso di nutrienti assorbiti dal nostro organismo.

Non temete: se riprenderete la vostra alimentazione quotidiana, regolare e soprattutto bilanciata, in poco tempo ritornerete al vostro peso consueto.
Infatti, per mettere un kg di grasso ci vogliono circa 7000 calorie di surplus rispetto al vostro fabbisogno quotidiano. Sfido trovare qualcuno che abbia mangiato così tanto!

RITORNARE AL PESO FORMA

Quindi keep calm and back to reality!

Abbondate con verdure e proteine in questi giorni, limitando (non eliminando) carboidrati e grassi.

Cercate di assumere molti liquidi che aiuteranno la diuresi e, di conseguenza, allevieranno quella fastidiosa sensazione di gonfiore.

Ma sapete qual è la cosa che meglio aiuta a recuperare il proprio peso forma?

Un’attività fisica regolare.
Che si tratti di corse mattutine, nuotate in piscina o di lunghe passeggiate all’aria aperta, il movimento fisico è essenziale per recuperare in fretta la tonicità e per sentirci in forma.

Quindi niente scuse! Mettete le vostre scarpe da ginnastica e preparatevi per il cenone di Capodanno.

Panettone o pandoro?

Oggi la nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci mette di fronte a uno dei dilemmi natalizi più grandi. Panettone o pandoro? Questi due prodotti dolciari da forno sono squisiti e…ricchi di burro! Ma sapete quali sono le principali differenze tra i due? Leggete l’articolo e schieratevi!

Imperatori delle festività, protagonisti delle tavolate natalizie e delle colazioni seguenti.
Sono così buoni e gustosi che rappresentano uno dei quesiti principali del menu natalizio (e non solo): pandoro o panettone?
Al di là di preferenze personali, marche e diversi gusti e farciture, vi sono alcune differenze nutrizionali fondamentali fra i due tipici dolci di Natale.

La più evidente all’occhio?

Il panettone tradizionale contiene più uova e ha una pasta costellata da canditi e uvetta.

Ci sono altre differenze sostanziali.
Scopriamole insieme.

IL PANETTONE

Prodotto dolciario da forno a pasta morbida, il panettone è fatto con lievito madre e deve lievitare per circa 2-3 giorni.
La base è rotonda, mentre la superficie presenta una crosticina screpolata e tagliata in modo caratteristico.

Gli ingredienti principali sono farina di frumento, zucchero, uova di categoria A, materia grassa butirrica, uvetta e scorze di agrumi canditi.
Il produttore può aggiungere in modo facoltativo ulteriori ingredienti.
Alcuni dei più utilizzati sono: latte e derivati, miele, burro di cacao, zuccheri, lievito, aromi naturali, conservante acido sorbico e sorbato di potassio, e aromi fruttati.

Ma quante calorie possiede una porzione di questo agglomerato delizioso di ingredienti?

Il panettone possiede tra le 330 e le 360 calorie ogni 100 grammi.

CURIOSITA’

Sapete perché si chiama Panettone?

Il nome deriva dal taglio del burro sciolto nelle vecchie latterie di paese. Il burro sciolto in grande quantità veniva tagliato secondo le necessità del cliente che ne acquistava quindi, dal grande blocco, un singolo panetto: il panettone.

Questi pani di burro avevano una forma conico-cilindrica che richiama il nostro tipico dolce milanese.

IL PANDORO

La prima differenza sostanziale che possiamo notare è la durata del processo di lievitazione.
Se il panettone lievita per circa 2-3 giorni, l’impasto del pandoro ha una lievitazione massima di 36 ore.

La seconda differenza visibile riguarda la forma caratteristica del dolce: un tronco di cono con sezione ottagonale, la superfice soffice (non crostosa come quella del pandore), una struttura setosa e morbida con una alveolatura minuta e uniforme.

L’aroma del pandoro è inconfondibile: una volta aperto, burro e vaniglia riempiono subito le narici.
Il pandoro in effetti contiene grandi quantità di burro e aromi di vaniglia/vanillina.

Il burro viene inserito con la sfogliatura, mentre nel panettone è inserito direttamente null’ultimo impasto. Il pandoro inoltre ha una pasta più gialla, è più morbido e dolce, richiama quasi l’impasto della brioche.

Ma quante calorie possiede l’amico più burroso del panettone?

Il pandoro può arrivare a 410 calorie ogni 100 grammi.

CURIOSITA’

Il nome deriva dal veneto Pan de Oro.
Il brevetto del dolce natalizio venne depositato da un certo Domenico Melegatti al ministero dell’agricoltura il 14 ottobre 1894.

PANDORO O PANETTONE?

Entrambi i dolci hanno un elevato contenuto calorico che, insieme alla tipologia di ingredienti di cui sono costituiti, li escludono dai cibi considerati dietetici.

Chi vince quindi la sfida?

Se guardiamo all’attentatore alla linea, il pandoro è sicuramente il vincitore. Ma se siete dalla sua parte, non preoccupatevi: Natale viene solo una volta l’anno!

Il trucco per non rinunciare a questi peccati di gola?

Ridurre le calorie del pranzo o della cena, limitare la porzione del pandoro o panettone e aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.
Sicuramente una fetta di pandoro o panettone non vi farà ingrassare!

Voi quale preferite?

Una zuppa, mille zuppe

Le temperature rigide mettono a dura prova il nostro corpo. Per sostenerlo e confortarlo, la nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda consiglia di cimentarsi in cucina per realizzare il comfort food autunnale-invernale per eccellenza: la zuppa. Scoprite i benefici e le numerose ricette. 

Rimedi contro le temperature rigide e l’avvicinarsi della stagione invernale?
Una zuppa calda e fumante, pronta a riscaldare corpo e mente.

COMFORT FOOD DELLA STAGIONE FREDDA

Comfort food per eccellenza della brutta stagione, le zuppe sono in grado di regalare un momento di pace sia per la mente che per l’organismo.

La loro stessa preparazione assume l’aspetto di un rituale rilassante… Pensate al rumore della zuppa che sbolle, il vapore che esce dalla pentola e il profumo che ne viene rilasciato, che riempie la cucina e le narici.

Ma sapete qual è l’aspetto più bello delle zuppe?

Sono estremamente versatili.

Il vostro palato non si stancherà mai perché potrete mettere tutta la fantasia che volete per creare nuove ricette.

Aromi, profumi e gusti sempre diversi, in grado di conservarsi per più giorni e pronti a scaldarvi il cuore all’occorrenza.

PROPRIETA’ E NUTRIENTI

Le zuppe sono ricche di nutrienti con effetti benefici sul nostro organismo.

Sali minerali, vitamine, fibre, proteine, antiossidanti sono solo alcuni dei nutrienti che apportano al nostro corpo.

La parte migliore sapete qual è?

Sono leggere ma sazianti, ottime alleate di un regime alimentare dimagrante soprattutto se si monitora attentamente il condimento. Per renderle ancora più leggere, è meglio evitare l’aggiunta di pasta o riso che aumenterebbero consistentemente l’apporto calorico.

MILLE ZUPPE

Per arricchire la vostra zuppa potete accompagnarla con fette di pane tostato o crostini fatti in casa. Il contrasto di consistenze stimola infatti sensazioni sorprendentemente piacevoli per il palato.

Se siete tra i più golosi, aggiungete una spruzzata di Olio Evo e Parmigiano Reggiano a piacere.

Per insaporirle ulteriormente, potete anche aggiungere uno spicchio d’aglio, toccasana per la salute. A fine cottura, aggiungete un pizzico di curcuma… sorprenderà i vostri ospiti!

Per la stagione autunnale-invernale potete provare ricette diverse, ottime ma soprattutto salutari. Le nostre zuppe preferite sono a base di:

  • Patate e porri
  • Zucca e/o zucchine
  • Cipolle e pane raffermo
  • Sedano rapa
  • Lenticchie
  • Cavolo nero
  • Cavolfiore
  • Carote e patate
  • Fagioli e castagne
  • Farro e ceci

Il segreto per la zuppa perfetta?

Tanta fantasia e un pizzico di amore!