PEPERONCINO CHE PASSIONE

Vi piace il peperoncino?
Questa bacca piccante è molto usata nella cucina italiana.
Ce ne parla oggi la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, spiegandoci la provenienza, le caratteristiche e i benefici.

STORIA DEL PEPERONCINO

Il peperoncino nell’immaginario collettivo è una bacca simile ad un corno e di colore tipicamente rosso acceso. È il frutto piccante prodotto da alcune piante del genere Capsicum (famiglia delle Solanacee). È un arboscello perenne che raggiunge mediamente 100cm di altezza.
È originario della Bolivia e di alcune parti del Brasile e si è diffuso trasportato dagli uccelli.
Il popolo degli Atzechi fu il primo ad includere il peperoncino nel proprio cibo e nei rituali religiosi (5500 a.C. circa). Giunge in Europa ai tempi di Cristoforo Colombo.

EFFETTI COLLATERALI

Il grado di piccantezza del peperoncino è dovuto alla CAPSAICINA, un composto chimico che stimola i recettori del caldo situati sulla lingua, provocando un’estrema sensazione di bruciore.
La quantità di questa sostanza viene misurata con la scala Scoville.
Il peperoncino è un irritante che causa bruciore e irritazione alle mucose.
Per questo è una buona regola maneggiarlo con guanti di lattice e non toccare comunque occhi e labbra dopo averlo spezzettato.
Oltre al forte bruciore può provocare vere e proprie paralisi (naturalmente di breve durata) delle parti con cui viene in contatto.

I BENEFICI

Ora invece vi parlo delle tante virtù.
Il peperoncino fresco è ricco di vitamina A e vitamina C e di antiossidanti come i flavonoidi, luteina, beta-carotene, come sapete in grado di contrastare i radicali liberi.
Il peperoncino aumenta la sensibilità delle terminazioni nervose e stimola il rilascio di endorfine.
Ha proprietà antinfiammatorie contro tosse, raucedine ed ha proprietà antidolorifiche se applicato sulla zona dolorante.
Ha virtù antibatteriche, antidiabetiche.
Facilità la digestione perché favorisce la secrezione dei succhi gastrici.
È un vasodilatatore e migliora quindi la circolazione, cardioprotettivo ed è in grado di ridurre la quantità del colesterolo cattivo.
Ma attenzione: non mangiarlo a stomaco vuoto
Consumarlo non più di due volte a settimana
Adoperarlo in modiche quantità, all’interno di pasti che comprendano anche verdura, latticini, frutta.

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