SACCOTTINI DI POLPETTE
Una nuova proposta dalla pagina Instagram di Stefany Foodblogger!
Un piatto semplice da cucinare, senza rinunciare ad un aspetto davvero invitante ed elegante.
Ottimo per stupire i vostri ospiti durante una cena casalinga.
INGREDIENTI
Polpettine Bio Amica Natura
Una sfoglia rettangolare
Sugo di pomodoro
Fontina
Rosmarino
Basilico
Sale
PREPARAZIONE
Far scongelare le polpette Biologiche. Da istruzioni andrebbero cotte direttamente da freezer, ma per questa particolare ricetta è necessario farle scongelare.
Srotolare una sfoglia rettangolare e tagliare dei quadrati, tanti quante sono le polpette.
Su ogni quadratino adagiare del pomodoro, un pezzo di fontina e la polpetta.
Salare e chiudere i quadrati formando dei saccottini, in ognuno infilare un ciuffetto di rosmarino.
Cuocere in forno caldo a 180° per 15 minuti.
A parte preparare un sughetto veloce con pomodoro, basilico e sale.
Cuocere 10 minuti e mettere in un piatto fondo.
Adagiarvi sopra i saccottini.
Regole per mangiarli:
Niente forchetta! Si prende il saccottino con le mani e si inzuppa nel sughetto.
Finiti i saccottini leccarsi le dita come da buon galateo!
FOOD DELIVERY, IL BOOM E LE REGOLE DA SEGUIRE
Abbiamo tutti vissuto il lockdown chiusi nelle nostre abitazioni.
Alzi la mano chi non ha usufruito del “servizio a domicilio”, una coccola che ci si poteva permettere, per rincuorarci in un momento difficile.
È entrata in uso comune la parola “delivery”, abitudine che molte persone hanno mantenuto, un po’ per comodità, un po’ per pigrizia, ma anche per godere di pasti golosi.
È proprio del food delivery che vogliamo parlare con la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.
DELIVERY, UN’ABITUDINE CONSOLIDATA
È un termine che abbiamo sentito da giornali, televisione, radio, social, amici.
La parola delivery, significa letteralmente “consegna” e anche i nostri amici a cui non piacciono gli inglesismi dovranno rassegnarsi a comprendere e utilizzare questa parola, essendo un trend in crescita, destinato ad accompagnarci per tanto tempo.
La consegna a domicilio sta spopolando nel nostro paese e in tutto il mondo, divenendo un’abitudine consolidata soprattutto a seguito del lockdown.
Il servizio di delivery più conosciuto forse è quello legato al mondo del food.
La consegna della pizza a domicilio o di un qualsiasi piatto dal ristorante alla propria casa è l’esempio più lampante, ma esistono anche servizi relativi alla spesa a domicilio, tramite i quali viene consegnata a casa la spesa del proprio supermercato o negozio di fiducia.
Esistono norme europee da seguire per poter manipolare e consegnare gli alimenti, nel pieno rispetto delle misure di prevenzione connesse ai rischi per la sicurezza e per l’igiene.
Chi effettua servizio di delivery deve affrontare questo compito con organizzazione e strategia, per la tutela dei fattorini che consegnano e del cliente che riceve.
Naturalmente in questo periodo è obbligatorio ancora mantenere le distanze, usare le mascherine, disinfettare spesso le mani, il mezzo e i box di consegna.
NON SCORDIAMOCI DI CUCINARE
Ben venga allora questo nuovo modo di intendere la gestione dei nostri pasti.
Io sono però del parere che una buona e razionale organizzazione della nostra dispensa, del nostro frigorifero e del nostro surgelatore, siano la strada più salutare per il nostro corpo e la nostra psiche…sì sì avete letto bene, psiche!
Non c’è nulla di più rilassante per la nostra mente del cucinare con amore il piatto preferito dai nostri affetti o da noi stessi.
Un momento di stacco dai pensieri a volte tossici che ci ronzano nella testa.
Possiamo utilizzare materie scelte da noi, di cui sappiamo la provenienza, e metterci il nostro tocco personale. Tutto nel modo più salutare possibile.
Usando troppo questo (decisamente utile) mezzo di approvvigionamento delle nostre tavole, si rischia di ritrovarsi in sovrappeso senza neppure accorgersene!
Concludendo: evviva il delivery nei momenti in cui siamo impossibilitati a uscire di casa per un qualsiasi motivo, ma se diventa un’abitudine, diamoci delle regole da rispettare, per quanto riguarda la frequenza e il tipo di cibo.
PASTA, SALSICCIA E FRIGGITELLI
La creatività del nostro food blogger Giuseppe lo ha portato a creare un piatto di pasta gustoso, con la salsiccia Amica Natura, ingrediente d’eccezione i friggitelli!
Potete visitare il suo profilo Instagram Cucinaconpeppe oppure il personale blog di GIALLO ZAFFERANO, per scoprire altre ricette.
INGREDIENTI
Salsiccia Amica Natura
Friggitelli
Rigatoni
Sale q.b
Pepe qb
Pecorino
Per la besciamella
100 gr farina 00
100 gr burro
1 lt latte
PREPARAZIONE
Per prima cosa in una padella antiaderente facciamo andare i friggitelli con un filo di olio, fino a quando diventano morbidi.
Una parte di friggitelli li teniamo da parte, li utilizzeremo come decorazione per il piatto finale.
Proseguiamo preparando la nostra besciamella.
Scaldare in un pentolino il latte.
A parte sciogliere 100 g di burro a fuoco basso, spegnere il fuoco e aggiungere 100 g di farina tutta in una volta. Mescolare con una frusta per evitare la formazione di grumi, rimettere sul fuoco dolce e mescolare fino a farla diventare dorata.
Aromatizzare il latte con la noce moscata e un pizzico di sale. versarne un poco caldo sul roux per stemperare il fondo, infine unire tutto il latte mescolando energicamente con la frusta.
Cuocere 5-6 minuti a fuoco dolce finché la salsa si sarà addensata e inizierà a bollire.
Ora che abbiamo anche la besciamella, poniamola con una parte di friggitelli nel frullatore e facciamo andare finché otteniamo una crema.
A questo punto mettiamo a cuocere la pasta, scegliendo il formato che più preferiamo.
Come ultima cosa cuociamo la salsiccia, ponendola ancora surgelata in una pentola antiaderente.
Bastano 4 minuti di cottura per lato e la salsiccia è pronta!
Nella padella dove abbiamo fatto i friggitelli buttiamo la nostra salsiccia tagliata a piccoli pezzetti e la crema di friggitelli.
Serviamo il nostro piatto aggiungendo qualche friggitello intero e una bella spolverata di pecorino!
CONSUMO DI CARNE
Il consumo di carne nella dieta umana ha origini antichissime.
Ad oggi i prodotti di origine animale forniscono circa un terzo delle proteine consumate dalla popolazione mondiale, possiamo quindi affermare che è un alimento rilevante dell’alimentazione quotidiana.
Certo è che, sempre più di frequentemente, il consumo di carne viene associato ad un’idea di alimentazione dannosa per la salute.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda affronta questo tema importante e delicato.
CARNE, UN ALIMENTO AD ALTO VALORE NUTRIZIONALE
All’alimentazione sana non si arriva creando tabù, ma esercitando il buonsenso e il quotidiano impegno nel conoscere le proprietà degli alimenti che inseriamo nella dieta.
A volte anche semplici informazioni vengono riportate con un sensazionalismo che travisa il reale valore delle raccomandazioni alimentari internazionali.
Queste raccomandazioni invitano ad una maggiore consapevolezza nei consumi piuttosto che ad una semplicistica negazione dell’intera categoria di prodotti.
La carne, al di là del credo che costituisce il libero arbitrio di una persona, è sicuramente un alimento di alto valore in un’alimentazione equilibrata e controllata, per tutta una serie di motivi:
Ottimo apporto di proteine e aminoacidi
Favorisce la sintesi di enzimi e migliora le reazioni metaboliche
Favorisce la sintesi di ormoni
Effetti positivi sui tessuti, in particolar modo quello muscolare
Fonte importantissima di vitamine del gruppo B (soprattutto B12)
Fonte importante di ferro, zinco, rame
Ossigenazione dei tessuti e importante arma per la prevenzione e la cura dell’anemia
Fonte di energia grazie ai grassi in essa contenuti
Alto indice di sazietà in quanto ricca di proteine complete (contengono tutti i 9 aminoacidi essenziali)
Aiuta la crescita, il mantenimento e la riparazione del nostro corpo.
UNO STILE DI VITA SANO
Occorre in primo luogo sottolineare che non abbiamo dati certi che mostrino come un’alimentazione priva di carne abbia un reale beneficio sulla salute, ma è il giusto consumo e uno stile di vita sano che riducono il rischio di patologie cardiovascolari e di patologie oncologiche.
Non è tanto il consumo o meno di carne a fare la differenza, quanto un adeguato consumo inserito in uno stile di vita virtuoso, che comprenda regolare attività fisica, peso nella norma, astinenza dal fumo e dall’alcol.
Sarebbe opportuno dunque non esagerare con la carne ma nemmeno privarsene.
La sua totale assenza nella dieta implica una riduzione di apporto di ferro (ferro con determinate caratteristiche) e di alcuni nutrienti importanti (come la vitamina B12).
I nostri nonni davano grande importanza alla carne e a quella rossa in particolare, perché dicevano che “la carne fa buon sangue”.
Poi, col tempo e con il progredire delle ricerche scientifiche, si è visto che sia la carne rossa che quella bianca, svolgono una funzione antianemica.
La quantità di ferro contenuta nelle carni bianche è di poco inferiore a quella delle carni rosse, eccezione fatta per quella di cavallo (50% in più delle altre carni).
È emerso inoltre che ad oggi, grazie a un’attenta selezione delle specie allevate e a tecniche di allevamento innovative, la carne italiana risulta avere una quantità di grassi molto ridotta rispetto al passato, al punto che la distinzione tra carni bianche (più leggere) e carni rosse (grasse) può essere considerata oramai un vecchio preconcetto.
QUANTA CARNE CONSUMARE
Per quanto riguarda la quantità lecita di carne da consumare, affinché non causi danni alla salute, è necessario dire che ognuno di noi ha bisogni diversi.
Dipende da molti fattori: dall’età (più si invecchia più il consumo può aumentare per contrastare la perdita fisiologica di massa muscolare), dallo stile di vita (più ci si muove più se ne ha bisogno), dal quadro clinico (pressione, colesterolo, azotemia, acidi urici alti).
OLIO DI OLIVA, BENEFICI SULLA SALUTE
Si sente molto parlare di olio d’oliva o extravergine.
E in effetti tutti lo utilizziamo in cucina, ma ne conosciamo i benefici sulla nostra salute?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.
OLIO D’OLIVA
Se c’è un albero che simboleggia la civiltà mediterranea, questo è l’ulivo.
Il suo frutto fa parte dell’alimentazione dell’uomo dai tempi più remoti, sia come cibo in sé, sia per il suo olio. Lo sapete che in Grecia si usano le olive per produrre olio da almeno 4000 anni?
Le olive destinate al consumo si raccolgono ancora verdi, solitamente prima della maturazione completa.
Quelle mature che cominciano a cambiare colore e a diventare viola o nere sono destinate all’estrazione dell’olio.
In questa fase di maturazione del frutto dell’ulivo, il contenuto in olio e aromi è al suo massimo.
Il limite degli acidi grassi liberi contenuti è una caratteristica che un olio vergine o extravergine deve soddisfare, ma deve anche risultare privo di difetti nel sapore e nell’aroma, superando un test svolto da assaggiatori professionisti.
L’olio extravergine di oliva, detto olio EVO, è il prodotto più naturale che si può ottenere, una vera e propria spremuta di olive.
È ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici.
Le sue analisi chimiche e fisiche soddisfano una lunga serie di parametri richiesti dai regolamenti comunitari.
Spesso l’olio EVO è estratto a freddo, ossia a una temperatura inferiore a 27 gradi.
Lo sapete che la Food and Drug Administration ha rivisto la definizione di questo alimento?
Fa talmente bene nella prevenzione e nel contrasto ad una serie di malattie che deve essere considerato quasi alla stregua di un farmaco.
BENEFICI
Deve essere assunto e conservato seguendo regole precise.
Entro massimo 12/18 mesi dall’estrazione e dalla data dell’imbottigliamento, è sufficiente assumere non più di due cucchiai (circa 23 gr) di olio EVO, crudo e lavorato a freddo per garantire al nostro organismo l’assunzione di almeno 17 gr di acido oleico (omega 9), di 4mg di vitamina E (noto antiossidante liposolubile), 10mg di efficaci polifenoli.
Efficace quindi nella prevenzione di malattie cardiovascolari, di malattie che comportano deficit cognitivi, alla riduzione del rischio silenzioso di diabete mellito di tipo 2, al controllo del colesterolo.
È un valido aiuto per tener sotto controllo l’infiammazione sistemica generalizzata, dovuta al fisiologico invecchiamento o ad una alimentazione errata.
Via libera al suo uso per condire insalate, verdure grigliate o lessate, per insaporire una minestra, per preparare il pesto o altre salse. Oppure a crudo su un piatto di pasta.
E poi è una bontà assaporarlo su una fetta di pane fresco!
SPECIALE CARNE BOVINA
Maurizio Vacchi, responsabile commerciale, spiega come la carne bovina viene utilizzata nelle referenze surgelate Amica Natura e il particolare interesse verso il mercato estero, costantemente alla ricerca della qualità made in Italy.
Inoltre scopri quali sono le azioni di comunicazione e di marketing intraprese dell’azienda.
PIZZA BURGER BIO
Inauguriamo oggi una collaborazione con Stefany, food blogger che gioca in casa vivendo a Brescia, dove è ubicata anche la nostra sede!
Stefany è una food blogger molto apprezzata, ama prendersi cura della sua famiglia, cucinare è per lei il modo di dimostrare il suo amore.
I giudici più severi? I suoi figli!
Oggi ci propone una ricetta molto semplice ma gustosa, partendo dal burger di pollo biologico Amica Natura!
La trovate anche nella sua pagina instagram Stefany Foodblogger.
INGREDIENTI
2 burger di pollo Amica Natura
mozzarella
pomodorini
origano
PREPARAZIONE
Con l’inizio della scuola è ricominciata la vita frenetica, i pranzi e le cene devono essere veloci da cucinare e al contempo nutrienti.
Oggi ho realizzato questo semplice piatto.
Si inizia scaldando per bene una padella antiaderente, depositare i burger di pollo biologico ancora surgelati e cuocere 5 minuti per parte.
Tagliare i pomodorini e salarli.
Prendere la mozzarella e fare dei dadini.
Depositare il tutto sul burger e spolverare con dell’origano.
Un piatto fresco e gustoso, che piacerà a grandi e piccini!
COME CAMBIA LA MENSA SCOLASTICA
La presenza a scuola si è bruscamente e dolorosamente interrotta mesi fa.
Per alcuni alunni l’anno scolastico è ricominciato, per altri invece è rimandato di alcuni giorni.
Le difficoltà, i punti di domanda, le paure sono all’ordine del giorno.
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda quali sono le regole per la mensa scolastica, un momento molto importante nella vita scolastica.
LA MENSA E LE NORME ANTI-COVID
I bambini e i ragazzi hanno diritto all’istruzione, alla salvaguardia della loro salute e di quella dei familiari.
Proprio per questo sarà un anno scolastico molto difficile e pieno di intoppi.
Il consumo del pasto a scuola rappresenta un momento di fondamentale importanza dal un punto di vista educativo, ma anche per l’acquisizione delle corrette abitudini alimentari.
Già a maggio il CTS aveva chiarito alcuni nodi delle procedure di sicurezza: la mensa, in quanto esperienza di valorizzazione e crescita costante delle autonomie dei bambini, sarà assicurata prevedendo differenti turni tra le classi.
Il pasto potrà essere consumato in aula, garantendo il rispetto del distanziamento, delle norme igieniche relative alla sanificazione degli ambienti e dell’areazione.
Si porrà particolare attenzione alla sanificazione degli ambienti e degli arredi utilizzati prima e dopo il consumo dei pasti.
A maggior ragione nei casi in cui i locali mensa vengano riconvertiti in spazi destinati ad accogliere gruppi/ sezioni per l’attività didattica ordinaria.
Come avete letto, anche le modalità del pranzo a scuola andranno ripensate: in aggiunta alle mense tradizionali, potrebbero essere usati altri locali (come le palestre), anche i menù potrebbero cambiare attraverso l’offerta di piatti unici e/o freddi.
Nei documenti delle varie regioni si ipotizza il servizio di pasti monoporzione e menù ad hoc.
COSA SI CHIEDE AGLI ALUNNI E AI GENITORI
Come vedete non sarà per niente facile e soprattutto sarà triste per i bambini assoggettarsi a questa imposta rivoluzione (giustamente in questo particolare contesto storico), di un momento che per loro era una boccata di divertimento, di distrazione, di socializzazione, nonché di istruzione su una sana alimentazione.
Il quadro d’insieme non è molto confortante, come si può immaginare.
Come sempre spetterà ai genitori ai docenti più illuminati aiutare gli studenti a percorrere questo tortuoso cammino e sperare in una situazione di risoluzione e di sblocco il più velocemente possibile.
Purtroppo questa pandemia ci ha tolto tanto, a volte tutto.
I bambini sono stati i più psicologicamente feriti, anche se magari non lo danno a vedere.
BURGER, AMORE E FANTASIA
Un’ insalata costruita intorno al burger di legumi di Amica Natura e servita con amore!
La nostra food blogger Alessandra, dal suo blog La cucina di Ale, ci propone oggi un piatto vegano.
Semplice da preparare, molto nutriente, colorato e gustosissimo.
INGREDIENTI
2 burger surgelati di legumi Amica Natura
pane carasau
insalata verde mista
mezzo avocado
3 noci
1 carota
semi di sesamo
olive nere
PREPARAZIONE
Per prima cosa cuocere in padella il burger di legumi Amica Natura con un filo d’olio.
C’è anche l’opzione per la cottura forno, il risultato sarà ottimo comunque.
Tagliare la carota a nastro e l’avocado a fettine.
Procedere assemblando il piatto come più preferite.
Io ho messo alla base un’insalata mista di radicchio, rucola, iceberg e songino.
Ho aggiunto poi le carote, l’avocado, le olive nere e le noci.
Tagliare il burger e aggiungerlo insieme al pane carasau.
Condire con sale, olio e una manciata di semi di sesamo leggermente tostati.
Buona cena e buona serata!
PRIMO INCONTRO NUTRIZIONISTA PAZIENTE
Quando ci rivolgiamo a un nutrizionista?
Solitamente chiediamo il suo aiuto per perdere peso, oppure per avere una dieta mirata a un’esigenza sportiva, intolleranze alimentari o qualche malattia.
Chiedere aiuto a un nutrizionista è una cosa seria per prendere coscienza del proprio rapporto con il cibo e imparare le giuste basi per un’alimentazione corretta.
Come si svolge la prima visita nutrizionale?
Ce lo spiega la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, professionista che visita a Brescia.
Approfittate di questa rubrica per farle le domande che desiderate!
PRIMO INCONTRO CON IL PAZIENTE
Per prima cosa rivolgetevi sempre ad un professionista qualificato, informandovi prima di prendere un appuntamento.
La durata della prima visita non deve essere inferiore a 60 minuti e implica:
• Conoscenza del paziente attraverso una anamnesi completa e approfondita delle patologie pregresse e /o in corso, con relative terapie farmacologiche seguite. Informarsi sul tipo di vita che il paziente conduce. Informarsi sul benessere psicologico.
• Esame obiettivo con misure antropometriche basate sulla plicometria e circonferenze corporee.
• Valutazione dello stato nutrizionale.
• Analisi tramite una bilancia ad impedenziometria, che rimane lo strumento migliore per avere dati su percentuale di massa grassa, massa magra, idratazione e metabolismo basale. Proprio per questo il paziente dovrà presentarsi a digiuno da almeno un’ora e con la vescica svuotata. E non avere fatto attività fisica da almeno due ore. Sconsigliato l’utilizzo di creme per il corpo.
• Chiedere al paziente in cosa consiste la sua alimentazione giornaliera. Tempi e alimenti usati di preferenza.
• Stabilire con il paziente gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
• Esaminare gli ultimi esami ematici portati dal paziente ed eventualmente richiederne di più specifici e recenti. Eventualmente visionare i referti di precedenti visite nutrizionali e diete seguite.
• Fissare un appuntamento per la settimana seguente in cui si consegnerà il programma alimentare personalizzato e si spiegherà al paziente come seguirlo al meglio.
• Fissare un programma di visite di controllo.
• Dare la disponibilità di contatto telefonico o via mail per chiarire eventuali dubbi da parte del paziente. E vi assicuro che di dubbi o voglia di chiarificazioni sono all’ordine del giorno.
• Chiedere al paziente se si può scattare una fotografia del suo assetto corporeo (anche vestito), per poter confrontare prima, durante e dopo.
Diffidate da un nutrizionista che non svolge questi esami accurati o che propone una dieta standard il giorno della prima visita: sicuramente non è un professionista!
Ogni persona ha la sua storia, il suo stile di vita, le sue esigenze, per questo la dieta deve essere personalizzata.